E' MORTO ALL'OSPEDALE DI ORVIETO FOLCO QUILICI, UNO DEI PIÙ IMPORTANTI DOCUMENTARISTI ITALIANI. AVEVA 87 ANNI
(ANSA) - E' morto all'ospedale di Orvieto Folco Quilici, uno dei più importanti documentaristi italiani. Aveva 87 anni ed era originario di Ferrara. La notizia della morte di Quilici è stata confermata anche dal sindaco di Orvieto Giuseppe Germani.
folco quilici
BIOGRAFIA DI FOLCO QUILICI
Da http://www.cinquantamila.it
• Ferrara 9 aprile 1930. Giornalista. Fotografo. Regista. Documentarista. Scrittore. Premio speciale alla Mostra del Cinema di Venezia 1954 col film Sesto continente, Orso d’argento al Festival di Berlino del 1956 con Ultimo paradiso (scritto con Ennio Flaiano), premio Unesco per la cultura nel 1961 per Tikojo e il suo pescecane (scritto con Italo Calvino), premio speciale Festival di Taormina 1971 per Oceano, nomination all’Oscar nel 1971 per Toscana dal cielo ecc.
Folco Quilici
Tra i suoi romanzi, Cacciatori di navi (Mondadori 1990, ne ha tratto un film che ha diretto personalmente). «Oggi preferisco i libri e il cinema perché il documentario, straordinario 30-40 anni fa quando c’era ancora molto da scoprire, oggi è inflazionato, in tv e fra le riviste. Gli argomenti però sono sempre gli stessi. Quindi per stupire vengono spesso forzati e si punta sempre di più sul sensazionalismo. La tecnologia poi non aiuta: grazie alle ricostruzioni virtuali si dicono tante falsità» (da un’intervista di Angela Calvini).
• Figlio della pittrice Mimì Buzzacchi (1903-1990) e del giornalista Nello Quilici (1890-1940), morto con Italo Balbo sull’aereo mitragliato per sbaglio dagli italiani nel porto libico di Tobruk. Sulla vicenda ha scritto un saggio pubblicato nel 2004 da Mondadori (Tobruk 1940) e un documentario, L’ultimo volo - Il segreto di Balbo, trasmesso da Retequattro nel 2010.
Folco Quilici e la moglie Anna
• «Avevo un vecchio atlante, sul quale mio padre aveva tracciato dei segni di matita rossi e blu. Su quell’enorme volume, che trattavo con una certa sacralità, io cercavo disperatamente Mompracem e tutti i luoghi dei miei libri di avventure» (da un’intervista di Alessandra Coppola).
• La ricerca geografica e naturalistica lo ha naturalmente portato a interessarsi anche di archeologia. Tredici film della serie Mediterraneo e otto sull’ Uomo europeo per i quali ha avuto a fianco Fernand Braudel, Lévi-Strauss, Leroy-Gouran, Sabatino Moscati. Importante contributo anche alla divulgazione della storia contemporanea. Per l’Istituto Luce e la Rai ha curato una serie di 65 film dedicati all’Italia del XX secolo (testi di De Felice, Castronovo e Scoppola).
• Ha donato all’archivio Alinari il fondo di foto e diapositive (un milione di pezzi) che testimonia dell’attività svolta nel corso di tutta la vita.
• Nel 2007 ha ricevuto il premio Hemingway e lo Yacht Capital Green Star Award (il riconoscimento che la rivista riserva a chi si batte in difesa del mare).
brando e folco quilici
• «Lo confesso: dopo tanti anni il mare mi fa ancora paura, ma guai se così non fosse. Dobbiamo nutrire un certo timore per qualcosa di così forte, così potente. Ed è bello pensare che ci sono ancora parti della natura che l’uomo non riesce a domare». Fautore dell’esplorazione degli abissi: «Sott’acqua ci sono milioni di calamari giganti da pescare senza fare stragi».
• Negli ultimi anni si è concentrato sulla scrittura ed ha pubblicato la biografia I miei mari (Mondadori, 2007), i due romanzi Libeccio e La dogana del vento (Mondadori 2008 e 2011), i libri per ragazzi Amico Oceano e Nonno Leone (Mondadori 2012 e 2013) e il libro di racconti Cani & cani di gioco e d’avventura (Mondadori 2013).
Corrado Ruggeri e Folco Quilici
• Nel 2014 è uscito il libro intervista scritto da Davide Bregola Folco Quilici - il mio mondo (Barbera Editore), che racconta i suoi oltre sessant’anni di viaggi. «Nel libro compare il primo vero viaggio di Quilici, una navigazione da Venezia all’Egeo compiuta nel 1938, a otto anni, con un affascinante ritorno in idrovolante da Rodi. (…). Ad accompagnare le immagini e le parole di Folco Quilici, però, sono stati anche dei personaggi diversi. Ogni regione dello stivale è stata raccontata insieme a Quilici da uno scrittore del posto. Un ricordo speciale va a Leonardo Sciascia, coautore del lavoro sulla Sicilia. “Abbiamo scritto i testi a quattro mani. Vedeva soprattutto quanto realizzato da Arabi e Normanni. E, come i suoi colleghi, non è mai salito in elicottero con me”» (Stefano Ardito) [Mes 10/3/2014].