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Antonio Grizzuti per “la Verità”
La Grecia ce l'ha fatta. Oppure no? All'indomani dell' annunciata uscita dal tunnel dei programmi di aiuto messi in atto dalla Troika a partire dal 2010, nelle stanze della burocrazia europea è stato tutto un fragore di fuochi d' artificio e tappi di champagne. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha affermato gioioso che «la conclusione del programma di sostegno alla stabilità rappresenta un momento importante per la Grecia e per l' Europa».
grecia in fiamme
«Personalmente», ha aggiunto Juncker, «ho sempre combattuto perché la Grecia rimanesse nel cuore dell' Europa. Ora che i greci iniziano un nuovo capitolo della leggendaria storia, troveranno sempre in me un alleato, un compagno e un amico». Anche Pierre Moscovici, commissario europeo per gli Affari economici e monetari, ha parlato di un «nuovo capitolo» e ha promesso che «l'Europa continuerà a stare dalla parte della Grecia».
Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, si è affidato a un tweet per esprimere il suo pensiero sull' argomento. «Ce l' avete fatta!», ha cinguettato Tusk, «congratulazioni alla Grecia e al suo popolo per aver portato a termine il programma di assistenza finanziaria. Grazie agli sforzi enormi e alla solidarietà europea, avete colto l' attimo».
protesta contro l accordo che schiaccia la grecia 6
Il programma di aiuti sarà anche terminato ma, passati questi otto durissimi anni, dalle parti di Atene è rimasta davvero poca voglia di festeggiare. Le durissime condizioni imposte dalla Troika hanno lasciato il paese impoverito e rassegnato. Nonostante l'economia stia dando ultimamente qualche timido segnale di ripresa, come ha scritto l'altro giorno il New York Times la fine della sofferenza non è esattamente dietro l'angolo.
tsipras e la merkel xxx028049a
Secondo i dati dell'ultimo rapporto Eurostat sulle povertà estreme, un cittadino greco su cinque non può permettersi di pagare le bollette, acquistare carne regolarmente o comprare una tv o un telefono cellulare. Il tasso di disoccupazione, anche se in calo negli ultimi anni, è triplo rispetto ai livelli immediatamente precedenti la crisi (21,5% del 2017 contro il 7,8% registrato nel 2008). Il debito pubblico ha raggiunto l'impressionante valore del 180% sul Pil e non sembra destinato a scendere facilmente.
grecia le proteste ad atene
Nella cornice appena descritta, a destare maggiore preoccupazione è forse proprio il futuro. Per usare una metafora, il Paese in questo momento è simile a un malato cronico che esce dall' ospedale dopo otto anni di cure. Nessuno, purtroppo, può escludere l'avverarsi di pericolose ricadute. Atene dal canto suo non parte con il serbatoio vuoto: la terza fase di aiuti ha lasciato un buffer di cassa pari a 24,1 miliardi di euro.
proteste atene
Un «tesoretto» che dovrebbe bastare, stimano gli analisti, per circa 22 mesi. In questo periodo è anche possibile che i rendimenti delle obbligazioni, al momento i più elevati dell' area, arrivino anche a diminuire. E dopo? Nessuno ha la palla di cristallo, ma è facile prevedere che già nel medio periodo la Grecia si troverà a dover difendere con le unghie e con i denti la sostenibilità del proprio debito pubblico.
PROTESTE IN GRECIA CONTRO L AUSTERITY
Come farà Atene in futuro a convincere gli investitori a comprare il proprio debito pubblico? È utile ricordare che, per ottenere il via libera della Troika, la Grecia si è impegnata a mantenere nei decenni a venire elevati livelli di avanzo primario. Tutti soldi che, per ripagare il debito e gli interessi, non potranno essere utilizzati, giusto per fare alcuni esempi, per pagare gli stipendi statali e le pensioni, per migliorare la sanità o per costruire nuove infrastrutture.
Senza contare il fatto che l' anno prossimo si terranno le elezioni politiche e i sondaggi danno per certa la sconfitta del governo «amico» di Tsipras. Se in Italia anche una semplice dichiarazione di un parlamentare viene collegata a un aumento dello spread, immaginiamo gli effetti che potrebbe provocare in Grecia il pericolo di instabilità politica.
PROTESTE IN GRECIA
A riportare tutti con i piedi per terra ci ha pensato Klaus Regling, capo del Meccanismo europeo di stabilità, il maggiore creditore della Grecia. «Dopo la fine del piano di aiuti, la Grecia subirà un monitoraggio ancora più pressante», ha dichiarato Regling in un' intervista pubblicata domenica, annunciando in tal senso l' avvio di «ispezioni trimestrali». Atene è avvisata.