1 – IL GIORNALISTA CHE CREDEVA ALLE LOTTE CIVILI
Francesco Cevasco per il “Corriere della Sera”
GIGI ZAZZERI
Troppo giovane per morire, Gigi Zazzeri se n' è andato. Aveva sessantanove anni. Ha lasciato tracce dappertutto. Nei giornali di carta, nelle televisioni, nei portali web. Aveva un solo difetto: lavorava, lavorava, lavorava. E di far carriera gliene importava poco o nulla. Infatti lo hanno amato tutti: al Corriere , alla Stampa , a Repubblica , all' Europeo , a Mediaset e in mille posti ancora. Sapeva organizzare un' inchiesta sul Libano che stava esplodendo come una comparsata della sosia di Belen a una trasmissione televisiva.
Ma la cosa che gli riusciva meglio era scrivere: infatti gliel' hanno fatto fare pochissimo. Resta mitico un suo articolo (era il 1986) in cui canzonava i sciuri e le sciure che andavano al concerto di Lucio Dalla soltanto per esibire se stessi. Sapeva anche, con discrezione, occuparsi di chi era in difficoltà. Ma gli piaceva pure esibire la sua spider giapponese, il vecchio flipper restaurato all' ingresso della casa che condivideva con la compagna Valentina Crepax, la sua abilità a confezionare cocktail (sul tema ha scritto anche un libro).
GIGI ZAZZERI
E amava le giuste cause di oggi e di ieri: nipote di quel Guelfo Zamboni, console generale d' Italia nella Grecia occupata dai nazisti che salvò centinaia di ebrei, Zazzeri era sempre pronto a partecipare a ogni sensata battaglia civile. E lo faceva con forza ma anche con l' understatement che ha segnato tutta la sua vita. Era talmente signore che faceva passare quasi inosservati i calzini e i gilet rossi che spesso indossava. E gli si perdonava tutto: persino l' acre odore delle sigarette Winston che gli facevano molta compagnia.
2 – ATTENZIONE, ARRIVA LUCIO DALLA, CANTAUTORE PER TUTTE LE STAGIONI
Estratto dall’articolo di Gigi Zazzeri per “la Repubblica” del 17 maggio 1986
LUCIO DALLA
Liceali in blues jeans, camiciole e scarpe Nike, e quarantenni professionisti fasciati di grisaglia; giovin signori con magliettine più costose di una camicia su misura e famigliole con prole; tardi epigoni dei movimenti alternativi e bionde signore tutte mèche: un panorama estremamente variegato di persone, in gran parte under 40, ma punteggiato qua e là da barbe incanutite e fronti un po' troppo spaziose. Insomma, una platea eterogenea per età, censo, stile di vita, inchiodata per due ore e mezza sulle sedie che, contrariamente ad altre occasioni, coprivano interamente il parterre del Tenda per garantire a tutti, soprattutto al pubblico meno giovane, un adeguato comfort.