sisto malaspina crowe
È un italiano che con il suo bar aveva fatto conoscere il caffè espresso a Melbourne diventando un’istituzione nella città australiana la vittima dell’attacco terroristico di venerdì. Il 74enne Sisto Malaspina, comproprietario di Pellegrini’s Café, popolarissimo ritrovo vicino al Parlamento dello Stato di Victoria, è stato ucciso dal 30enne di origini somale, Hassan Khalif Shire Ali che ha aggredito passanti e poliziotti con un coltello nel centro di Melbourne, a Bourke Street.
Il suo nome, così come la sua gentilezza e il perenne sorriso, erano amatissimi dagli avventori del Pellegrini’s Cafe, tra cui l’attore Russell Crowe. Da quanto riportano alcuni media locali, è stato lo stesso Sisto, ignaro, ad accorrere in aiuto del giovane quando la sua macchina ha preso fuoco ed è stato colpito a morte. Il suo assassinio ha sconvolto tanti a Melbourne, come dimostrano i fiori e i tributi lasciati fuori dal caffè che ha abbassato le serrande fino a lunedì.
sisto malaspina nino pangrazio
attacco a melbourne 9
Un dolore terribile per Nino Pangrazio, suo socio da una vita: si conoscevano da 54 anni e lavoravano insieme da 44. «Amava la vita, era sempre contento, mai una brutta parola, sempre con il sorriso sulla faccia e la battuta pronta». «Una parte importante della mia vita se ne è andata», ha aggiunto, sostenendo che proprio la settimana scorsa a Sisto era nata una nipote, la prima. A ricordarlo su Twitter sono in tanti, a cominciare dall’attore Russell Crowe che, in italiano, scrive: «Sisto, il mio cuore si spezza...». «Frequentavo il Pellegrini’s fin dal 1987, non sono mai passato da Melbourne senza andare a trovare Sisto», ha aggiunto, dicendosi, sempre in italiano, «così triste». «Era come lo zio preferito, una delle ragioni per le quali amo andare a Melbourne. Quando ci siamo conosciuti, io ero un attore di teatro mal pagato, lui mi ha sempre trattato come un principe», ha scritto l’attore australiano in un altro tweet, rilanciando i messaggi di cordoglio di altri personaggi, tutti smarriti per la fine del popolarissimo gestore del bar, figura molto conosciuta nella comunità italiana di Melbourne composta da 280.00 persone e apprezzata da tutti.
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Tra gli avventori del suo caffè che ne piangono la morte c’è anche il leader dell’opposizione laburista, Bill Shorten che, sempre su Twitter, ha parlato di una notizia «scioccante, irreale e straziante»: «Frequentavo il Pellegrini’s fin dai tempi della scuola, ho visto Sisto lunedì scorso, ha insistito perché provassi una fetta della sua torta alle mandorle. È un’icona di Melbourne e un vero signore. Impossibile immaginare la devastazione della sua famiglia e dello staff». Il comico e presentatore tv Charlie Pickering ha ricordato come abbia «imparato ad amare il café al Pellegrini’s, ne ho presi tanti da Sisto negli anni», mentre l’attore e musicista Anthony Field ha «il cuore spezzato per la perdita di un simile grand’uomo e un amico per così tanti (me incluso) a causa di un atto di violenza senza senso».
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Ma ci sono anche moltissime persone comuni che sulla Rete hanno ricordato il loro incontro con Sisto Malaspina. Il Pellegrini’s era noto per essere stato il primo della città ad avere la macchina per il caffè espresso e per lo stile anni ‘50 che non era cambiato quasi per niente con il trascorrere del tempo. Come aveva spiegato lo stesso Sisto Malaspina in un’intervista a Hospitality Magazine l’anno scorso, «il Pellegrini’s ha assistito a molti cambiamenti nei suoi 60 anni ma ne ha adottati pochi». Aperto nel 1954 e rilevato dalla coppia di soci nel 1974, non aveva mai modificato il menù, una rotazione di tradizionali piatti di pasta italiani.
sisto malaspina
«Questo è il modo in cui il cibo dovrebbe essere preparato: non cibo contemporaneo, ma tradizionale, fatto in casa», «ingredienti freschi, presi dai coltivatori al mercato ai negozi, tutto fatto a mano». E parlando di sé, solo il mese scorso all’emittente nazionale Sbs, raccontava di «sentirsi come un nonno onorario per molti». «Sono stato benedetto da una buona salute» e quindi «continuo a lavorare le mie 70 ore settimanali come facevo 45 anni fa. Non mi muovo veloce, non faccio così tanti scalini, ma mi piace ancora farlo, mi sento necessario».
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