Harriet Frank Jr rip
Marco Giusti per Dagospia
harriet frank jr con il marito irving ravetch
Se ne va una delle più grandi sceneggiatrici di Hollywood, Harriet Frank Jr, 96 anni. A lei si devono dei grandi classici del cinema come “Hud il selvaggio”, “Hombre”, “La lunga estate calda”, tutti con Paul Newman, “A casa dopo l’uragano” con Robert Mitchum, “I Cowboys”, uno dei rari western dove John Wayne muore, ma anche tanti film innovativi e coraggiosi come “Norma Rae” con Sally Field, “Conrack” con Jon Voight, fino a “Lettere d’amore” con Robert De Niro e Jane Fonda.
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Assieme al marito Irving Ravetch, che se ne è andato dieci anni fa, ha scritto e in parte prodotto ben 21 film, portando al cinema grandi romanzi di William Faulkner, William Inge, Elomre Leonard e Larry McMurtry. Fondamentale, per Hollywood, fu il loro rapporto con il regista Martin Ritt, appena uscito dal maccartismo, col quale fecero otto film, da “La lunga estate calda” a “Lettere d’amore”, e con Paul Newman, che in gran parte ne fu protagonista spesso insieme alla moglie Joanne Woodward.
paul newman la lunga estate calda
Nata come Harriet Goldstein a Portland, Oregon, nel 1923 (anche se altre fonti riportano 1917), figlia di un venditore di scarpe e di una mamma con voglie letterarie, fu proprio la madre, dopo aver cambiato il nome della famiglia da Goldstein in Frank, a spostare tutti a Los Angeles dove lei aveva trovato lavoro come story editor per la MGM. Fu a Hollywood, dove era stata assunta nella scuola per sceneggiatori della MGM, che Harriet incontrò il futuro marito Irving Ravetch, che sposò nel 1946, anche se dopo la luna di miele, raccontava, scoprirono di essere stati licenziati tutti e due.
harriet frank jr con il marito irving ravetch 2
Passarono così alla Warner Bros. Giovanissima, se è vero che è nata nel 1923 e non nel 1917, Harriet Frank si fa le ossa con una serie di western della Warner, cominciando con un vero e porprio capolavoro come “Silver River” di Raoul Walsh con Errol Flynn, ma scive pure “Ten Wanted Men” di H. Bruce Humberstone “Whiplash” di Lewis Seiler e “All’ombra del patibolo” di Nicholas Ray con James Cagney, che fu anche il primo film che firma assieme al marito, Irving Ravetch. Con “La lunga estate calda”, 1958, tratto dal romanzo di William Faulkner, inizia la loro collaborazione con Martin Ritt, Paul Nwman e Joanne Woodward. Non è solo un grande successo, dimostra anche che Hollywood può trattare i classici letterari moderni a livello popolare.
hud il selvaggio 1
Di Faulkner, ammettevano gli stessi sceneggiatori, rimaneva poco, ma il pubblico apprezzò molto. Ripetono l’operazione con “L’urlo e la furia”, sempre di Ritt con Joanne Woodward e Yul Brynner al posto di Paul Newman. Fu un successo anche “A casa dopo l’uragano” diretto da Vincente Minnelli con Robert Mitchum, Eleanor Parker e George Peppard per la MGM, ma di certo fu più innovativo “Hud il selvaggio” diretto da Martin Ritt con Paul Newman e Patricia Neal, dove portarono per la prima volta in scena un romanzo di Larry McMurtry, allora giovane scrittore western.
hud il selvaggio 2
Fu poi la volta di “Hombre”, grandioso western di Martin Ritt con Paul Newman e Richard Boone. Firmarono con lo pseudonimo “James P. Bonner” i film che forse non vedevano in linea con il loro lavoro più impegnato, come “Il castello di carte” di John Guillermin con George Peppard e Orson Welles, “Il caso Carey” di Blake Edwards con James Coburn, tratto da un racconto di Michael Crichton. Tornarono a Faulkner con “Boon il saccheggiatore” di Mark Rydell con Steve McQueen, al western con l’ottimo “I cowboys” di Mark Rydell con John Wayne e con “La banda di Harry Spikes” di Richard Fleischer con Lee Marvin. Ma furono lavori maggiori, premiatissimi, anche se mai con l’Oscar, malgrado le tante nominations, “Conrack” e “Norma Rae” di Martin Ritt, dove trattorono temi sociali importanti. Con Martin Ritt girarono ancora “L’amore di Murphy” con Sally Field” e “Letter d’amore”, 1990, con Jane Fonda e Robert De Niro, che fu l’ultimo film sia per Ritt, che morì poco dopo, sia per loro. Rispetto al loro metodo di lavoro, raccontavano:
a casa dopo l'uragano
irving ravetch harriet frank jr
"È davvero una pura collaborazione nel senso che ci riuniamo, parliamo a lungo esaustivamente dei problemi della stori, facciamo una sorta di scaletta insieme e ogni parola è davvero soppesata per l'approvazione di entrambi. La sceneggiatura non è tanto scritta quanto è parlata sulla pagina”.
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