ursula von der leyen giorgia meloni
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
[…] il successo dell'ultradestra complica la corsa della destra conservatrice. È una dinamica che, a ben guardare, si riscontra già nelle dichiarazioni pubbliche dei vertici delle principali famiglie europee. Il popolare Weber, l'ala destra del Ppe, chiama immediatamente socialisti e liberali ad un accordo europeista. Ursula von der Leyen sostiene di aver battuto gli estremisti. E il Pse annuncia che non intende collaborare con Ecr, né con l'ultradestra di Identità e democrazia.
meloni le pen
In tre mosse – e in forza di numeri ancora europeisti - vengono spazzate via le ipotesi di una maggioranza allargata a destra, vagheggiata per mesi dalla premier. Non è un dettaglio, perché Meloni ha bisogno di contare. E, per contare, deve ottenere un riconoscimento politico europeo di cui al momento non c'è traccia. Pragmaticamente, a Palazzo Chigi si ripone dunque nel cassetto ogni velleità di centralità e si ragiona del possibile. Che si può condensare in una strategia molto semplice: puntare su von der Leyen per limitare i danni.
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La convinzione di queste ore è che la politica tedesca possa giocarsi un bis. Meloni ha stretto un rapporto solido negli ultimi dodici mesi con lei, anche se ultimamente la sintonia sembrava essersi appannata. A questo punto, considera l'opzione Ursula il male minore, rispetto ad altri scenari.
Per questo, potrebbe sostenerla in Consiglio europeo, poi dichiarare l'astensione degli eurodeputati di Fratelli d'Italia che militano in Ecr in occasione del passaggio sulla fiducia, infine farla votare nel segreto dell'urna (il voto è segreto).
Questo le garantirebbe una Presidente comunque non ostile, almeno in partenza. E le consentirebbe di non scoprirsi troppo a destra.
meloni le pen
Ecco l'altro problema: il successo di Marine Le Pen. La politica francese è la vera alternativa sovranista alla maggioranza Ursula, la sua autentica opposizione. Tra Meloni e la francese i rapporti non sono buoni da tempo, ma ultimamente la necessità di una collaborazione ha prevalso sui dissidi personali. Per la premier, però, è difficile sostenere apertamente von der Leyen senza attirarsi critiche aspre dalla destra dell'Europarlamento. In altri termini: l'effetto Vannacci rischia di valere anche a Bruxelles. […]
GIORGIA MELONI E MARINE LE PEN
Meloni […] proverà a giocare una partita in Consiglio. Come prima mossa, eviterà di dimettersi da Presidente dei Conservatori, per ora: un modo per raddoppiare il suo peso nella trattativa con gli altri leader e Ursula. Respingerà inoltre l'opzione di far entrare Viktor Orbán in Ecr, perché perderebbe altri conservatori. Quindi, osserverà l'esito delle legislative in Francia, per capire come muoversi tra Macron e Le Pen. E punterà tutto su Ursula.