Estratto dell’articolo di Marco Bettazzi per www.repubblica.it
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E’ morto a 84 anni Arturo Ferruzzi, fratello di Idina, Alessandra, Franca, e figlio di Serafino, che fondò l’omonimo colosso dell’agroalimentare. Un gruppo che dalla Romagna conquistò mercati in tutto il mondo e di cui divenne presidente Raul Gardini proprio alla morte del fondatore Serafino. Con Gardini si consumò poi una lunga battaglia per il controllo della società ai tempi della creazione di Enimont, agli inizi degli anni Novanta.
La dinastia
Quella della famiglia Ferruzzi, anche per l’ingresso di Raul Gardini marito di Idina, è stata una delle principali dinastie industriali del nostro paese. Fondato a Ravenna da Serafino Ferruzzi nel 1948, il gruppo Ferruzzi era specializzato nella compravendita di cereali e materie prime agricole, con terreni di proprietà che nel corso degli anni si allargarono ad Argentina, Brasile e Stati Uniti.
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Contemporaneamente porta avanti anche l’attività nell’edilizia, fondando la Cementi Ravenna e prendendo il controllo negli anni Sessanta della Calcestruzzi e poi anche della società che controllava Eridania, il primo produttore di zucchero in Italia. Schivo e riservato, Serafino Ferruzzi muore il 10 dicembre 1979 in un incidente sul suo aereo privato a Forlì, lasciando un’eredità miliardaria ai quattro figli: Arturo, il primogenito, e poi Idina, Franca e Alessandra.
Schimberni Gardini
Dopo la morte del fondatore gli eredi affidano le redini operative del gruppo a Raul Gardini, marito di Idina, che lo trasforma in una realtà industriale, portando avanti un’imponente campagna di acquisizioni che arriva fino alla scalata per il controllo della maggioranza della Montedison, principale gruppo chimico italiano, e l’ingresso nel salotto dell’industria e della finanza italiana, col controllo indiretto anche di realtà affermate come Standa, Fondiaria e il Messaggero.
Il gruppo Ferruzzi-Montedison diventa così uno dei principali gruppi industriali italiani, poi crolla dopo aver tentato l’affare Enimont (la fusione di Montedison con EniChem) e sotto i colpi di Tangentopoli, che coinvolge diversi manager del gruppo. Proprio Gardini si uccide il 23 luglio 1993, quando è dato per imminente anche il suo arresto.
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Nel giugno del 1991 si era però consumata la rottura tra Gardini e il resto della famiglia Ferruzzi: fu proprio Arturo con un comunicato a liquidare il cognato – difeso solo dalla moglie Idina -, dalla holding di famiglia, diventando lui presidente per un futuro “senza traumi per le nuove generazioni”. Ad appoggiare la restaurazione societaria, i manager del gruppo, tra cui Carlo Sama, marito di Alessandra e sorella di Arturo. Tra i motivi della rottura proprio l’affare Enimont e la scalata alla chimica italiana voluta da Gardini, che aveva preso l’impero romagnolo undici anni prima. […] i funerali si terranno a Ravenna, nella basilica di San Francesco martedì 12 novembre alle ore 11.
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