Silvia Maria Dubois per "www.corriere.it"
mamma ebe gigliola giorgini
È morta «Mamma Ebe», uno dei personaggi più discussi della cronaca degli anni Ottanta e Novanta: arresti, accuse, decine di articoli e servizi tv, perfino un film e diversi “speciali” furono dedicati alla «Santona di Carpineta». Gigliola Giorgini, questo il suo vero nome, è morta ieri all’età di 88 anni all’ospedale Infermi di Rimini. Malata da tempo, dopo il rito funebre, il feretro sarà trasferito per la tumulazione al cimitero monumentale di piazzale Umberto Bartolani.
I guai giudiziari
«Mamma Ebe», persona super carismatica, fondò una presunta congregazione religiosa dal nome «Pia Unione di Gesù Misericordioso». Fu condannata a sette anni di reclusione, con sentenza del 2008, dal Tribunale di Forlì, per truffa ed esercizio abusivo della professione medica.
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Non solo: l’11 giugno 2010 alla sua porta bussano di nuovo le forze dell’ordine, viene di nuovo arrestata insieme al marito e a un collaboratore con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo della professione medica e alla truffa aggravata. Nella sua «biografia» giudiziaria si notificano anche altri 14 provvedimenti cautelari a carico di adepti e collaboratori della donna. Infine, il 16 marzo 2016, la Corte di Cassazione conferma la sentenza definitiva alla pena di 6 anni di reclusione.
La diffida della Chiesa
Le contestazioni e le suggestioni attorno al personaggio nascono, però, soprattutto dal suo «gruppo religioso». La Pia Unione di Gesù Misericordioso, fondata proprio da Mamma Ebe, operò nella zona di San Baronto, poi Borgo d’Ale in provincia di Vercelli e quindi Roma e Carpineta benché non fosse mai stata approvata o in altro modo riconosciuta dalle autorità della Chiesa cattolica, anzi il vescovo di Pistoia Simone Scatizzi, il 29 settembre 1982 dichiarava il «carattere non ecclesiale della Pia unione di Gesù misericordioso» e il 24 maggio 1985 pronunciava l’interdizione canonica, diffidando i credenti a prendere parte alle attività della «Pia unione» .
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Non solo: fu proibito ai sacerdoti di frequentare la Giorgini e di dare i sacramenti a lei e ai suoi adepti. Fra questi, tantissime donne che arrivavano, in alcuni momenti, a prenderla come unico esempio di vita, staccandosi da tutto il resto. A tutti Ebe prometteva una guarigione. Fra le “vittime” anche anziani, soprattutto malati
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Il film
Mamma Ebe fu fonte d’ispirazione per speciali, lunghe cronache giornalistiche e anche di cinema. La sua biografia, in particolere, ispirò, al regista Carlo Lizzani, il film omonimo, che venne presentato anche alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1985. Nel film di Lizzani, la Ebe è interpretata dall’attrice Berta D. Domínguez.
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