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    È NATO IL CORDONE SANITARIO PER EVITARE CHE GEERT WILDERS VADA AL GOVERNO – L’UNIONE EUROPEA (E LA NATO) NON POSSONO ACCETTARE CHE L’ESTREMISTA DI DESTRA FILO-PUTINIANO DIVENTI PRIMO MINISTRO. COME FARE? È PARTITO IL PRESSING SUL PREMIER USCENTE, MARK RUTTE, IN PREDICATO DI DIVENTARE SEGRETARIO GENERALE DELL’ALLEANZA ATLANTICA. DOVRÀ CONVINCERE IL SUO PARTITO, IL VVD, A NON DARE ALCUN TIPO DI APPOGGIO (NEMMENO ESTERNO) A WILDERS


     
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    Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

     

    GEERT WILDERS GEERT WILDERS

    Una rete di protezione. Un pressing che parte dalle istituzioni europee di Bruxelles e attraversa anche il Quartier generale della Nato. Per evitare che in Olanda nasca un governo guidato dal leader sovranista di estrema destra, Geert Wilders. I risultati delle elezioni nei Paesi Bassi stanno infatti inquietando l’Ue e l’Alleanza Atlantica. Perché le posizioni del vincitore virtuale della tornata elettorale sono incompatibili con l’integrazione europea e con la linea occidentale di aiuto all’Ucraina. Un Paese di fatto al fianco di Vladimir Putin sarebbe un problema non da poco.

     

    GEERT WILDERS GEERT WILDERS

    Le riflessioni allora che si fanno in queste ore sulla direttrice Parigi-Bruxelles-Amsterdam sono chiare. Prendere tempo, sfibrare Wilders e indurlo a commettere il primo errore fatale. Per cambiare completamente lo schema politico. E il soggetto su cui concretamente si scommette è il premier uscente, Mark Rutte. Non tanto per il ruolo che sta ricoprendo ora ma per quello che potrebbe avere nel prossimo futuro. Il suo nome infatti è considerato in pole position per la successione a Jens Stoltenberg, al vertice della Nato.

     

    SELFIE DI VOLODYMYR ZELENSKY E MARK RUTTE CON UN F-16 SELFIE DI VOLODYMYR ZELENSKY E MARK RUTTE CON UN F-16

    Ma può essere un olandese a pilotare un’alleanza impegnata a sostenere l’Ucraina contro la Russia proprio mentre il governo dei Tulipani svolta a destra contro Kiev? Tutti stanno chiedendo dunque a Rutte – anche in virtù di questa sua candidatura – di far pesare la capacita di influenza sul suo partito liberale, il Vvd, affinché non dia la disponibilità a far nascere un esecutivo Wilders.

     

    In effetti. Dopo i tentennamenti registrati in campagna elettorale, ieri Dilan Yesilgoz, la nuova leader dei liberali di origine turca, ha sbarrato la strada al Pvv, il partito del capo sovranista. Lo ha fatto con una certa ambiguità. Ma resta il fatto che non darà la fiducia a Wilders.

    matteo salvini geert wilders matteo salvini geert wilders

     

     «I grandi vincitori – ha spiegato – sono il Pvv e l’Nsc (partito neocentrista). Dopo tredici anni ci si addice un altro ruolo. Gli elettori ci hanno dato un segnale chiaro dicendoci di saltare un turno». «Tuttavia – ha aggiunto – sosterremo un governo di centrodestra con proposte costruttive», come «una specie di partner tollerante». Una sorta di appoggio esterno. Che comunque esporrebbe la destra olandese a una estrema fragilità e forse senza neanche la maggioranza necessaria di 76 parlamentari. […]

     

    donald trump geert wilders donald trump geert wilders

    Bisogna poi tenere presente che Rutte in questi anni ha costruito un rapporto privilegiato con il presidente francese, Emmanuel Macron. Anche e soprattutto nelle istituzioni europee, dal Parlamento al Consiglio europeo. L’Eliseo è allora tra i protagonisti del pressing sul primo ministro uscente. Per Macron, ritrovarsi Wilders alla guida dei Paesi Bassi significa consegnare un altro alleato a Marine Le Pen.

     

    Nenche il Ppe, come ha spiegato il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, aiuterà Wilders. Aprendo una nuova crepa nel centrodestra italiano dopo le congratulazioni offerte da Matteo Salvini.

     

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    L’obiettivo delle “grandi” cancellerie europee, delle istituzioni comunitarie e della Nato è quindi di evitare l’avvento del capo sovranista. Con una ragnatela che lo avvolga nelle difficoltà di trovare una maggioranza solida. Del resto l’impresa non è semplice. Il Pvv ha conquistato 37 seggi su 150. Per formare l’esecutivo deve arrivare a 76.  […[

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