putin e la minaccia nucleare 7
Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”
Il conto alla rovescia verso l'ora più buia è cominciato. Ci sono tre mesi, quattro al massimo, per impedire che l'invasione dell'Ucraina inneschi un'escalation dove l'uso di ordigni nucleari non è più escluso. Vladimir Putin ha preso la decisione più rischiosa per il suo sistema di potere ma anche per la sicurezza mondiale. Non può tornare indietro: adesso è ancora più obbligato a insistere nella prova di forza, sia sul campo di battaglia che nel confronto con l'Occidente.
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[…] Come e dove verrebbe usata l'arma "tattica" è un segreto. Il targeting, ossia la disciplina che determina la scelta dei bersagli, è una sintesi di valutazioni politiche e militari complesse, in cui il calcolo dei danni inflitti si accompagna a quello delle potenziali ritorsioni. […] Sono circolate due ipotesi. La minima: l'Isola dei Serpenti, lo scoglio occupato dai russi e poi riconquistato. Sin dall'inizio dell'invasione è diventata l'icona della resistenza, cancellarla con un fungo atomico trasmetterebbe un messaggio feroce all'intera nazione.
LA BASE DI GHEDI
Inoltre, nelle ciniche stime dei generali viene evidenziato che non ci sarebbero vitti me civili e il fall out - la pioggia di ceneri contaminate - si disperderebbe in mare. […] la lista della possibile rappresaglia si spinge a fino a includere il massimo dell'orrore: la distruzione di un centro abitato nella regione di Leopoli, al confine con l'Europa. Anche con la testata più piccola ci sarebbero migliaia tra morti e feriti, con una nuvola radioattiva che raggiungerebbe pure la Polonia e forse i Paesi baltici. […]
BASE USA DI AVIANO
Come reagirebbe l'Alleanza Atlantica? Kiev non ne fa parte e non ci sono piani per uno scenario così mostruoso. Fino al 1991 le testate "tattiche" erano previste dai comandi Nato come mezzo per contrastare l'assalto delle divisioni corazzate sovietiche, poi con il disarmo collettivo la questione è stata archiviata. Non tutti gli ordigni di questo tipo però sono stati smantellati. Gli Stati Uniti hanno mantenuto in servizio circa cinquecento bombe B-61, in parte destinate a venire sganciate dagli aerei alleati.
BASE USA DI AVIANO
Ed ecco che i venti di guerra possono spingersi fino all'Italia, perché le basi atlantiche più vicine all'area del conflitto sono nel nostro territorio. Nell'aeroporto di Aviano, in provincia di Pordenone, c'è una ventina di B-61 per i jet dell'aviazione americana. Altrettante - il numero esatto è top secret - si trovano a Ghedi, non lontano da Brescia: sono in un bunker statunitense ma verrebbero impiegate dai caccia Tornado della nostra Aeronautica. […]