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    È INIZIATO IL PROCESSO A EVAN GERSHKOVICH, LA PEDINA PIÙ IMPORTANTE IN MANO A PUTIN – IL GIORNALISTA AMERICANO DEL “WALL STREET JOURNAL” È ACCUSATO DI SPIONAGGIO: IERI LA PRIMA UDIENZA IN CUI È APPARSO MOLTO PALLIDO E CON I CAPELLI RASATI. PER I RUSSI, IL PROCESSO FARSA È UN’OCCASIONE GHIOTTA PER TRATTARE IL RILASCIO DI PRIGIONIERI DI PESO, COME VADIM KRASIKOV, PRESUNTO EX AGENTE DEI SERVIZI RUSSI…


     
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    1. EVAN GERSHKOVICH NELLA "BANCA DEGLI OSTAGGI" DI PUTIN

    Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”

     

    evan gershkovich in tribunale 1 evan gershkovich in tribunale 1

    Evan Gershkovich è ricomparso: con i capelli rasati, dimagrito, con un  sorriso ironico. Il giornalista del Wall Street Journal sembrava un ectoplasma nella gabbia di vetro in cui ha dovuto assistere alla prima udienza del processo russo contro di lui per spionaggio.

     

    Per qualche istante le telecamere lo hanno inquadrato, i fotografi ammessi in aula lo hanno fotografato, era lontano, si poteva vedere ma non toccare, era risucchiato in quella gabbia che sembra un acquario: lo spazio pubblico in cui ci siamo abituati a vedere gli oppositori di Vladimir Putin.

     

    Gershkovich è stato arrestato nella città russa di Ekaterinburg, dopo un anno Mosca ha formalizzato le accuse di spionaggio, un capo di imputazione fabbricato che potrebbe portare a una condanna altrettanto fabbricata: vent’anni. Il giornalista rifiuta le accuse, non è una spia, indagava per il Wall Street Journal, non per la Cia, l’agenzia di intelligence americana.

     

    vladimir kara murza 2 vladimir kara murza 2

    Dietro al vetro tutti finiscono per assomigliarsi: Gershkovich, gli oppositori politici Vladimir Kara-Murza e Ilya Yashin, il fisico Oleg Orlov, il poeta Artem Kamardin, la poetessa Evgenia Berkovich. Alexei Navalny stesso assomigliava a tutti loro: la condizione del prigioniero del regime muta la fisionomia, spuntano tratti simili, lineamenti diversi uniformati dal vetro dell’acquario degli imputati.

     

    […]  

    Gershkovich è finito nella “banca degli ostaggi”, assieme al marine americano Paul Whelan arrestato a Mosca nel 2018 con la stessa accusa del giornalista. Anche questa volta, come accadde con Daniloff, Mosca sta mettendo da parte prigionieri per avere indietro qualcuno detenuto nelle carceri americane o europee, come Vadim Krasikov, arrestato a Berlino per l’omicidio di un ex combattente ceceno nel parco Tiergarten. I processi sono lunghi, più trascorre il tempo più le pressioni sono forti.

     

    ultimo video di alexei navalny dal carcere 1 ultimo video di alexei navalny dal carcere 1

    Con la sua politica dei prigionieri usati come merce di scambio, il Cremlino ha già ottenuto  risultati anche di  recente: nel 2022 venne arrestata la cestista americana Brittney Griner accusata di aver introdotto droga in Russia, venne scambiata  con  Viktor Bout, il trafficante d’armi più famoso al mondo, per anni al secondo posto nella lista delle persone più ricercate dagli Stati Uniti. Al primo posto c’era Osama bin Laden, il capo di al Qaida che organizzò l’attacco contro le Torri gemelle e il Pentagono nel 2001.

     

    2. TRE MINUTI IN GABBIA, POI LE PORTE CHIUSE. PROCESSO A GERSHKOVICH IN STILE SOVIETICO

    Estratto dell’articolo di Giuseppe Agliastro per "La Stampa"

     

    putin biden putin biden

    Adesso ha i capelli rasati, come molti detenuti in Russia. Sulle labbra ha un sorriso leggero, appena accennato. Tiene le braccia conserte. Ogni tanto saluta qualcuno, sorride in maniera più aperta. È apparso così Evan Gershkovich nel suo primo giorno alla barra degli imputati […]. Appena tre minuti, poi è iniziato il processo che lo vede accusato di "spionaggio".

     

    Che cosa sia successo in questa prima udienza al tribunale di Yekaterinburg però è difficile dirlo, perché il processo al corrispondente del Wall Street Journal si svolge a porte chiuse. È una sorta di processo segreto. Un processo che molti osservatori ritengono di chiara matrice politica e basato su imputazioni prive di fondamento.

     

    evan gershkovich in tribunale evan gershkovich in tribunale

    Evan Gershkovich è il primo giornalista americano arrestato in Russia con accuse di "spionaggio" dai tempi dell'Unione sovietica. Secondo gli investigatori, avrebbe raccolto «informazioni segrete» sulla UralVagonZavod: un'industria che produce carri armati per le truppe del Cremlino che hanno invaso l'Ucraina. E lo avrebbe fatto «su istruzioni della Cia». Ma le autorità russe non hanno presentato nessuna prova a conferma delle loro accuse. E sono in tanti a pensare che dietro questa vicenda vi sia in realtà il braccio di ferro politico tra Mosca e Washington, l'ennesimo schiaffo di Putin alla libertà di stampa.

     

    «Il giornalismo non è un crimine», denunciano i familiari del reporter, mentre il Wall Street Journal parla senza mezzi termini di «un processo farsa tenuto in segreto e basato su accuse inventate».

     

    […] Putin […] in questi anni ha inasprito la repressione di ogni forma di dissenso, violando i diritti umani e facendo carta straccia della libertà di espressione. Inoltre, diversi cittadini americani sono stati arrestati in Russia per imputazioni ritenute politicamente motivate o magari dei pretesti per usare queste persone come «pedine di scambio».

     

    LO SCAMBIO TRA BRITTNEY GRINER E VIKTOR BOUT LO SCAMBIO TRA BRITTNEY GRINER E VIKTOR BOUT

    Qualcuno è stato rilasciato. La stella del basket Brittney Griner, per esempio, scambiata con Viktor Bout, in cella negli Stati Uniti per accuse di traffico di armi e soprannominato «il mercante di morte». Altri invece sono ancora dietro le sbarre. E tra loro c'è appunto Gershkovich, che ha trascorso gli ultimi 15 mesi in un'angusta cella del famigerato carcere Lefortovo di Mosca e rischia fino a 20 anni di reclusione.

     

    Ora l'attenzione è tutta rivolta verso un possibile scambio di detenuti che permetta la sua scarcerazione. Putin stesso ha fatto capire di essere pronto a rilasciare il giornalista. Ma in cambio vuole la liberazione di Vadim Krasikov: un presunto ex agente dei servizi russi in carcere in Germania con l'accusa di aver ucciso un ex comandante dei separatisti ceceni.

     

    evan gershkovich in tribunale evan gershkovich in tribunale

    Sembra accennare a un possibile compromesso anche un'enigmatica frase pronunciata ieri da Sergey Ryabkov. Il numero due della diplomazia russa ha infatti invitato gli Usa a "considerare seriamente" i "segnali" che, a suo dire, avrebbero ricevuto "attraverso canali appropriati". […] Da parte sua, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, ha dichiarato che Washington sta "continuando a lavorare per il rilascio" […] "facendo tutto il possibile". […]

     

    brittney griner arriva in aula in manette brittney griner arriva in aula in manette

     Il Cremlino però frena. O almeno si muove con cautela. Rispondendo alle domande dei giornalisti, il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha dichiarato che per ora non si può parlare di "segnali" di un possibile scambio che porti al rilascio di Gershkovich, ha affermato che quello degli scambi di detenuti è un argomento che "ama il silenzio". E soprattuto ha ribadito che prima si deve concludere il processo. La prossima udienza è stata fissata per il 13 agosto, fra sette settimane: una decisione che secondo alcuni analisti farebbe intravedere tempi lunghi.

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