Valeria Pacelli per il “Fatto quotidiano”
lavitola berlusconi martinelli
Dopo un forte legame in passato, i rapporti tra Valter Lavitola e l' ex premier Silvio Berlusconi sembrano essere davvero ai ferri corti. Tanto che l' ex faccendiere l' 8 luglio scorso ha avviato una mediazione davanti all' organismo forense di Roma, il cui chiamato in causa è proprio "Silvio Berlusconi". Nell' atto, in sostanza, Lavitola sostiene di essere stato un mandatario dell' ex premier, in particolare per i fatti de L' Avanti!, il quotidiano di area socialista di cui Lavitola è stato editore e anche direttore.
Proprio per la truffa legata al giornale (per la quale l' ex faccendiere è stato condannato con sentenza definitiva), la Corte dei conti del Lazio nel 2015 ha chiesto a Lavitola, all' ex senatore Sergio De Gregorio e alla società editrice della testata, 23 milioni di euro affinché venga risarcita la presidenza del Consiglio per i contributi all' editoria percepiti indebitamente dal 1997 al 2009.
berlusconi al tribunale di napoli per il processo lavitola
Ed è con questa spada di Damocle sulla testa che Lavitola oggi ha riprovato a ricominciare: lontano dalla politica, si è dato alla ristorazione aprendo un ristorante di pesce nella zona romana di Monteverde.
Nella nuova vita dell' ex faccendiere però il passato torna spesso a bussare, vuoi per tutti i guai giudiziari in cui si è cacciato che si stanno ancora dibattendo nelle aule di giustizia, vuoi per la grana ancora aperta per L' Avanti!.
Il quotidiano fondato nel 1996, inizialmente viene pubblicato da Sergio De Gregorio, il senatore dell' Italia dei Valori che ha patteggiato un anno e otto mesi di reclusione per aver intascato 3 milioni di euro da Berlusconi per passare dal centrosinistra al centrodestra votando la sfiducia al governo Prodi nel 2008.
de gregorio e lavitola
È questa peraltro una delle vicende che lega Lavitola a Berlusconi: i due, per questa che fu denominata "Operazione Libertà", sono stati condannati in primo grado a luglio 2015 a tre anni di reclusione ciascuno. In Appello però è stata dichiarata per entrambi la prescrizione, confermata poi in Cassazione, dove peraltro il reato è stato riqualificato in corruzione impropria.
sergio de gregorio il valore del coraggio
Non è andata così bene a Lavitola per i fatti de L' Avanti!, dove è stato condannato a 3 anni e 8 mesi con sentenza passata in giudicato. In questo caso l' indagine riguardava la truffa ai fondi all' editoria, ossia quei circa 23 milioni di euro concessi al quotidiano socialista dal 1997 al 2009: secondo l' accusa, facendo ricorso a fatture per operazioni inesistenti e a documenti che attestavano, contrariamente al vero, che la società editrice, la International Press, possedeva i requisiti di tiratura delle copie vendute.
Il Dipartimento per l' Editoria sarebbe stato indotto in errore in quanto erano state comunicate vendite in blocco o mediante strillonaggio del quotidiano, in realtà mai effettuate. Imputati quindi De Gregorio e Lavitola che ha patteggiato 3 anni e 8 mesi per i reati di truffa aggravata ai danni della presidenza del Consiglio; bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Su questo, poi, è intervenuta anche la Corte dei conti del Lazio, che ha consegnato ai due un conto salato: 23 milioni di euro da risarcire alla presidenza del Consiglio.
SILVIO BERLUSCONI E SERGIO DE GREGORIO
Nel dispositivo, i giudici contabili spiegano che "le prove raccolte in sede di istruttoria di responsabilità circa l' illecita percezione dei contributi da parte della International Press scarl dimostrano il ruolo di 'cartiere' di società riconducibili sia a Lavitola sia a De Gregorio".
In particolare - continuano i lanci di agenzia che riportarono stralci della sentenza - è emersa "la fittizietà dei servizi di strillonaggio allo scopo di aumentare la diffusione del quotidiano, nonché la formazione di fatture false per operazioni inesistenti sia, ovviamente, per sostenere e avallare la richiesta della contribuzione pubblica ma anche al fine dell' evasione fiscale da parte dell' Inps che otteneva la riduzione degli oneri fiscali computando le fatture relative ad operazioni inesistenti al reddito imponibile".
BERLUSCONI CON RICCARDO MARTINELLI E VALTER LAVITOLA jpeg
L' Avanti! quindi a oggi, a distanza di anni, diventa una questione centrale nella causa di mediazione proposta lo scorso 8 luglio da Lavitola contro Silvio Berlusconi, con l' ex faccendiere che sostiene di essere stato un tuttofare dell' ex premier. Non solo. Sulla stessa linea potrebbe muoversi anche lo stesso De Gregorio, rivolgendosi alla magistratura. Obiettivo: far emergere che Silvio Berlusconi fosse il vero proprietario del quotidiano socialista. In caso di riscontro positivo (e siamo nel campo delle ipotesi), l' intenzione dei protagonisti è di arrivare addirittura alla sospensione cautelativa delle concessioni tv di Mediaset, per gli effetti del divieto di incrocio tra carta stampata e televisioni della legge Gasparri.
BERLUSCONI LAVITOLA MARTINELLI FEDERICA GAGLIARDI