1-È MORTO PIPPO CORIGLIANO
giuseppe corigliano ricorda ettore bernabei
(ANSA) - È morto Pippo Corigliano. Giornalista, scrittore, ingegnere, è stato direttore dell'Ufficio Informazioni dell'Opus Dei dal 1970 al 2011. Ne dà notizia la stessa Opus Dei. Pippo Corigliano è stato portavoce dell'Opus Dei per oltre quarant'anni, dal 1970 al 2011. "È morto in casa sua, circondato dall'affetto delle persone dell'Opus Dei con cui viveva, una morte inaspettata", riferisce la stessa organizzazione.
Giuseppe Corigliano, noto a tutti come Pippo, era nato a Napoli il 31 maggio 1942. Nel 1960, a 18 anni, chiese l'ammissione all'Opus Dei come numerario. Ebbe la possibilità di conoscere direttamente san Josemaría Escrivà de Balaguer, fondatore dell'Opus Dei e proclamato santo da Giovanni Paolo II nel 2002.
Pippo Corigliano
Ha diretto l'Ufficio Comunicazione dell'Opus Dei per l'Italia per quarant'anni, vivendo in prima linea alcuni momenti molto significativi per l'Opera in Italia e nel mondo, come per esempio la morte di san Josemaría (26 giugno 1975), l'erezione dell'Opus Dei a prelatura personale (28 novembre 1982), la beatificazione (1992) e la canonizzazione (2002) del Fondatore. Una volta in pensione, si è dedicato a scrivere libri.
Con la sua ironia napoletana, Corigliano attribuiva la sua vocazione di scrittore a Dan Brown, l'autore del "Codice da Vinci", che con l'eco mediatica dei suoi libri aveva attirato l'attenzione su tematiche spirituali e soprannaturali. Pippo Corigliano si è dedicato anche alla formazione umana e spirituale dei giovani. Nel suo blog, "Preferisco il Paradiso", annotava riflessioni e squarci di quotidianità, pervase del suo buonumore tipicamente napoletano.
2-È MORTO PIPPO CORIGLIANO. MARTEDÌ 11 GIUGNO IL FUNERALE
pippo corigliano 4
Giuseppe Corigliano, noto a tutti come Pippo, nacque a Napoli il 31 maggio 1942. Nel 1960, a 18 anni, rispose con entusiasmo alla chiamata di Dio e chiese l’ammissione all’Opus Dei come numerario. Ebbe la possibilità di conoscere direttamente san Josemaría. Riferendosi al primo incontro, Pippo ricordava in un’intervista a TV2000: “Ero un po’ emozionato, ma appena l’ho conosciuto mi sono subito rasserenato, perché era davvero un Padre”.
Ha diretto l'Ufficio Comunicazione dell’Opus Dei per l’Italia per quarant’anni, vivendo in prima linea alcuni momenti molto significativi per l’Opera in Italia e nel mondo, come per esempio la morte di san Josemaría (26 giugno 1975), l’erezione dell’Opus Dei a prelatura personale (28 novembre 1982), la beatificazione (1992) e la canonizzazione (2002) del Fondatore.
Pippo, in virtù del suo lavoro, è stato “il volto” pubblico dell’Opus Dei in Italia negli anni de “Il Codice Da Vinci”, che da possibile danno all’immagine pubblica dell’Opera è stato trasformato, anche grazie alla professionalità di Pippo e dei suoi colleghi di tutto il mondo, in un’occasione per parlare della bellezza del messaggio di san Josemaría e della normalità delle persone che lo seguono.
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Una volta in pensione, si è dedicato a scrivere libri con i quali ha trasmesso la bellezza dell’incontro con Gesù, che per Pippo è avvenuto grazie all’incontro con l’Opus Dei, considerato dall’ingegnere napoletano come “un tocco di Dio sulla spalla”. Con la sua amabile ironia napoletana, Pippo attribuiva la sua vocazione di scrittore proprio a Dan Brown, che con l’eco mediatica dei suoi libri aveva attirato l’attenzione su tematiche spirituali e soprannaturali.
Sebbene la sua professionalità e la sua competenza fossero note a tutti, anche a chi la pensava molto diversamente da lui, Pippo ripeteva spesso che la cosa più importante della sua vita non sono stati i successi professionali o la fama, ma la formazione umana e spirituale dei giovani, alla quale si è dedicato con tutta la sua simpatia e ottimismo. In quanto fedele dell’Opera, per tanti anni si è dedicato a seguire persone di tutte le provenienze nella loro crescita spirituale, anche tramite i mezzi di formazione cristiana dell’Opus Dei.
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Nel suo blog, Preferisco il Paradiso, si possono leggere molte riflessioni, annotazioni e squarci di quotidianità che aveva imparato ad amare proprio grazie alla sua amicizia con san Josemaría. Chi lo ha conosciuto sa bene che Pippo aveva un buonumore contagioso, ma che soprattutto si manteneva sempre spiritualmente giovane. Queste poche righe, scritte quando già aveva ottant’anni, possono far intuire le due caratteristiche:
“Dio fa il tifo per me e non smette fino a che non divento uno che vive al Suo cospetto, con il cuore infiammato dal sangue di Gesù. Conversioni? Sì che ne devo avere! Continuamente scopro aspetti che dovrei affrontare e migliorare e non sono cose di poco conto. Dio non assiste benevolmente da lontano ma fa un tifo appassionato per me. È stata una scoperta e volevo comunicarla…”
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