Stefano Re per Libero Quotidiano
Referendum Cannabis
Il fumo della cannabis è entrato nella politica italiana. L'altro giorno c'è stato il voto in commissione Giustizia alla Camera, dove Pd, Cinque Stelle, Leu e i Radicali hanno approvato il testo base di una nuova legge che, se approvata, consentirebbe la coltivazione per uso personale «di non oltre quattro femmine di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanza stupefacente».
Ieri, l'ennesima novità: è stato annunciato il deposito, in Cassazione, della richiesta di raccogliere le firme per un referendum finalizzato, come spiegano i promotori, a «depenalizzare la condotta di coltivazione di qualsiasi sostanza» ed «eliminare la pena detentiva per qualsiasi condotta illecita relativa alla Cannabis, con eccezione dell'associazione finalizzata al traffico illecito».
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Sotto l'aspetto amministrativo si chiede invece di «eliminare la sanzione della sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori», che attualmente colpisce chi fa uso personale di qualsiasi sostanza stupefacente o psicotropa.
A proporre tutto questo è un gruppo di esperti, giuristi e militanti antiproibizionisti, coordinati da alcune associazioni, tra cui quella intestata a Luca Coscioni (la stessa cui si deve il referendum per la legalizzazione dell'eutanasia), assieme a rappresentanti dei partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani. La raccolta delle firme dovrà essere completata in soli venti giorni, in quanto il tempo previsto dalla legge va dal primo gennaio di ogni anno al 30 settembre dello stesso anno.
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Sino a poco tempo fa sarebbe stata un'impresa impossibile, ma è stata appena introdotta la possibilità di firmare online, ricorrendo alla certificazione digitale, e questo cambia profondamente le regole del gioco. Se al punto da rendere possibile una "vendemmia" di mezzo milione di firme in meno di tre settimane, lo capiremo presto.
Facile, comunque, prevedere una pioggia di referendum nei prossimi anni, proprio grazie alla facilità con cui le adesioni potranno essere raccolte da adesso in poi. Già ieri pomeriggio, in appena cinque ore, Marco Perduca, presidente del comitato promotore del referendum, ha fatto sapere di aver ricevuto sul sito www.referendumcannabis.it oltre 50mila firme, «un inizio davvero inaspettato».
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Se il traguardo delle 500mila sottoscrizioni sarà raggiunto, e se la Corte Costituzionale non ravviserà problemi nel contenuto del quesito, gli italiani saranno chiamati a votare il referendum sulla cannabis la prossima primavera, assieme a quelli sulla giustizia promossi da Lega e radicali e a quello per la «eutanasia legale».
Inutile dire che il referendum piace soprattutto a sinistra. Tra chi ha firmato o annunciato la propria firma c'è il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, e il deputato di Forza Italia Elio Vito. «È stata proprio la reazione isterica, anche nel mio partito, per il testo base in commissione», dice quest'ultimo, «che mi ha convinto ad aderire e sostenere il referendum per la cannabis legale».
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La grande parte del centrodestra, ovviamente, la pensa come il senatore forzista Maurizio Gasparri: «Altro che autoproduzione a scopo terapeutico. Le proposte a favore della cannabis legale vengono allo scoperto con il referendum, l'ennesimo, proposto dai radicali ed ex radicali per legalizzare le droghe. È grave che in Italia alcuni politici si mobilitino in favore della droga, della morte, invece di sostenere la vita, la prevenzione, il recupero, la tutela della salute».
In ogni caso, anche se dovessero essere raccolte le firme e il referendum si dovesse svolgere, Gasparri è sicuro che «sarà sconfitto. Abbiamo già costituito una fitta rete di presenze e di organizzazioni per difendere le ragioni della vita contro ogni tentativo di legalizzazione della cannabis».
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Secondo il senatore azzurro «gli argomenti a sostegno di questa proposta sono tutti falsi e facilmente smontabili», e soprattutto il tentativo di legalizzare la cannabis a fini terapeutici è solo un espediente per puntare, in seguito, al vero obiettivo: «Legalizzare altre droghe ancora più dannose. Li fermeremo. Saranno sconfitti».
Per firmare: www.referendumcannabis.it
maurizio gasparri foto di bacco (2)