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    E BRUNETTA CHE FA? – MENTRE GELMINI E CARFAGNA SI SONO RIPOSIZIONATE CON CALENDA, BRUNETTA SI MACERA TRA ATTENDISMO E NOSTAGIE DI DRAGHIANA MEMORIA: ANCHE SE IL “CHURCHILL DEI PARIOLI” HA DETTO DI AVERE UN’INTERLOCUZIONE CON BRUNETTA, LUI PARE ABBIA SCELTO GLI SPALTI. SALVO SORPRESE, OSSERVERÀ IL PROSSIMO PARLAMENTO DA FUORI E QUASI SICURAMENTE NON SI RICANDIDERÀ. AL MOMENTO E' TROPPO OCCUPATO A SCHIVARE IL FUOCO (EX) AMICO…


     
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    Antonio Bravetti per "La Stampa"

     

    RENATO BRUNETTA MARIO DRAGHI RENATO BRUNETTA MARIO DRAGHI

    Dei ministri azzurri è stato il secondo a dire addio, dopo Gelmini e prima di Carfagna. E mentre le ex colleghe di partito si lanciano nella nuova avventura di Azione con Calenda, Renato Brunetta medita. Dopo trent' anni in Forza Italia, il ministro della Pubblica amministrazione ha lasciato quando gli azzurri hanno affossato il governo Draghi.

    «Non sono io che mi sono allontanato, è Forza Italia che si è allontanata da se stessa».

    Tramontato il mito di Berlusconi, aveva tifato per l'avvento dell'era draghiana: «Forza Italia era la casa di Berlusconi, una casa fatta di liberali, laici, socialisti, riformatori, socialdemocratici. Draghi rappresentava queste culture, questa casa».

     

    RENATO BRUNETTA MARIASTELLA GELMINI RENATO BRUNETTA MARIASTELLA GELMINI

    Ora che anche quel tetto non c'è più, demolito da Fi e Lega, restano i sogni: «Il mio è avere questa unione repubblicana che prenda l'agenda Draghi come base e metta insieme tutte le anime che vi si riconoscono», tutti «i liberi e forti: Calenda, Renzi, Toti, Bonino, Letta, Speranza» e anche «Di Maio, che è stato un bravissimo ministro degli Esteri». Quella che per Conte è «un'ammucchiata», per Brunetta è «un sogno».

    RENATO BRUNETTA RENATO BRUNETTA

     

    «Con Brunetta ho un'interlocuzione», rivelava ieri Calenda seduto in mezzo a Carfagna e Gelmini. Per ora, però, pare che il ministro abbia scelto gli spalti. Salvo sorprese, sempre possibili, osserverà il prossimo Parlamento da fuori. Quasi sicuramente non si ricandiderà. Il fuoco (ex) amico non si ferma. «Riposino in pace», ha detto Berlusconi dei ministri che hanno detto addio al partito.

     

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    «Traditori», li ha apostrofati la fidanzata Marta Fascina. Invece per Giuliano Urbani, tessera numero 2 di Fi, sono gli ultimi giapponesi del berlusconismo: «Hanno difeso fino all'ultimo con coraggio le ragioni originarie di Forza Italia». Ieri, mentre Carfagna e Gelmini iniziavano la nuova avventura in aperta sfida a Fi, Brunetta scriveva sui social: «Il governo Draghi ha lavorato bene, addirittura benissimo! Lo dicono i numeri dell'Istat sulla crescita.Tra i Paesi del G7 nel 2022 l'Italia sarà quello che crescerà più di tutti.

     

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    Anzi, mentre gli altri partner vedono le stime di crescita per l'anno in corso corrette al ribasso e nel momento in cui gli Usa entrano in recessione tecnica, noi ci aspetteremo ulteriori correzzioni al rialzo. L'eredità di Draghi sarà quella di un Paese che, per la prima volta, non ha un'economia al traino di quella degli altri, ma fa da locomotiva». Nostalgia canaglia.

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