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    MA E’ LA DAVIS O UN PIGIAMA PARTY? L’ITALIA E’ FUORI, FOGNINI E BOLELLI SCONFITTI ALLE 4.03 DEL MATTINO - RITIRI E ORARI FOLLI, PIOGGIA DI CRITICHE SULLA NUOVA FORMULA – LA POLEMICA FEDERER-PIQUE’, ORGANIZZATORE DELL’EVENTO, CON IL DIFENSORE DEL BARCELLONA CHE ATTACCA ROGER: “IL SUO BOICOTTAGGIO? PENSI CIO' CHE VUOLE. LA SVIZZERA NON SI È QUALIFICATA”-  LA PROPOSTA DI NADAL DI UNIRE DAVIS E LA COPPA DEL MONDO ATP DI GENNAIO E IL TENNIS AL BIVIO TRA NOVITA' E CONSERVAZIONE...


     
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    Angelo Carotenuto per la repubblica.it

     

    fognini berrettini fognini berrettini

    Se è vera la teoria secondo cui il tennis l' ha inventato il diavolo, il diavolo alla Davis di Piqué si sta divertendo un sacco. Dinanzi al gemito purista contro questa Coppa fast food, mozzata da 5 set a 3, ha deciso di metterci la mano per farli durare fino allo sfinimento. Così Gran Bretagna- Olanda, cominciata alle 11 del mattino, ha infilato un singolare da 2 ore e 50', un altro da 2 e 25', un doppio da 2 e 02'. Australia-Belgio, a seguire sullo stesso campo, è iniziata con oltre due ore di ritardo.

     

    Proprio come Italia-Usa che gli azzurri dovevano vincere 3-0 per sperare ancora nei quarti. La sfida precedente, Argentina- Germania, è incappata nella diabolica circostanza di un doppio durato 3 ore e 18', con un tie-break finale chiuso 20-18 per i tedeschi, nuovo record della Davis.

     

    Tutto molto puro, molto classico, molto bello. Se non fosse che immaginando se stessa come fast tennis, la nuova Davis aveva messo in calendario i match della sera (due singolari e un doppio) dalle 18. Più antidoping, conferenza stampa e rientro in albergo. Già Italia-Canada lunedì aveva mandato a letto i giocatori alle 3 del mattino. In Spagna-Russia di martedì il doppio decisivo è iniziato un quarto d' ora prima dell' una. Sintesi: non si dorme mai.

    fognini bolelli fognini bolelli

     

    Accanto a un montepremi super e all' eccellenza negli aspetti cari ai giocatori (bei campi, spogliatoi, trasporti), per Nadal questa storia degli orari «è il solo aspetto negativo del torneo. Crea problemi ai giocatori e agli spettatori che la mattina dopo devono alzarsi presto per andare al lavoro». Soluzione? «Si potrebbe iniziare prima, a costo di anticipare alle 9 la sessione mattutina». Ma la mattina, per esempio, non piace troppo a Murray: «Bisogna essere pronti alle 10, nei tornei non ci siamo abituati, ma sono certo che le cose andranno meglio in futuro».

     

    Un futuro che Djokovic immagina con dei ritocchi. «Sostengo la necessità di un cambiamento. La Davis perdeva interesse, io non venivo da due anni e mezzo. Ogni cambiamento richiede un sacrificio, per me il più grande è rinunciare a giocare per la Serbia in Serbia». Arriverà il momento della discussione sul format, la compatibilità con la Coppa del mondo Atp di gennaio, la data ideale di settembre che la Laver Cup di Federer non vuole cedere.

     

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    Arriverà il momento - quando i Big 3 non ci saranno più - di chiedersi come tirar dentro Tsitsipas che non ha una Grecia alle spalle. La verità è che il tennis si trova a un bivio noto allo sport intero. La pallavolo ha cancellato il cambio palla 21 anni fa. La durata diventava un problema per le tv che finanziano la giostra e per il pubblico. Il tennis deve scegliere tra conservazione e fruizione. È dolce cantare le leggendarie gesta del 70-68 di Isner-Mahut in 11 ore a Wimbledon 2010: ma quanti dei suoi storyteller l' hanno poi vista tutta?

     

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    Il fast tennis è nei pensieri dell' Atp già prima della nuova Davis. La Next-Gen (game a 4, vantaggi aboliti, gli allenatori che parlano in cuffia ai giocatori) è molto più distante dalla classicità rispetto a Piqué. Ma se i papi si dimettono, il rap vince a Sanremo e le Olimpiadi aprono alla break-dance aspettando gli esports, anche il tennis ha capito di dover parlare a una società cambiata. Due ricercatori del Dipartimento di Scienze Statistiche dell' Università di Padova, Francesco Lisi e Matteo Grigoletto, hanno esaminato i dati di 20 mila partite stabilendo che la percentuale di mandare un match oltre le tre ore scende dal 25% al 15% con l' abolizione dei vantaggi, e al 10% con l' abolizione della seconda di servizio. Sarebbe uno shock. Anzi: sarà uno shock. Prima o poi. Ma Nadal va a dormire prima.

     

     

    FEDERER-PIQUE'

    Da ilposticipo.it

     

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    È iniziata la Coppa Davis, ma non sono finite le polemiche. Il nuovo format del torneo, ritoccato dalla Kosmos di Gerard Piquè, ha fatto parecchio discutere e soprattutto ha avuto e ha tuttora un avversario non semplice da affrontare. A Roger Federer la nuova Davis non piace, al punto di averla definita…Coppa Piquè. E lo svizzero ha tenuto il punto, non presentandosi al torneo nonostante il difensore del Barça abbia confermato (non senza polemiche) di averlo invitato. In una intervista a Marca, il centrale di Valverde torna proprio sul rapporto con King Roger e sui motivi del contendere. E come al solito non risparmia qualche frecciata…

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    CONCORRENZA – “Capisco il suo punto di vista e cerco di capire i motivi per cui ce l’ha. E in questo caso il motivo è che Federer ha un suo torneo, la Laver Cup, uno spettacolo molto ben organizzato. E capisco che possa vedere la Coppa Davis come concorrenza. Noi invece ci consideriamo qualcosa di diverso, visto che il nostro torneo ha una storia lunga 119 anni…”. Primo attacco allo svizzero, sottolineando come, che piaccia o no, il torneo organizzato dalla Kosmos sia a tutti gli effetti l’erede della storia centenaria della “vecchia” Davis. A differenza della Laver Cup, modellata sulla Ryder Cup di golf ma di recentissima creazione.

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    FUTURO – Ma il parere di Federer sembra contare poco per Piquè. “Lui può pensare quello che vuole, noi andiamo avanti per la nostra strada. Rispettiamo la sua scelta di non venire a giocare qui, ma la Svizzera comunque non si è qualificata. Se si fosse qualificata, avremmo visto cosa sarebbe successo. Ma credo che invece di concentrarsi su un solo giocatore sia meglio pensare al presente e al futuro. Qui c’è l’Italia, con Fognini e Berrettini, ci sono i russi e tante squadre giovani, con giocatori che si contenderanno i tornei per i prossimi dieci anni”. Dunque, Federer non è necessario. E Piquè ha…servito, aprendo un nuovo set. Ora chissà come risponderà lo svizzero…

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