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    È MORTO A 92 ANNI MARIO TRONTI, POLITICO E FILOSOFO, TEORICO DEL “MARXISMO OPERAISTA” – È STATO PARLAMENTARE CON IL PDS E POI CON IL PD. “LA DECADENZA DELLA SINISTRA? È INIZIATA NEGLI ANNI ’80 QUANDO SI È MESSA AD INSEGUIRE L’INDIVIDUALISMO. IL PROGRESSISMO È LA COSA PIÙ LONTANA DA ME. SONO UNO SCONFITTO, NON UN VINTO” – ERA ZIO DI RENATO ZERO: “RENATINO È UN UOMO DEL POPOLO. GLI PIACCIONO I RAPPORTI UMANI SEMPLICI E AMA RIPERCORRERE I RICORDI FAMILIARI...”


     
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    1– È MORTO A 92 ANNI MARIO TRONTI, POLITICO E FILOSOFO

    Estratto da www.repubblica.it

     

    mario tronti mario tronti

    È morto a 92 anni Mario Tronti, politico e filosofo, una vita a sinistra. Già militante del Partito comunista italiano, Tronti è stato anche parlamentare. Eletto la prima volta al Senato nel 1992 con il Pds e, successivamente, nel 2013 con il Partito democratico.

     

    Da alcuni anni si era allontanato dai riflettori della politica: "Sono in ritiro spirituale, nel monastero di Poppi, nel Casentino, retto dalle monache camaldolesi. Mercoledì compio 90 anni e questo passaggio bisogna farlo bene, sentirlo interiormente", aveva detto a Repubblica in occasione del suo novantesimo compleanno. […]

     

    2– BIOGRAFIA DI MARIO TRONTI

    Da www.cinquantamila.it - la storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

     

    mario tronti - ritratto di riccardo mannelli mario tronti - ritratto di riccardo mannelli

    Mario Tronti, nato a Roma il 24 luglio 1931. Filosofo e politico. Padre dell’operaismo italiano (da lui tenuto a battesimo con il libro Operai e capitale nel 1966), ha insegnato per trent’anni all’Università di Siena. Senatore Pd eletto nel 2013 (era già stato senatore col Pds nel 1992). Presidente della Fondazione Crs (Centro per la Riforma dello Stato)- Archivio Pietro Ingrao.

     

    • Negli ultimi anni ha teorizzato la necessità di una teologia politica come forma di congiunzione fra gli insegnamenti del cattolicesimo romano e la teoria politica classica. «Come il compimento della moderna autonomia della politica che interpreta però l’altro da sé come un oltre da sé: è il trascendente che diventa fatto costitutivo, fondativo o, come è stato detto genealogico della politica».

     

    • Non fa mistero né si vergogna della sua nostalgia per il "magnifico Novecento". Di sé ha scritto, autoironico: «Sono anch’io un’antichità del moderno».

     

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    • Fedele alla linea anti-ideologica del realismo politico, non si considera un uomo di sinistra, ancor meno un progressista «Il progressismo è oggi la cosa più lontana da me. Respingo l’idea che quanto avviene di nuovo è sempre meglio e più avanzato di ciò che c’era prima. (…) Sono uno sconfitto, non un vinto. Le vittorie non sono mai definitive. Però abbiamo perso non una battaglia ma la guerra del ‘900» (da un’intervista ad Antonio Gnoli) [Rep 28/9/2014].

     

    mario tronti mario tronti

    • «Quando parla lo fa in modo rapsodico, per frammenti, con frequenti pause, piuttosto sollevato di parlare a pochi, mai a molti come insegnava Kojève. Quando scrive lo fa con uno stile martellante, ossessivo, apodittico, tesi e antitesi senza sintesi perché la sintesi, dice, è il terreno del potere. Per questo fu non poco criticato. Se poi si pensa che mise insieme il Marx meno conosciuto e il pensiero negativo, che fu attento ai grandi pensatori reazionari come Del Noce e Joseph de Maistre, che tenne insieme la scintilla di Lenin e le avanguardie artistiche e letterarie dell’inizio del Novecento, si può capire quanto fosse fuori dal coro. Non è mai stato in televisione. Perciò per i tempi che corrono sarebbe anche ragionevole dubitare che sia mai esistito» (Lanfranco Pace) [Fog 15/10/2011].

     

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    • Sul suo libro Per la critica del presente (Ediesse 2013) «Viviamo in un tempo della fine, lo dico senza emozioni apocalittiche che non mi appartengono. Ma è forse anche la fine del grande capitalismo e delle sue ideologie. Vede, la maledizione della Sinistra dopo il Pci è stata non avere avversari di rango. Per essere grandi ci vogliono avversari grandi. (...) La cosiddetta Sinistra dei diritti, maggioritaria oggi, finisce per essere un intellettualismo di massa, un consolatorio scambio al ribasso. Basta qualche battaglia contro l’immoralità e ti senti a posto dentro questa società» (da un’intervista di Michele Smargiassi) [Rep 5/9/2013].

     

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    • È zio di Renato Zero. «I suoi genitori avevano il banco ai mercati generali, si alzavano alle 4 di mattina. Andavo a trovarlo nella sua casa sull’Ostiense. Ricordo una piccola stanza foderata di libri, questo ragazzo più vecchio dei suoi anni; ero così fiero di lui. Per me il comunismo era questo: un padre che torna a casa dal lavoro, mette in tavola un pane e un fiasco d’olio, e con quel che ha risparmiato compra un libro a suo figlio» (Renato Zero ad Aldo Cazzullo [Cds 23/9/2010].

     

    • «Chi corre non pensa. Pensa solo chi cammina» (a Gnoli cit.).

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