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    “E-MAIL E WHATSAPP SONO CORRISPONDENZA” - LA CORTE COSTITUZIONALE, A DIFFERENZA DI QUANTO STABILITO DALLA CASSAZIONE, DÀ RAGIONE A RENZI E ACCOGLIE IL CONFLITTO SOLLEVATO CONTRO LA PROCURA DI FIRENZE CHE HA INDAGATO SULLA FONDAZIONE OPEN (MATTEONZO È ACCUSATO DI FINANZIAMENTO ILLECITO INSIEME AGLI EX MINISTRI BOSCHI E LOTTI, ALL'AVVOCATO ALBERTO BIANCHI E A MARCO CARRAI) - MA SU UN ALTRO ASPETTO LA CORTE HA DATO RAGIONE ALLA PROCURA E TORTO A RENZI...


     
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    Estratto dell’articolo di Antonella Mascali e Valeria Pacelli per il Fatto Quotidiano

     

    matteo renzi foto di bacco (9) matteo renzi foto di bacco (9)

    La Corte costituzionale cambia una parte delle regole per le indagini penali dei pubblici ministeri che si imbattano in parlamentari: amplia la loro immunità. Avrà effetti non solo su Matteo Renzi la sentenza numero 170 con la quale la Consulta ieri ha dato ragione al Senato e al leader di Italia Viva nel conflitto sollevato contro la Procura di Firenze che ha indagato sulla Fondazione Open.

     

    I giudici hanno stabilito che i pm non potevano acquisire “senza preventiva autorizzazione del Senato” mail e Whatsapp: né quelli di Renzi, parlamentare, e nemmeno quelli “a lui diretti, conservati in dispositivi elettronici appartenenti a terzi, oggetto di disposizioni di sequestro nell 'ambito di un procedimento penale a carico dello stesso parlamentare e di terzi”.

     

     

    La Corte, a differenza di quanto stabilito in altre sentenze dalla Cassazione, ha ritenuto che questo tipo di messaggistica sia “riconducibile alla nozione di 'corrispondenza' costituzionalmente rilevante”, ecco perché i pm avrebbero dovuto chiedere l'autorizzazione parlamentare al sequestro.

     

    LA CENA DEL 15 GENNAIO 2016 TRA IL GIGLIO MAGICO E I DONATORI DELLA FONDAZIONE OPEN LA CENA DEL 15 GENNAIO 2016 TRA IL GIGLIO MAGICO E I DONATORI DELLA FONDAZIONE OPEN

    Su un altro aspetto, invece, la Corte ha dato ragione alla Procura e torto al Senato e a Renzi: non serviva l'autorizzazione per il sequestro dell'estratto conto bancario “in quanto non era stato spedito dalla banca al parlamentare, ma allegato a segnalazioni di operazioni bancarie (...) della Banca d'Italia”.

     

    (...)

     

    La decisione della Consulta, comunque, non dovrebbe incidere sul procedimento in corso a Firenze, che riprenderà il 22 settembre in udienza preliminare. Renzi è accusato di finanziamento illecito insieme agli ex ministri Maria Elena Boschi e Luca Lotti, all'avvocato Alberto Bianchi e all'imprenditore Marco Carrai. Quest'ultimo ha anche incassato diversi pareri favorevoli della Cassazione, dove aveva fatto ricorso contro i sequestri subiti nel 2019: l'ultimo, senza rinvio, a febbraio 2022 quando i giudici hanno anche stabilito la restituzione, senza trattenere copia, dei dispositivi sequestrati.

    RENZI BOSCHI LOTTI RENZI BOSCHI LOTTI

     

    Se ieri per Renzi è stato “il giorno del trionfo del diritto”, in questi mesi non ha perso occasione per attaccare i pm fiorentini, contro i quali ha depositato alcune denunce a Genova. Qui una prima denuncia per abuso d'ufficio è stata archiviata: per i giudici i colleghi toscani non hanno violato la legge nell'acquisire i messaggi del politico senza l'autorizzazione del Senato. Un'opposizione opposta a quanto sostenuto ieri dalla Consulta.

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