Oggi l’Italia si risveglia. È il #VaccineDay.
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) December 27, 2020
Questa data ci rimarrà per sempre impressa. Partiamo dagli operatori sanitari e dalle fasce più fragili per poi estendere a tutta la popolazione la possibilità di conseguire l’immunità e sconfiggere definitivamente questo virus.
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Vaccino Covid: via ufficiale alle prime vaccinazioni in Italia all'ospedale Spallanzani di Roma, blindato dalle forze dell'ordine che presidiano gli ingressi. La professoressa Maria Rosaria Capobianchi, una delle ricercatrici che isolò il virus SARS-CoV-2, l'infermiera Claudia Alivernini e l'operatore sociosanitario Omar Altobelli, alle ore 7,20 sono stati i primi in Italia a ricevere il vaccino anti Covid-19 questa mattina.
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«Oggi l'Italia si risveglia. È il #VaccineDay. Questa data ci rimarrà per sempre impressa. Partiamo dagli operatori sanitari e dalle fasce più fragili per poi estendere a tutta la popolazione la possibilità di conseguire l'immunità e sconfiggere definitivamente questo virus». Così il premier Giuseppe Conte su Twitter a proposito del Vax Day.
«Questo vaccino è la strada che serve per chiudere una stagione difficile. Oggi è una giornata che aspettavamo, è un giorno bello, ci da fiducia ma serve ancora tanta cautela e attenzione. Non è finita abbiamo ancora molto da fare e bisogna resistere e rispettare le regoleì». Così il ministro della Salute Roberto Speranza presente allo Spallanzani di Roma con il commissario straordinario per l'emergenza covid Domenico Arcuri, il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, l'assessore alla Sanità del Lazio Alessio d'Amato e il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia.
Le dosi
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Le 9.750 dosi di vaccino Pfizer-BioNTech consegnate a tutti i Paesi europei oggi per il vaccino day sono in numero «simbolico». La distribuzione vera e propria - fa sapere il ministero della Salute in una nota - partirà dalla settimana che inizia il 28 dicembre e all'Italia arriveranno circa 470mila dosi ogni settimana.
«Non è la fine, è ancora lunga ma è l'inizio della fine. Passo dopo passo, grazie agli operatori sanitari, è l'inizio della fine», ha detto Nicola Zingaretti.
Il piano vaccinale
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«La prossima settimana verranno vaccinati medici, infermieri e personale sanitario», ha precisato il commissario straordinario per l'emergenza covid Domenico Arcuri.
«Mi sento benissimo, sono emozionata, ma ancora più che emozionata sono inorgoglita». Lo ha detto ai giornalisti Maria Rosaria Capobianchi, direttrice del Laboratorio di virologia dell'Inmi Spallanzani, la quale è stata tra le prime tre persone in Italia a ricevere il vaccino anti Covid-19 questa mattina. «Spero che questo privilegio sia esteso presto a tutti», ha aggiunto sottolineando che «non dobbiamo ancora cantare vittoria».
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Tra i primi vaccinati che l'infermiera Claudia Alivernini: «Ringrazio il direttore sanitario, dottor Francesco Vaia e la dirigenza delle professioni sanitarie, la dottoressa De Angelis, per avermi dato l'opportunità di essere qui oggi. Con profondo orgoglio con grande senso di responsabilità che oggi ho fatto il vaccino: piccolo gesto ma fondamentale per tutti noi». Romana di 29 anni, volto simbolo del personale sanitario in prima linea da mesi nella battaglia contro il coronavirus, questa mattina ha ricevuto il vaccino anti Covid allo Spallanzani.
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«Oggi sono qui come cittadina ma soprattutto come infermiera a rappresentare la mia categoria e tutti gli operatori sanitari che hanno scelto di credere nella scienza - ha detto l'infermiera -. Ho toccato con mano e visto con i miei occhi quanto sia difficile combattere questo virus, essendo stata in prima linea dall'inizio dell'emergenza: è stato doloroso assistere alle sconfitte che questo virus sha causato. Ma oggi c'è la consapevolezza che è un giorno importante e decisivo. La scienza la medicina sono l'unico mezzo insieme al senso civico di ognuno di noi che ci permetteranno di uscire vincitori da questa battaglia così dura. Lo dico col cuore: vacciniamoci, per noi per i nostri cari e per la collettività».
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Dello stesso avviso l'infettivologa Alessandra D'Abramo: «Mi sento una privilegiata. Fare in Italia per prima il vaccino contro questa brutta bestia non è una cosa da tutti i giorni. Il vaccino va fatto, è il primo passo, per il cambio di rotta, per battere questo virus maledetto. Per sconfiggerlo. Soltanto chi è stato qui a lavorare può comprendere ciò che abbiamo visto e passato. Dico a tutti di vaccinarsi. Abbiamo passato mesi duri, difficili, complicati anche da spiegare. L'incubo è iniziato il 29 gennaio con una coppia di cinesi. Da quel giorno non ci siamo più fermati. Oggi è un giorno di speranza. Ripartiamo da qui, insieme», ha concluso.
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