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    “TIRO A SEGNO”: TERZO ORO A RIO - NICCOLO’ CAMPRIANI LO CONQUISTA CON LA CARABINA DA 10 METRI - A LONDRA AVEVA CONQUISTATO L’ARGENTO - METICOLOSO E MANIACO DELLA PRECISIONE: SUL FUCILE HA APPLICATO LE TECNOLOGIE DELLA FERRARI


     
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    Da “gazzetta.it

     

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    Difendeva l'argento olimpico di Londra, ma scrupoloso e maniacale com'è il fiorentino ha voluto fare di più. Accontentarsi non fa parte del suo dizionario. Quattro anni fa Niccolò Campriani nella carabina vinse l'argento, questa volta è oro.

     

    Il professore, come è soprannominato il 28enne ingegnere fiorentino, è un predestinato: pluricampione europeo, ha una cultura del lavoro e del dettaglio maniacali, tanto da svolgere uno stage in Ferrari per studiare in prima persona le tecnologie della Rossa da esportare alla sua carabina. In finale ha dominato, imponendosi con 206,1 punti sull'ucraino Serhiy Kulish (204,6) e il russo Vladimir Maslennikov (184.2).

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    Per Niccolò si tratta del secondo alloro olimpico dopo il titolo conquistato ai Giochi londinesi nella tre posizioni 50 metri.

     

    Da quattro anni a questa parte il tiratore azzurro ha collaborato a lungo per lo sviluppo della sua specialità e della sua arma. Anche per questa finale ha provveduto a sviluppare ulteriormente la carabina rispetto a quella usata in qualificazione.

    Niccolo Campriani Niccolo Campriani

     

    "I materiali incidono tantissimo: pensare che si vinca solo con il cuore e la testa è un po' naif, non si parte tutti nelle stesse condizioni", spiegava tempo fa. Oltre a lavorare sulla carabina, Campriani è stato coinvolto nei progetti Coni-Ferrari a Maranello per tiro a segno, tiro con l'arco e sport invernali.

     

    NICCOL CAMPRIANI NICCOL CAMPRIANI

    “Nel 2014 – raccontava Campriani alla vigilia - mi divertivo meno, stava mutando la mia passione per il tiro e cercavo dello svago quando prima lo avevo sempre trovato nello sport. Ed è arrivata la possibilità di Maranello. Non mi hanno chiesto di sparare alle gomme delle altre macchine... Abbiamo costruito un macchinario per abbinare le cartucce alle nostre carabine, per eseguire dei test in condizioni veritiere e sarà un'esclusiva della squadra italiana. Vivere solo da atleta professionista è molto difficile, lo sport è un tassello importantissimo della mia vita, ma è solo uno dei tanti aspetti. Le medaglie sono importanti, ma non sono la priorità. A Rio la cosa più importante sarà lasciare linea di tiro senza rimpianti". Missione compiuta

     

     

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