fedele usai
DAGOREPORT
Tra rivali che stappano bottiglie e dipendenti sull’orlo di una crisi di nervi, nei viali dell’editoria milanese non si parla d’altro. Il tema, il grosso guaio in Condé Nast, arrivato come uno sgradito regalo di Natale in Piazzale Cadorna tra i panettoni griffati Vogue e le copertine elargite ai Ferragnez, non è di facile lettura.
Lascia infatti, da un giorno all’altro, Fedele Usai, il manager sardo già in Fiat al fianco di Sergio Marchionne che da Ad aveva lustrato a nuovo i vecchi marchi della casa editrice. Accolto all’esordio come un paria, Usai a colpi di trovate aveva fatto ricredere tutti rapidamente.
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Negli ultimi nove anni aveva gestito sapientemente il funereo futuro di Vogue passato dopo la morte della matriarca Franca Sozzani nelle brillanti mani di Emanuele Farneti, la ristrutturazione di Vanity Fair, dopo periodi a dir poco grigi, con l’intuizione di affidare al trio Marchetti, Lucchini, Pagani (il terzo si è appena licenziato...) il suo rilancio in grande stile, la riesumazione de La Cucina Italiana portata oltre confine, addirittura negli Stati Uniti.
Usai aveva gestito il passaggio stretto della rivoluzione digitale, ristrutturando dalle fondamenta la polverosa casa editrice e creando un legame solido con i più importanti investitori pubblicitari che riponevano grande fiducia nel manager. Sembra che le sue dimissioni non siano state un fulmine a ciel sereno.
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Si racconta che già a febbraio il manager avesse riunito nel suo ufficio i suoi più fedeli collaboratori annunciandogli le sue intenzioni di lasciare e che loro, con il Covid in sottofondo, lo avessero convinto a restare per il bene dell’azienda. Al di là delle dichiarazioni di prammatica rilasciate da Usai: “È sempre difficile trovare le parole giuste dopo nove anni che avranno sempre un posto speciale nel mio cuore”, sembrerebbe che il manager da tempo sopportasse a fatica alcune ingerenze sul prodotto locale.
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E ora? Cosa succederà? Come farà il circo CN senza il suo domatore? Si dice che l’aria nei corridoi di piazzale Cadorna oscilli tra il lugubre e il preoccupato. I dipendenti legati al manager per alcune scelte “marxiste” soprattutto dell’ultimo anno (cassa integrazione con integrazione di tutti gli stipendi al 100%, continua vicinanza ai dipendenti salutati con una commovente lettera aperta) sono sotto shock.
Le domande si susseguono: quale sarà la reazione dei grandi inserzionisti, anche loro molto legati al manager? Quale sarà il futuro della CN? E un’altra sibillina domanda, aldilà anche in questo caso delle dichiarazioni di facciata, aleggia sullo sfondo: quale sarà la sua destinazione? Il riserbo fa parte del suo carattere, ma le voci si sprecano. Molte le ipotesi in campo, tutte convergono però su un fatto. Per saperlo non occorrerà aspettare tanto.
Natalia Gamero del Castillo
IL GRANDE CAMBIAMENTO
Natalia Gamero del Castillo, che passa da nuovo amministratore delegato della Spagna, a nuovo amministratore delegato per tutta l'Europa. In questo ruolo, Natalia avrà sede a Londra e supervisionerà tutte le operazioni europee (Regno Unito, in Francia, Italia, Germania e Spagna).
Natalia ha lavorato in Condé Nast per quasi 20 anni, ricoprendo diversi ruoli di alto livello, ed è stata una delle prime a lavorare nel settore digitale in Europa.
LETTERA D’ADDIO DI FEDELE USAI
Cari tutti,
fedele usai
queste sono le parole più difficili da scrivere per me. Nelle ultime settimane ho pensato a cosa avrei voluto dirvi, ma ora che batto i tasti del mio computer non riesco ad essere lucido come vorrei.
Dopo aver lavorato con tutti voi per più di nove anni, costruendo i nostri incredibili brand e anche realizzando così tante cose, ho deciso che è arrivato per me il momento di cominciare un nuovo capitolo. Prima, però, voglio dedicare tutto il tempo necessario, e in ritardo, alla mia famiglia.
Questi sono i miei ultimi giorni in azienda, sarò qui con voi fino alla fine del mese. E fino a qui è tutto normale, nel senso che è normale per un manager, ad un certo punto, lasciare la propria azienda. E' perfino fisiologico. E forse lo sarebbe stato anche in questo caso se non avessimo passato insieme questo maledetto 2020.
Natalia Gamero del Castillo
Un anno che mi ha fatto capire molte cose di voi, un anno in cui, grazie a voi, ho capito molte cose di me stesso, un anno nel quale come forse vi ho già scritto o detto in uno dei video che ci ha uniti in quei mesi assurdi e complicati, voi avete fatto di me un uomo migliore.
Per questo vi devo ringraziare, uno per uno.
A Ibra e a tutte le persone che mi hanno sempre regalato un sorriso e la gioia di entrare in azienda tutte le mattine.
simone marchetti
A Stefano e l'intero team di persone che con uno spirito encomiabile rendono la vita migliore a tutti noi qua dentro. Mi mancheranno i nostri lunedì a commentare insieme le nostre disgrazie calcistiche.
Ai direttori e i loro vice, quelli di oggi e quelli del passato, che ho avuto l'onore di guidare e alle loro straordinarie redazioni. Siamo cresciuti insieme, abbiamo saputo prendere i nostri rischi quando era necessario. Sapevo di avere per le mani i migliori talenti. Avete fatto, in circostanze difficilissime, un lavoro straordinario. Il solo sapere di aver contribuito in minima parte fa di me un uomo felice. Grazie anche ai vostri rappresentanti del CDR per avermi sempre rispettato e aver lavorato con me con trasparenza e lealtà.
cristina lucchini
A Marco e al suo team di straordinario talento. In questi anni avete fatto semplicemente un capolavoro. Mi mancheranno le riunioni in tarda serata che si trasformavano inevitabilmente in uno show di citazioni e risate.
A Francesca e il suo intero team di persone incredibili, specializzate in miracoli. Sapete quale era la cosa che mi rendeva più orgoglioso? Sapere che voi lo eravate di me. Ho sempre cercato di esserci per voi, se qualche volta non ci sono riuscito, vi prego di perdonarmi. Mi avete dato tanto, non lo dimenticherò.
A tutto lo staff delle e degli assistenti, a partire da Alessandra che ha dovuto combattere con il mio disordine e con gli incastri impossibili della mia agenda. Mi porterò sempre dietro i vostri sorrisi e la vostra pazienza.
Ai guerrieri del team di Aurelio, cito Luca per tutti, solo per tutte le volte che saliva perché la stampante non funzionava e bastava semplicemente accenderla.
luca dini, caroline scheufele e al pacino
A Domenico e tutto il suo infaticabile team, il motore dell'azienda. Abbiamo tenuto la barca in acqua nonostante la tempesta. Non era facile. Non mi avete mai fatto sentire solo.
Ad Alessandro e le donne e gli uomini de La Scuola. Avete trasformato un'idea in una splendida realtà. Bravi davvero.
A quelli che non ho menzionato per limiti di tempo e spazio e che comunque porterò nel mio cuore.
copertina vanity fair chiara ferragni e fedez
A Giampaolo, un fuoriclasse assoluto, che vede autostrade dove gli altri vedono sentieri stretti. Spero di non aver deluso le tue aspettative.
A Franca che ha scritto una incredibile storia unicamente italiana della quale mi onora aver preso parte.
A quelli che verranno e che non potranno non innamorarsi di voi, di questa azienda.
Perché, vedete, proprio questo è il punto. Un'azienda è solo il risultato di tante persone, del loro modo di essere, delle loro storie, dei loro piccoli e grandi problemi. E voi siete tutto questo, in modo speciale.
kasia smutniak su vanity fair 3
So già che mi mancherete. Qualunque sarà il mio futuro, una parte di voi sarà sempre con me, nell'area riservata ai ricordi più belli.
Adesso, però, è importante celebrare tutti voi, per quello che mi avete donato in tutti questi anni.
Voglio sappiate che è tantissimo e che vorrei trovare parole migliori per esprimerlo.
GRAZIE.
federica pellegrini vanity fair
fedele
fedele usai