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    UNA MORTE MISTERIOSA – È GIALLO PER IL DECESSO DI CLAUDIO MANDIA, IL RAGAZZO DI BATTIPAGLIA TROVATO MORTO NEL COLLEGE DI NEW YORK DOVE STUDIAVA: TRA DUE GIORNI AVREBBE FESTEGGIATO IL 18ESIMO COMPLEANNO E I GENITORI LO AVEVANO RAGGIUNTO NELLA GRANDE MELA – MA, DOPO ESSERSI APPUNTAMENTO PER IL GIORNO DOPO, IL RAGAZZO È MORTO NELLA NOTTE TRA GIOVEDÌ E VENERDÌ – LA CAUSA DEL DECESSO POTREBBE ESSERE UN ANEURISMA O UNA PATOLOGIA CARDIACA, MA NON SI ESCLUDE CHE…


     
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    Fulvio Bufi per il "Corriere della Sera"

     

    CLAUDIO MANDIA CLAUDIO MANDIA

    Claudio Mandia sapeva quale sarebbe stato il suo futuro. Un giorno, forse, avrebbe guidato l'azienda di famiglia a Battipaglia. Prima accanto al papà Mauro e alla mamma Elisabetta, e poi, a tempo debito, si sarebbe occupato lui di tutto. Però un futuro Claudio non lo ha avuto. È morto nella notte tra giovedì e venerdì scorsi. Due giorni prima del suo diciottesimo compleanno.

     

    È una tragedia che non ha ancora una spiegazione ufficiale, anche se tutto lascia supporre che Claudio sia rimasto vittima di un evento improvviso e imprevedibile. Forse una morte dovuta ad un aneurisma, oppure era affetto senza saperlo da una patologia cardiaca di quelle che spesso si rivelano fatali la prima volta in cui si manifestano. Ma non si possono escludere anche altre ipotesi (ed eventuali responsabilità correlate). Per questo la morte di Claudio resta un mistero.

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    Per, scioglierlo bisognerà attendere l'esito dell'autopsia. A occuparsi di tutto saranno le autorità americane, perché Claudio non è morto nella sua cittadina in provincia di Salerno, ma a New York, dove da alcuni mesi si era trasferito per studiare in un college, dopo aver conseguito l'estate scorsa la maturità classica nel più quotato liceo di Battipaglia. A New York ci stava bene. Claudio lo aveva detto ai suoi amici di sempre quando era tornato a casa per le festività natalizie.

     

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    Gli piaceva l'America, gli piaceva l'ambiente del college, gli piacevano gli studi che aveva iniziato, a cominciare dall'inglese, che già conosceva ma voleva imparare alla perfezione perché ne comprendeva benissimo l'importanza e perché sapeva quanto gli sarebbe servito se fosse entrato nell'azienda dei genitori, che si occupa di export di prodotti alimentari in tutto il mondo, e dove quindi si lavora parlando soprattutto in inglese. Stava andando tutto così bene, nella vita di Claudio. E pure il suo diciottesimo compleanno si preannunciava fantastico. Lo avrebbe festeggiato a oltre settemila chilometri di distanza da casa, è vero.

     

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    Ma non lo avrebbe festeggiato da solo. I suoi genitori non se lo sarebbero mai voluto perdere un momento come quello, e da tempo avevano prenotato il volo per raggiungere il figlio e stare con lui in un giorno così importante. La sorella Martina, di poco più piccola, e le altre due più piccine gli avrebbero fatto gli auguri in videochiamata, ma papà e mamma no, loro sarebbero stati al suo fianco, avrebbero potuto abbracciarlo e baciarlo e brindare con lui. E invece da questo viaggio a New York torneranno con la vita stravolta.

     

    Hanno avuto il tempo di vedere il figlio giovedì, quando lo hanno raggiunto dall'aeroporto e hanno passato qualche ora insieme. Poi si erano dati appuntamento per l'indomani. Loro erano provati dal viaggio e dal jet lag, lui aveva già organizzato la serata con gli amici. Nessun problema, di tempo a disposizione ne avevano. «Ci vediamo domani», si erano detti. Programmando di dedicare la giornata a organizzare la festa per il compleanno. E invece in un momento tutto è cambiato. Un momento che nessuno sa nemmeno quando sia arrivato.

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    Sicuramente in piena notte, mentre i genitori di Claudio dormivano da un pezzo e pure lui era andato a letto. E dormivano anche i suoi compagni di stanza al collage. Sono stati gli altri ragazzi, al risveglio, ad accorgersi che Claudio era morto. Hanno chiamato - ormai inutilmente - i soccorsi e hanno avvertito Mauro e Elisabetta. Che si aspettavano un'altra telefonata, un'altra giornata. Un'altra vita.

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