Ferruccio De Bortoli per www.corriere.it
evasione fiscale 1
C’è uno spiacevole equivoco, nel rapporto contrastato tra italiani e Fisco, che andrebbe subito sciolto, visti i difficili mesi che ci aspettano. L’attività di lotta all’evasione fiscale è stata necessariamente graduata e in parte fermata, dall’emergenza sanitaria. Doveroso. L’Agenzia per le Entrate e la Riscossione ha diramato una serie di disposizioni per non aggravare la condizione di coloro che stanno subendo i maggiori contraccolpi. Questo anche al di là delle sospensioni di pagamento dei tributi avvenute per legge. Il Fisco non può essere arcigno e insensibile alle crisi di liquidità personali e aziendali. Ne va della civiltà del Paese. Ma nemmeno rinunciare all’esazione del dovuto nei confronti di chi non è stato colpito dalla recessione, ha addirittura avuto incremento di reddito o è stato aiutato pur essendo un evasore.
L’equivoco
FERRUCCIO DE BORTOLI
L’Agenzia ha erogato oltre 6 miliardi di contributi a fondo perduto sulla base dei cali di fatturato e delle dichiarazioni al Fisco dei beneficiari. Dunque, l’equivoco di fondo è il seguente: se l’Erario continua la propria attività nei confronti dei contribuenti non in difficoltà - nel tentativo di recuperare somme che verranno destinate ad aiutare e sussidiare chi si è impoverito oltre che a curare chi sta male - non tiranneggia nessuno.
matteo salvini
Aiuta il Paese. Semplice? Non proprio. Quando il leader della Lega, Matteo Salvini, parlando martedì scorso in Senato, ha sostenuto la necessità di non far partire (da venerdì scorso, finita la moratoria) nove milioni di cartelle esattoriali, spacciando tutti i destinatari come contribuenti con l’acqua alla gola, dei quali lo Stato, presentandosi alla porta, decreterebbe il fallimento, ha compiuto una pericolosa semplificazione.
Utile dare uno sguardo alla Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva allegata alla recente Nota di aggiornamento del Documento di economia e Finanza (NaDef). Curioso che sia passata quasi del tutto inosservata. Ma anche questo è significativo. Non è tempo di incrementare la lotta all’evasione fiscale, si può legittimamente obiettare. Invece lo è.
Enrico Giovannini
La Commissione presieduta da Enrico Giovannini, creata con la legge di Bilancio del 2016, svolge un lavoro prezioso. Altri Paesi non hanno indagini così dettagliate sul fenomeno. Si dirà: sono sistemi con ben altri indici di disciplina tributaria. Vero, Ma non è sempre così.
Quanto è profondo il sommerso
Innanzitutto l’ampiezza del sommerso è stata valutata nel 2018 - e lo ha confermato l’Istat mercoledì scorso - in 211 miliardi, l’11,9% del Pil. In leggera riduzione rispetto alla punta massima che si registrò nel 2014, pari al 13%. Stiamo parlando di un altro mondo, pre Covid. Ma la sfida attuale è quella di non vedere di nuovo allargata questa zona nera dell’economia nella quale i diritti, soprattutto di chi lavora, vengono quotidianamente calpestati. Il sommerso non è una scorciatoia flessibile di necessità.
evasione fiscale 3
È un colossale freno alla produttività. Premia gli inefficienti oltre che i furbi. E deprime chi innova, investe, compete. Il tax gap (ovvero la differenza tra gettito teorico ed effettivo) è significativamente diminuito nel 2018 di 5 miliardi. A quota 86,2 miliardi. Dato provvisorio perché non conteggia l’Irpef da lavoro dipendente irregolare e le relative addizionali locali. Ma nella media tra il 2015 e il 2017, tenendo conto anche dei contributi non versati, il tax gap ammonta a 107 miliardi.
FERRUCCIO DE BORTOLI
Sensibile il recupero sul versante dell’Iva non corrisposta scesa da 36,8 a 33,3 miliardi, grazie soprattutto allo split payment — l’imposta trattenuta dallo Stato sui suoi acquisti — in seguito esteso a controllate e partecipate della Pa. La propensione a evadere di imprese e autonomi è diminuita, ma resta comunque al 66,8%, non proprio un livello fisiologico. Con un’Iperf non pagata pari a 26 miliardi. Miglioramenti sono stati notati per tutte le altre imposte (ma sull’Imu mancano sempre 4,8 miliardi) con l’eccezione della Tasi e del canone Rai. Quest’ultimo è nella bolletta elettrica dal 2016 — decisione che ha abbattuto l’evasione — ma i morosi nel 2018 sono oltre 1,8 milioni.
agenzia delle entrate
La relazione della commissione Giovannini calcola che la fatturazione elettronica abbia dato un gettito supplementare nel 2019 di 2,9 miliardi. Non solo, ha consentito di bloccare frodi intracomunitarie per circa un miliardo e scoprire falsi plafond Iva per esportatori abituali per 1,3. L’obbligo di trasmissione telematica dei corrispettivi per il commercio (con i nuovi registratori di cassa e device mobili che hanno interessato a fine luglio 1,2 milioni di operatori) sarà generalizzato nel 2021, con gli incentivi sui pagamenti digitali, e porterà ulteriori e significativi recuperi.
evasione fiscale italiana
Per quanto riguarda i redditi di natura finanziaria è interessante notare che veniva stimato nel 2016 un patrimonio complessivo di 1500 miliardi detenuto all’estero e non dichiarato da residenti Ue, compreso il Regno Unito. Per un mancato gettito di 45 miliardi. Con la Francia in testa (10,1), poi Germania (7,2) e Italia (2). Con gli scudi fiscali e le voluntary disclosure, l’Erario ha recuperato, dal 2001 ad oggi, 12,5 miliardi. Nel 2019 la lotta all’evasione ha realizzato un recupero di 19,8 miliardi con un incremento del 3,4%. L’agenzia delle Entrate ha fatto 590 mila 228 controlli. L’Inps ha accertato, sempre nel 2019, irregolarità contributive per 382 milioni.
evasione fiscale
L’eccezione
Il 2020 non farà testo per la guerra all’evasione fiscale. Ma non bisogna dimenticare che alcuni sussidi (in particolare i 600 euro poi elevati a mille) sono stati erogati senza condizioni. Anche a chi non ne aveva bisogno e forse era un evasore. Nell’emergenza si può chiudere un occhio.
MATTEO SALVINI CON LA MASCHERINA DI TRUMP
Ma poi no, perché si premiano i furbi ai danni di chi ha veramente bisogno. Una beffa poi per i tanti contribuenti onesti. Ed è un peccato che il Fondo per la riduzione della pressione fiscale, alimentato dall’attività di contrasto all’evasione, previsto dalla legge di Bilancio del 2016, per il prossimo anno sia di fatto azzerato proprio a causa del blocco delle attività di controllo e repressione. D’accordo, c’è la pandemia. Ma quello che si recupera dovrebbe andare a vantaggio di chi paga regolarmente tutto. La ratio con la quale si sono sostituiti gli studi di settore con gli indicatori sintetici di affidabilità (Isa) era quella di premiare chi si comporta bene. Se il fondo si prosciuga, si va nella direzione opposta.
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