1. CHI È KHODORKOVSKIJ, EX STELLA DEL CAPITALISMO RUSSO ANNI '90 COL DENTE AVVELENATO CON PUTIN, CHE GLI HA SOFFIATO LA SOCIETÀ E LO HA SBATTUTO IN SIBERIA PER 10 ANNI
khodorkovsky e platon lebedev
DAGONOTA - Giusto per dare qualche elemento su chi è Khodorkovskij: negli anni '90 lui e altri giovani svegli e col pelo sullo stomaco, prestarono allo stato centinaia di milioni di dollari (chi gliel'aveva dati? Ah, saperlo…) in cambio delle quote dei vecchi carrozzoni pubblici (petrolio, gas, estrazione di metalli ecc.), finiti in rovina dopo la caduta dell'Unione Sovietica ma con un potenziale enorme grazie alle riserve di materie prime che avevano a disposizione.
Eltsin, preso più dalla vodka che dalla finanza, ovviamente non riuscì a ripagare questi debiti e quindi con pochi spicci questi Capitani Coraggiosi del Volga si presero tutto.
MIKHAIL KHODORKOVSKY
Khodorkovskij con un cerchio magico di una decina di dirigenti rimette in sesto la Yukos (idrocarburi) e la porta a essere la società con la maggiore capitalizzazione al mondo, anche grazie a sgravi fiscali che permettevano di pagare praticamente zero tasse, facendo passare artificialmente i profitti per zone disagiate del Paese, parcheggiandoli in paradisi fiscali compiacenti (Cipro, Olanda, isolette caraibiche ecc).
Tutto fila liscio finché sulla scena politica russa non arriva Putin (1999), che capisce che per conquistare il potere e il consenso popolare deve riprendersi tutto il cucuzzaro e re-intestarlo alla Madre Russia (tanto poi avrebbe controllato tutto lui).
Gli oligarchi che si schierano con lui si tengono buona parte della ''roba'', chi invece non cede si trasforma in dissidente politico. Khodorkovskij usa le sue ampie risorse economiche per diventare il principale oppositore dell'ex agente del KGB, che decide di farlo fuori con il vecchio metodo, che ha funzionato da Al Capone a Berlusconi: le tasse.
KHODORKOVSY OPEN RUSSIA CLUB LONDRA
Putin cambia la normativa fiscale, riversa addosso ai manager di Yukos decine di procedimenti giudiziari per evasione e usa giudici compiacenti e sentenze spicce per arrivare a rapidissime condanne. Yukos viene espropriata, molti manager scappano e si rifugiano in Europa dove evitano l'estradizione con la scusa della persecuzione politica (e grazie ad ampie elargizioni in loco), mentre Khodorkovskij resta in patria, si fa arrestare e nel 2003 viene sbattuto in Siberia con il suo socio Lebedev.
PUTIN E KHODORKOVSKI
Mentre gli altri se la godono in giro per il mondo, lui spera di conquistare gli animi dei russi con la sua detenzione, potendo disporre di fondi illimitati per campagne politiche e mediatiche. Queste però interessano molto i giornalisti e politici europei che ricevono generosi contributi per parlare dei diritti civili di un arrembante oligarca sconosciuto ai più, mentre i russi si innamorano del loro Zar e se lo ciucciano felici per 20 anni, ignorando la carcerazione del dissidente.
Nel 2013 Khodorkovskij riceve la grazia da Putin ed esce di prigione, promettendo di fargli opposizione da Londra. Ora si cominciano a vedere i frutti.
PUTIN E KHODORKOVSKI
2. COSÌ LA RUSSIA CERCA D' INFLUENZARE LA POLITICA ESTERA DEI PAESI DELL' UE
Claudio Gatti per ''la Repubblica''
Da tempo si sospettava che la Russia stesse puntando a costruire una rete di supporto politico nei Paesi dell' Unione Europea, Italia inclusa. Ma finora nessuno aveva mai provato l' esistenza di un piano che elencasse il genere di azioni da condurre e i partiti europei da coinvolgere. Ora è stato trovato un documento che lo illustra.
Per l' Italia cita due partiti. Sono quelli che formano la coalizione di Governo: Movimento 5 Stelle e Lega Nord.
Si sta parlando di un messaggio di posta elettronica rinvenuto dal team investigativo del Dossier Center, organizzazione creata e finanziata da Mikhail Khodorkovskij, l' ex proprietario della società petrolifera russa Yukos divenuto dissidente, oggi in esilio a Londra. Il Dossier Center lo ha condiviso con Repubblica, la Bbc, la rete televisiva tedesca Zdf e il settimanale Der Spiegel, e insieme si è proceduto alla sua autenticazione.
Khodorkovskij
L' email è stata inviata il 3 aprile 2017 da Pjotr Grigorievich Premjak, un ex politico e funzionario dell' intelligence russa oggi assistente di Viktor Shreyder, deputato di Russia Unita, il partito di Putin. Il destinatario viene chiamato " Serghej Aleksandrovich", ed è identificabile con Serghej Aleksandrovich Sokolov, che nel sito del Cremlino viene indicato come responsabile del Dipartimento di politica estera della Presidenza.
A un team della Zdf, Premjak ha confermato di aver inviato l' email, negando però di essere l' autore del documento ad esso allegato, un documento Word intitolato "Attività del team di politica estera" nel quale viene descritto un progetto "di promozione a medio e lungo termine degli interessi della Federazione Russa".
Supporter di Khodorkovsky
Il documento elenca cinque "attività":
1. Organizzazione di conferenze o forme di protesta in Paesi dell' Ue volte a screditare eventi o persone che si oppongono alla politica estera della Federazione russa. Organizzazione di manifestazioni a favore dell' abolizione delle sanzioni, a sostegno della Crimea e in generale della politica estera della Federazione russa (anche sul fronte siriano).
2. Organizzazione di visite di politici europei, personalità pubbliche e uomini d' affari in Russia.
3. Promozione nei parlamenti nazionali e regionali dei Paesi dell' Ue di misure contrarie alle sanzioni anti- russe, favorevoli al riconoscimento dell' annessione della Crimea.
4. Pubblicazione nei media di Paesi Ue, Usa e Turchia di materiali che supportino gli interessi nazionali della Federazione Russa.
Khodorkovsky dietro le sbarre
5. Sviluppo e gestione di piattaforme di social media per la promozione dei messaggi necessari.
Nella quinta pagina, il documento include una lista di partiti europei con i quali costruire una "rete informale". Per ogni singolo Paese sono elencati uno o più partiti. Per la Francia c' è solo quello di Marine Le Pen. Per la Germania ce ne sono tre, tutti di estrema destra: l' Alternative für Deutschland ( Afd), il Partito Nazional- democratico ( Npd) e i Patrioti europei contro l' islamizzazione dell' Occidente ( Pegida). Per l' Italia due: la Lega Nord e il Movimento 5 Stelle. Il sospetto coltivato da molti - che dopo il ridimensionamento politico di Silvio Berlusconi il Cremlino abbia deciso di puntare sui due partiti che oggi costituiscono la coalizione governativa - trova dunque per la prima volta una conferma ufficiale.
vladimir putin e gianluca savoini
Il documento non chiarisce se i partiti elencati abbiano manifestato o meno la disponibilità a collaborare e quindi, nello specifico italiano, se M5S e Lega abbiano aderito alla "rete informale" prefigurata. È comunque interessante verificare comportamenti e azioni dei due partiti sulle questioni ritenute prioritarie per il Cremlino.
Per quel che riguarda il Movimento 5 Stelle, sappiamo che suoi esponenti si sono recati a Mosca, hanno chiesto la fine delle sanzioni alla Russia e la normalizzazione dei rapporti con il dittatore siriano Assad. In più è emerso che siti o blog del circuito grillino hanno diffuso fake news promosse da media russi quali Sputnik e Rt.
Sulla Lega di Salvini l' impegno è stato di gran lunga maggiore. E molto più strutturato. A partire dal febbraio 2014 il giornalista Gianluca Savoini, allora portavoce del Segretario Salvini e responsabile dei rapporti del Carroccio con la Russia, ha infatti creato un soggetto ad hoc per svolgere attività di supporto agli interessi geostrategici e commerciali del Cremlino, l' Associazione Lombardia- Russia.
matteo salvini gianluca savoini a mosca
In seguito al lavoro di sherpa svolto dallo stesso Savoini, il 6 marzo 2017, quindi appena un mese prima che Premjak inviasse la sua mail, Salvini ha anche firmato a Mosca un accordo di collaborazione di ampio respiro proprio con il partito di Premjak (e Putin).
Insomma grazie al lavoro svolto negli ultimi 5 anni prevalentemente da Savoini, per quel che riguarda il Carroccio, si può apporre il segno di spunta su ogni singolo punto dei cinque elencati nel documento allegato alla mail di Premjak.
Contattato da Repubblica Gianluca Savoini ha detto: « Io di questo piano non so nulla. Ne apprendo in questo momento ma non mi sembra che ci sia alcunché di male nel cercare di costruire ponti anziché abbatterli». Per il M5S abbiamo contattato il portavoce del vicepremier e quelli del gruppo al Senato e alla Camera. L' unica risposta è stata: « Così su due piedi [] è difficile fare un commento».
lorenzo fontana, marine le pen, matteo salvini, max ferrari e gianluca savoini
Il parallelo con quello che è successo in America è evidente. Pur senza trovare evidenza di " collusione", il procuratore Robert Mueller ha stabilito che i servizi di intelligence russi hanno condotto operazioni di " misure attive" per influenzare l' elettorato americano e far vincere Trump, il quale ha assunto una posizione soft nei confronti della Russia sin da candidato alla presidenza.
Questo documento prova che, subito dopo aver firmato un patto di alleanza con il Carroccio, il partito di Putin ha elaborato un piano con cinque specifiche priorità strategiche per la Russia. Un' analisi dei fatti indica poi che i partiti italiani identificati in quel piano - e la Lega in modo sistematico - si sono mossi lungo le direttive da esso proposte. Solo convergenze politiche, o collusione? Dal punto di vista della sicurezza nazionale è quasi secondario.
3. "IL DEPUTATO DELL' AFD È CONTROLLATO DAI RUSSI" DOSSIER METTE NEI GUAI L' ULTRADESTRA TEDESCA
Giuseppe Agliastro per ''La Stampa''
salvini a mosca con gianluca savoini e claudio d'amico
Il Cremlino cerca di influenzare la politica europea e potrebbe aver piazzato almeno una sua pedina persino nel Bundestag. Stando a un' inchiesta della Bbc, il sospettato è Markus Frohnmaier, un deputato del movimento euroscettico di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD), ora alleato della Lega di Salvini alle elezioni europee del 26 maggio. Il giovane tedesco nega di aver fatto gli interessi di «terze parti» in questo anno e mezzo da parlamentare e sostiene che i documenti che sembrano inchiodarlo sono «falsi».
La Bbc rivela però l' esistenza di un presunto dossier del 2017 in cui i russi descrivono il nazionalista come un potenziale futuro deputato sotto il loro «completo controllo». Ma ancora più compromettente è quella che pare una richiesta di sostegno inviata ai russi dal team elettorale di Frohnmaier alla vigilia del voto di due anni fa, promettendo in cambio interventi di politica estera graditi a Mosca.
afd manifestazione francoforte
Dossier Centre, un' organizzazione finanziata dall' ex oligarca anti-Putin Mikhail Khodorkovsky, ha annunciato di aver messo le mani su alcuni documenti che risalgono all' aprile del 2017 e che sembrano indicare come già cinque mesi prima delle elezioni legislative tedesche Mosca tenesse d' occhio Frohnmaier, che in questi anni si è più volte scagliato contro le sanzioni Ue alla Russia per la crisi ucraina. I documenti - su cui la Bbc ha condotto un' inchiesta assieme a Repubblica, Der Spiegel e alla tv tedesca Zdf - erano allegati a un' email spedita dall' ex senatore ed ex ufficiale del controspionaggio navale Pyotr Premyak a un alto papavero dell' amministrazione presidenziale di Putin, Sergey Sokolov.
Il documento principale contiene indicazioni generiche sulle strategie per influenzare l' opinione pubblica e i decision maker sulla situazione in Ucraina, dove la Russia appoggia militarmente i separatisti, sulla Crimea, che Mosca ha occupato nel 2014 con uomini armati e senza insegne di riconoscimento, e naturalmente sulle sanzioni contro la Russia.
AFD FESTA 3
Proprio alla fine, sotto il titolo «Elezioni del Bundestag», compaiono il nome di Frohnmaier e una breve scheda. «Probabilità di essere eletto: alte. Si richiede: sostegno alla campagna elettorale.
Risultato: avremo un deputato completamente sotto il nostro controllo al Bundestag».
Non è chiaro se il Cremlino abbia in effetti aiutato Frohnmaier. «Il nostro cliente non ha chiesto, né ricevuto sostegno finanziario direttamente o attraverso terzi», assicurano i legali del deputato. Ma a giudicare da un altro documento citato dalla Bbc, e sempre dell' aprile 2017, lo staff dell' euroscettico tedesco avrebbe scritto una lettera in inglese chiedendo aiuti ai russi. «Per la campagna elettorale - vi si legge - avremmo urgente bisogno di un qualche sostegno». E ancora: «Oltre al sostegno materiale, ci servirebbe anche quello mediatico. Qualunque tipo di intervista, dossier e occasione di apparire sui media russi è utile per noi».
contestazioni di afd 2
In cambio si promette che l' esponente dell' AfD si concentrerà sulle «buone relazioni con la Russia» e, una volta eletto, «comincerà subito ad agire in politica estera».