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    E DOPO DIO, IO! JOSE’ MOURINHO E IL DIALOGO CON IL CARDINALE JOSÉ TOLENTINO PUBBLICATO DALL’OSSERVATORE ROMANO: “QUANDO SMETTERÒ DI ALLENARE MI MANCHERÀ CAMMINARE VERSO LA PARTITA E PARLARE CON DIO. MI PIACE MANTENERE UNA RELAZIONE QUASI DI AMICIZIA, IN CUI CI SI DÀ DEL TU”. COSA GLI DICO? LA MIA FAMIGLIA È PIÙ IMPORTANTE DI TUTTO QUESTO. DAMMI UN AIUTO SE HAI TEMPO. IL CALCIO È SOLO UNA PARTE IMPORTANTE DELLA MIA VITA, MA C’È UN’ALTRA PARTE…"


     
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    Luca Valdiserri per il “Corriere della Sera”

     

    mourinho staff san pietro mourinho staff san pietro

    Allenare non solo i muscoli ma anche l'anima. Un Mourinho spirituale e inedito esce dal dialogo con il cardinale José Tolentino de Mendonça, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, pubblicato dall'Osservatore Romano. Punto comune di partenza, il Portogallo e l'insegnamento del filosofo Manuel Sérgio: lo sport come esperienza nella quale l'uomo riscopre il senso della sua esistenza e la relazionalità.

     

    Scopriamo così che a Mou mancherà più il prima che il durante: «L'arrivo allo stadio, la camminata dallo spogliatoio al campo: c'è spiritualità in questo. Camminare verso la partita e parlare con Lui...».

     

    mourinho san pietro mourinho san pietro

    Mou è l'uomo che vorrebbe vincere sempre, ma non è questo che chiede a Dio: «Parlo con Lui e finisco sempre per dire: la mia famiglia è più importante di questo. Dammi un aiuto, se hai tempo, ma se la scelta dovesse essere tra questa partita e il benessere delle persone che amo, non ci pensare due volte». Si descrive ancora come un animale da competizione, ma ha scoperto un nuovo lato della vittoria: «Per molti anni ho voluto vincere per me stesso, mentre ora continuo a voler vincere ma per i giocatori che non hanno mai vinto.

     

    mourinho e il cardinale Josè Tolentino mourinho e il cardinale Josè Tolentino

    Penso di più al tifoso comune e alla settimana migliore se la sua squadra ha vinto. Però siamo pagati per vincere. Stiamo parlando di alto rendimento e a volte ci sono decisioni nella gestione di una squadra che hanno qualcosa di crudele: non c'è il tempo di lasciare maturare, di lasciare crescere. L'errore si paga. Se commetto un errore, lo pago con l'esonero. Se un giocatore commette un errore, lo paga non giocando a beneficio di un altro. C'è qualcosa di crudele». Ed è per questo che la cosa che più lo addolora «è lo spreco del talento». L'ultimo pensiero è per un mondo che in Ucraina sta perdendo la partita più importante: «Sono d'accordo con il Santo Padre Francesco. È un fallimento umano prima ancora che politico. È la perdita dei principi, è l'evoluzione del pensiero umano verso la direzione errata. È qualcosa di difficile da spiegare. È un fallimento a tutti i livelli dell'umanità: è un fallimento nostro».

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