Marco Cremonesi per corriere.it
SALVINI
«Il 27 gennaio io sarò qui a festeggiare con voi. In cambio, a febbraio voi sarete in tribunale con me». L’ombra del processo possibile per i fatti della nave Gregoretti accompagna Matteo Salvini in tutte le tappe della sua maratona elettorale in Emilia-Romagna. E così, l’assai probabile via libera del Parlamento al procedimento nei suoi confronti chiesto da Tribunale dei ministri si prepara a diventare la nuova sfida politico-mediatica del leader leghista. Lui qualche volta ci scherza sopra, eppure è serio mentre percorre il corso Alberto Pio di Carpi: «La sinistra siccome non riesce a battermi politicamente, vuole eliminarmi per via giudiziaria».
Sembra di aver schiacciato il tasto rewind e di sentir parlare Silvio Berlusconi, a scommettere che si rivedranno le scene di diversi anni fa, con i militanti che manifestano di fronte ai palazzi di giustizia, si rischia poco. Carpi galleggia nella nebbia, la sua magnifica piazza è vicina ma quasi non si vede mentre Salvini si ferma in ogni singolo negozio del corso. Qualche sera fa un gruppo di balordi ha preso d’assalto quattro negozi, ed è un problema. L’altro è che una decina degli esercizi commerciali del bel viale hanno chiuso o stanno per chiudere. «Perché non c’è un governo. Ma vi rendete conto? Hanno fermato tutto. Hanno spostato di venti giorni la riunione di maggioranza perché hanno paura di perdere. E così, nulla più si muove». La vittoria possibile in Emilia-Romagna, secondo Salvini, non potrà che avere ripercussioni serie sul governo: «Ma lo sapete che qui i 5 Stelle prenderanno il 5%? Ma di che cosa stiamo parlando? Possono andare avanti all’infinito con il 5%?».
SALVINI
Quel che preoccupa Salvini è la politica estera: «C’è la guerra in Iran, c’è la crisi in Libia, qui davanti a casa. Io ho dei contatti riservati con fonti libiche, le ho coltivate per un anno da ministro. E dopo averle sentite, sono molto preoccupato…». Resta il fatto che il leader leghista ancora non se la prende troppo con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «Sarebbe come sparare sulla Croce rossa. Lì il problema è Conte. Ve lo ricordate? “Ci penso io…” diceva. Aveva organizzato la conferenza di Palermo, un fallimento, e nemmeno ci ha invitati. Ci penso io, dice…».
Poi, dopo aver comprato uno stock di mutande con gli elefantini, si infiamma: «Questo è un paese di matti. Il paese è fermo, ci sono serissime preoccupazioni per il futuro e si parla di Rula a Sanremo… Viva Rula!». Va detto che lui stesso non si sottrae. Perché il tormentone del giorno, dopo le rabbiose reazioni sui social contro la partecipazione a Sanremo della «sovranista» Rita Pavone, diventa «Il ballo del mattone» con cui Salvini chiude il comizio modenese. Appena disturbato dal «Bella Ciao» che suona da una finestra poco distante, adorna di striscione con sardine. E intanto, la campagna elettorale sta per affollarsi.
MATTEO SALVINI E IL SELFIE CON LA BEFANA
Mercoledì sarà a Ferrara Giorgia Meloni, che tornerà il 17 e il 18 e anche nell’ultima settimana prima del voto. Mentre almeno tre appuntamenti sono quelli nell’agenda di Silvio Berlusconi, in arrivo sabato. Ma ancora nulla è dato sapere di un eventuale evento comune dei tre leader, che probabilmente si limiterà a una conferenza stampa. In arrivo anche i governatori Luca Zaia e Massimiliano Fedriga.
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