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    IL DIVANO DEI GIUSTI/2IN CHIARO COSA POSSIAMO VEDERE STASERA SENZA PARTITE? ALLE 21, TROVATE “IL COLORE VIOLA”, KOLOSSAL AFROAMERICANO DIRETTO DA STEVEN SPIELBERG, UNA SORTA DI “VIA COL VENTO” BLACK - SPIELBERG, CHE ERA STATO CHIAMATO DA QUINCY JONES, NON VOLEVA FARLO PERCHE' BIANCO, MA JONES LO CONVINSE. 'NON DOVEVI ESSERE UN ALIENO PER DIRIGERE E.T.?' - OCCHIO CHE ALLE 21, 15 TROVATE “THE LOBSTER” DI GIORGOS LANTHIMOS. NON È UN FILM FACILE MA… - VIDEO


     
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    IL CAMPIONE IL CAMPIONE

    Marco Giusti per Dagospia

     

    E in chiaro cosa possiamo vedere stasera finalmente senza partite? Beh. Su Rai Uno alle 21, 25 avete un film dove si parla di calcio, una cosa nuova, “Il campione” di Leonardo D'Agostini con Stefano Accorsi come professore che insegna quel che può insegnare a un calciatore coatto ma non stupido, Andrea Carpenzano, Ludovica Martino, Mario Sgueglia. Non è affatto male, in realtà. Su Tv2000 alle 21 puntano tutto su “La Bibbia”, kolossal prodotto da Dino De Laurentiis, diretto da John Huston.

     

    ulla bergryd michael parks la bibbia ulla bergryd michael parks la bibbia

    In un primo tempo De Laurentiis chiama alla regia ben quattro grandi maestri, Fellini, Visconti, Welles e Bresson. Il primo a firmare il contratto per girare uno degli episodi è Luchino Visconti, come leggiamo sui giornali del tempo in data 2 dicembre 1962. Si legge anche che lo sceneggiatore Christopher Fry, quello di Ben-Hur, avrebbe concluso la stesura del primo episodio, che si pensa di poter terminare, come sceneggiatura a fine mese.

    peter o toole la bibbia peter o toole la bibbia

     

    La data delle prime riprese dell’episodio di Visconti è il 1 aprile 1963. Fino a aprile 1963 i quattro nomi sono ancora Welles, Visconti, Fellini, Bresson. Da qualche parte si fa anche il nome di Akira Kurosawa. Nella lunga intervista che gli fece Peter Bogdnavocih, Orson Welles ne ricorda però solo tre: “Dovevamo essere Fellini, Bresson e io, tutti e tre. Poi, per un momento Dino mi ha persuaso a fare tutto il film da solo. Be’, intanto non riuscivo a pensare di fare il Giardino dell’Eden. E poi non volevo prendermi la responsabilità dell’intero film. Così mi sono preso una specie di buonuscita per la mia sceneggiatura delle sequenze di Abramo e Giacobbe e la cosa è finita così. Bresson e Fellini non sono stati così fortunati; credo siano ancora in causa con De Laurentiis”.

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    Anche Robert Bresson venne scritturato da De Laurentiis come regista, ma dopo aver girato la prima scena, il diluvio, venne allontanato dal produttore, che chiamò John Huston al suo posto per dirigere non un episodio, ma tutto il film. Huston chiese una preparazione di sei mesi prima di iniziare le riprese. Avrebbe voluto Charles Chaplin come Mosé e Igor Stravinsky come musicista. Al posto di Chaplin si metterà lui stesso e al posto di Stravinsky arriverà il giapponese Toshiro Mayuzumi.

     

    john huston pupella maggio la bibbia john huston pupella maggio la bibbia

    Richard Harris è Caino e Franco nero, pre-Django, è un Abele che non conosce ancora una parola d’inglese. E’ uno dei primi kolossal anglofoni con dei nudi integrali, quelli di Adamo e Eva, visto che i giovani Michael Parks e Ulla Bergryd non hanno controfigure. Nicoletta Machiavelli ricorda che venne chiamata a Roma da Danilo Donati per il ruolo di Eva, venne messa sotto contratto da De Laurentiis, ma non ebbe mai la parte. Michael Parks, lanciato dal film, venne messo contratto dalla Universal, ma la sua carriera venne stroncata sul nascere per dissapori con qualche boss del cinema.

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     Lo riscoprirà tanti anni dopo Quentin Tarantino, che gli ha fatto interpretare quasi tutti i suoi film e adora il suo accento texano. Ulla Bergryd interpreterà solo un altro film. Nella scena del Vello d’Oro è possibile riconoscere i ballerini di Julian Beck e Judith Malina. Dovrebbe esserci anche Pino Pascali, che fece qualche piccolo ruolo nel cinema. Lo scultore Leoncillo fece le statue di terra in cui si trasformano le donne.

    fuga da reuma park fuga da reuma park

     Su Cine 34 alle 21 avete invece “Fuga da Reuma Park”, diretto da Aldo Giovanni e Giacomo con il loro vecchio socio, Massimo Venier e interpretato ovviamente da loro stessi con una divertente apparizione di Ficarra e Picone. Non era un film riuscito, funzionò anche male al botteghino, perché univa una storiella coi tre invecchiati a loro vecchi cavalli di battaglia. Quando si comincia con i best of è sempre un segnale di crisi. Su Warner tv alle 21 avete l’ottimo thriller “L’esca” di Antoine Fuqua con Jamie Foxx, David Morse, Kimberly Elise.

    whoopi goldberg il colore viola whoopi goldberg il colore viola

     

    Ancora meglio, su Iris alle 21, trovate “Il colore viola”, kolossal afroamericano diretto da Steven Spielberg, tratto dal romanzo di Alice Walker con Whoopi Goldberg eroina di una epopea dove al razzismo si somma il machismo patriarcale, Danny Glover, Margaret Avary e Oprah Winfrey, una sorta di “Via col vento” black con pagine meravigliose e altre un filo disneyane. Ma attori e musica di Quincy Jones con partecipazioni speciali come Sonny Terry all’armonica sono favolose.

    il colore viola il colore viola

    In un primo tempo Spielberg, che era stato chiamato da Quincy Jones, non voleva farlo, non si sentiva preparato per affrontare una storia simile, troppo bianco, ma Jones lo convinse. “No, io voglio te. Non dovevi essere un alieno per dirigere E.T.?” Il film prese undici nomination (e non vinse nulla), ma non per la regia di Spielberg. Ci furono critiche, soprattutto dalla comunità nera, anche perché Spielberg tagliò la relazione lesbica fra Celie e Shug. Poi se ne pentì.

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    Su Canale 20, 05 un altro thrillerone, “Bastille Day” di James Watkins con Idris Elba, Richard Madden, Charlotte Le Bon, Kelly Reilly, José Garcia. Da vedere. In “Hostiles – Ostili” di Scott Cooper con Christian Bale, Rosamund Pike, Wes Studi, Adam Beach, Ben Foster, Jesse Plemons, Rai Movie alle 21, 10, ottimo film sulle guerre indiane con un taglio moderno che si vede con grande piacere. Almeno noi spettatori più vecchiotti.

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    Perché il western, specialmente quello girato con veri nativi nei grandi spazi americani, è un genere ultimamente poco frequentato, a parte The Hateful 8 di Quentin Tarantino, considerato antiquato, ma è quella dell’infanzia e della giovinezza di molti e permette sagge considerazioni sulla natura della violenza della società americana e degli uomini stessi, mette a confronto razze e sessi diversi.

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    Anche questo Hostiles sembra spesso sprofondare negli sterotipi del genere, soprattutto con ovvi legami a certi tardi film di John Ford, penso a Cheyenne Autumn, e deve sottostare alla nuova rilettura delle guerre coloniali indiane. Un po’ come gli western con aborigeni che ogni tanto ci arrivano nei festival dall’Australia. Così, non solo di devono chiamare gli indiani di un tempo “nativi”, ma devono essere rigorosamente interpretati da attori nativi, appunto. Non, come faceva lo stesso John Ford, da attori ungheresi dipinti di rosso, o da un Woody Strode nero con la parrucca.

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     Questo limita molto lo sviluppo dell’avventura pura, come ai gloriosi tempi del Technicolor anni ’50 e dei grandi film western degli stessi anni. Così, anche il personaggio interpretato magnificamente da Christian Bale, il dolente capitano Jo Blocker, reduce da molte sanguinose guerre indiane, che deve scortare il vecchio capo Falco Giallo interpretato da Wes Studi assiema alla famiglia dal New Mexico alle verdi valli del Montana che un tempo erano sue, è una sorta di reduce ferito che sta sprofondando in un baratro di malessere esistenziale terribile. In un piccolo ruolo al suo esordio trovate il giovanissimo Thimothée Chalamet.

     

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     Su Canale 27 alle 21, 10 potete fare un ripasso del primo film di supereroi di vasto successo internazionale, “Superman” di Richard Donner con Christopher Reeve, Marlon Brando, Margot Kidder, Gene Hackman, Glenn Ford, Maria Schell. Occhio che su Cielo alle 21, 15 trovate un film da festival che molto piacque al pubblico fighetto internazionale, “The Lobster” del greco Giorgos Lanthimos con Colin Farrell, Rachel Weisz, Léa Seydoux, Ben Whishaw, Olivia Colman, Aggeliki Papoulia.

     

    lobster 8 cannes film festival 2015 the lobster colin farrell lobster 8 cannes film festival 2015 the lobster colin farrell

    L’idea è che se non riesci a trovarti un compagno o una compagna entro un certo tempo, verrai trasformato in un animale da chi detiene il potere. Hai solo la possibilità di scegliere. Che volete diventare, uno stambecco, un cane, un armadillo? Colin Farrel decide per l’aragosta. Va detto che il film, scritto assieme a Efthimis Filippou. coprodotto da mezzo mondo e girato in gran parte in irlanda, non è né facile né gradevole, ma volutamente oscuro e sgradevole, pieno di humour tra Azcona e Ferreri, ma senza la loro leggerezza.

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    Ma lascia comunque il segno e il regista non perde la sua integrità e la sua visione assurda del mondo in questa operazione internazionale girata in inglese che cerca di descrivere, pur favolisticamente e con toni apocalittici, la mancanza di sentimenti dei poteri forti europei. In un mondo che potrebbe essere il nostro, gli uomini sono quindi obbligati a vivere in coppia. Chi rimane single è rinchiuso in un hotel-lager, dominato da una padrona, dove ha 44 giorni per trovare la sua compagna ideale. Se non la trova, verrà trasformato in un animale. A sua scelta.

    john c reilly in the lobster john c reilly in the lobster

     

    Il nostro protagonista, Colin Farrel, che arriva lì con il fratello Bob diventato un cane, sceglie come si è detto di diventare un'aragosta, perché vivono cento anni e possono procreare sempre. Beate loro. I giorni possono allungarsi se si colpiscono "i solitari", ribelli che vivono nel bosco. Ogni ribelle colpito, un giorno in più. Una donna senza cuore ne ha colpiti più di cento.

     

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    Arrivato alla fine dei 44 giorni, Colin Farrell, dopo un tentativo di coppia poco riuscito proprio con la donna senza cuore, Angeliki Papoulia, che gli uccide il fratello, scappa e va a vivere con una banda di ribelli nella foresta guidato da una rivoluzionaria, la bella Léa Seydoux, che impone a tutti la condizione di solitario. Niente sesso, insomma, niente relazioni, chi trasgredisce verrà duramente punito.

    c’era una volta il west c’era una volta il west

    In seconda serata trovate alle 23 su Cine 34 la commedia stralunata “Io c’è” di Alessandro Aronadio con Edoardo Leo, Margherita Buy, Giuseppe Battiston, Massimiliano Bruno, Giulia Michelini, alle 23, 55 il capolavoro di Sergio Leone “C’era una volta il west” con Charles Bronson, Henry Fonda, Claudia Cardinale, Jason Robards. Su La7 a mezzanotte il bel thriller inglese con vecchie spie “Page Eight” di David Hare con Bill Nighy, Rachel Weisz, Michael Gambon, Ralph Fiennes, Judy Davis, Tom Hughes. Bellissimo cast.

     

    scherzi da prete scherzi da prete

    Mi piacerebbe, confesso, rivedere “Scherzi da prete” di Pier Francesco Pingitore con Pippo Franco, Lino Toffolo, Cochi Ponzoni, Oreste Vianello, Bombolo, Cine 34 alle 00, 50, seguito dal rarissimo “Ti ho sposato per allegria” di Luciano Salce, tratto dalla commedia di Natalia Ginzburg, con Monica Vitti, Giorgio Albertazzi, Maria Grazia Buccella. A teatro, al posto della Vitti, c’era Adriana Asti, e al posto di Albertazzi il grande Montagnani.

    le ultime ore di vita di una vergine piccioli le ultime ore di vita di una vergine piccioli

    Chiudo con “Le ultime ore di una vergine” di Gianfranco Piccioli, che poi divenne produttore di successo, con Massimo Farinelli, figlio di un esercente di Perugia che fece un paio di film,  Don Backy, Sydne Rome, Sebastiano Amara, Rete 4 alle 3, 10.

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