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    1. E SCISSIONE FU! SE NON TI CANDIDANO E NON TI DANNO POSTI, CHE FAI IN UN PARTITO? 2. EMILIANO, ENRICO ROSSI E ROBERTO SPERANZA: "E ORMAI CHIARO CHE È RENZI AD AVER SCELTO LA STRADA DELLA SCISSIONE, ASSUMENDOSI COSÌ UNA RESPONSABILITÀ GRAVISSIMA'' 3. ROSSI: “È STATO ALZATO UN MURO. PER NOI LA STRADA È UN’ALTRA"


     
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    Repubblica.it

     

    RENZI RENZI

    «E ormai chiaro che è Renzi ad aver scelto la strada della scissione, assumendosi così una responsabilità gravissima». Lo dichiarano Michele Emiliano, Enrico Rossi e Roberto Speranza alla fine di una giornata in cui Matteo Renzi ha lasciato la segreteria del Partito democratico. Il congresso, dice all’assemblea del partito, «si farà nei tempi statutari».  

     

    Durante un intervento durato poco più di 40 minuti l’ex presidente del consiglio invita la minoranza a smetterla con le divisioni («perché fuori da qui ci prendono per matti»), la esorta a non continuare a minacciare la scissione («la sola parola mi fa soffrire») e mette in guardia chi si candiderà a guidare il partito: «Avete il diritto di sconfiggerci, non quello di eliminarci», scandisce rivolgendosi senza citarli a Michele Emiliano, a Roberto Speranza e a Enrico Rossi. «Non potete chiedere a chi si dimette per fare il congresso di non candidarsi perché solo così si evita la scissione. Questa non è una regola del gioco democratico». 

     

    EMILIANO: “SOFFRO MA DOBBIAMO RITROVARE UNITÀ”  

    Il governatore della Puglia Michele Emiliano ha provato a mediare, ribadendo «la fiducia nel segretario» e spiegando che «nonostante la sofferenza» c’è l’esigenza «di ritrovare unità» spiegando che «siamo a un passo dalla soluzione» perché si tratta solo di un «problema di metodo» a cui si sono aggiunti «molti equivoci». 

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    LO SCONTRO CON LA MINORANZA  

    Nonostante gli appelli di Renzi e le parziali aperture di Emiliano, la minoranza è rimasta sulle sue posizioni. «Noi non vogliamo che Renzi non si candidi, è peccato che si ridicolizzino così certe posizioni. Con questa discussione c’è poco da andare avanti, aspettiamo la fine dell’assemblea e quando si spengono le luci diremo che cosa faremo», spiega il Nico Stumpo. Per Bersani è tempo di fare delle scelte: «Renzi stamattina ha alzato un muro e la sua relazione «non ha colto nulla di quanto detto ieri».  

     

    ROSSI: È TEMPO DI COSTRUIRE UNA NUOVA FORZA DELLA SINISTRA  

    RENZI PD - EMILIANO RENZI PD - EMILIANO

    «È stato alzato un muro, sia nel metodo che nella forma. Per noi la strada è un’altra. Sono maturi i tempi per formare una nuova area. Ci sono stati milioni di cittadini che hanno abbandonato questo Pd». spiega il governatore della Toscana Enrico Rossi. «Abbiamo posto lo stesso problema che milioni di cittadini pongono e che avvertono il Pd come un partito non più di sinistra. Abbiamo provato ad avanzare alcune idee,invece è stato alzato un muro e non abbiamo avuto nessuna risposta di merito né di metodo».  

     

    EPIFANI: IL SEGRETARIO TIRA DRITTO, È UN ERRORE  

    «Non mi piace la parola ricatto: non va mai usata. La parola scissione non mi appartiene, ma per stare dentro un partito ci vuole rispetto, per tutti», dice Epifani riferendosi alla relazione di Matteo Renzi in apertura dell’assemblea. «Il segretario - aggiunge - mi pare determinato a tirare dritto sulla sua posizione. Mi sembra un errore, un segretario deve avere la capacità di guardarsi dentro con la comunità che rappresenta e cercare di superare le difficoltà. Se questo viene meno, è chiaro che per molti si aprirà una riflessione che poi porterà a una scelta». 

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    FASSINO: LO SPAZIO PER LA MINORANZA C’E’  

    «Ai compagni e agli amici della minoranza dico che lo spazio per restare nel Pd c’è tutto», dice Piero Fassino. «Il congresso lo dobbiamo fare perché veniamo da due sconfitte pesante, le amministrative e il referendum e abbiamo di fronte due passaggi impegnativi, come il referendum sui voucher e gli appalti, e le amministrative», aggiunge.  

     

    CUPERLO: MINORANZA UMILIATA DA PAROLE COME GUFI E SLEALTA’  

    «Non sono stato io a non aver riconosciuto il segretario ma chi doveva guidare questa forza a non riconoscere una parte. Chi era alla guida pensava che ogni critica fosse espressione del morto che acchiappava il vivo: non è così. Le parole gufi, slealtà, sono state un momento di umiliazione. Non siamo mai stati davvero fino in fondo un gruppo dirigente, la dialettica è divenuta conflitto», dice Gianni Cuperlo dal palco dell’assemblea. 

     

    DA VELTRONI APPELLO ALL’UNITA’  

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    «Prenderò pochi minuti per dire quanto è sbagliato e quanto mi angoscia quello che sta accadendo e per rivolgere un invito e un appello a tutti gli amici e i compagni, con cui abbiamo condiviso un lungo tratto di strada, vittorie e sconfitte, perché non si separi la loro strada dalla strada di tutti noi». Walter Veltroni rivolge un accorato appello all’unità. L’ex segretario elenca le divisioni della sinistra con tanto di conseguenze, dai governi di centrosinistra alla mancata candidatura di Prodi al Quirinale: «La sinistra, quando si è divisa, ha fatto male a se stessa e al Paese. Questo è stato il demone, la malattia politica, ridurla a una questione di carattere e persone è una scorciatoia».  

     

     FRANCESCHINI: C’E’ ANCORA TEMPO  

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    «Non si può mandare tutto in fumo. Non bisogna distruggere la casa che abbiamo costruito. Restate, ma dentro la casa comune. Tuttavia la discussione non può fermare la scelta», dice Dario Franceschini. «Si può discutere ma poi bisogna decidere - aggiunge -. Non consumate tutto oggi, lo dico alla minoranza. C’è tempo».  

     

     

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