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    E SE FOSSE LA VOLTA BUONA? - LA SCELTA DI MONTI SULLE REGIONALI A FEBBRAIO PUO’ FAR CADERE IL GOVERNO - IL PDL SI RIBELLA: PERFINO ALFANO ALZA LA VOCE! - “SE MONTI VENERDÌ NON FARÀ MARCIA INDIETRO APRIREMO LA CRISI”: I BANANA’S (MA ANCHE L’UDC) VEDONO IL GOVERNO GIA’ NELLE MANI DI BERSANI - GLI ULTRA’ VOGLIONO COGLIERE LA PALLA AL BALZO PER ANTICIPARE ANCHE LE POLITICHE - SUL COLLE TIRA UNA BRUTTA ARIA…


     
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    Francesco Bei e Umberto Rosso per "la Repubblica"

    Mario Monti Angelino AlfanoMario Monti Angelino Alfano

    «Il governo ha fatto un errore grossolano e madornale». Angelino Alfano è sul piede di guerra. Per una volta anche il Cavaliere è d'accordo con lui: «Se Monti venerdì non farà marcia indietro apriremo la crisi». La ragione di tanta fibrillazione nel Pdl è l'intenzione del governo di far votare Lazio, Lombardia e Molise il 10 e 11 febbraio. Una data concordata due giorni fa tra il ministro Cancellieri e Renata Polverini, ma che i vertici del Pdl sostengono di aver appreso solo a cose fatte: «Alfano non poteva rispondere al telefono perché era a Porta a Porta. E da palazzo Chigi non hanno più richiamato».

    Ma il Pdl, che mette in conto una sconfitta alle regionali, non può permettersi un effetto traino negativo sulle politiche, andando incontro a una sicura débâcle. Da qui il fuoco di sbarramento preventivo, anche se una decisione formale il governo ancora non l'ha presa. Ieri Monti e Cancellieri ne hanno discusso a lungo in Algeria, stabilendo di prendersi ancora 24 ore per approfondire il caso. Intanto il Pdl ha scelto di cavalcare l'argomento del risparmio che si avrebbe con un election day, se le regionali fossero abbinate alle politiche di primavera.

    ANGELINO ALFANO PIERFERDINANDO CASINIANGELINO ALFANO PIERFERDINANDO CASINI

    «Questo giochino - attacca Alfano - ci costa 100 milioni di euro. Facciamo la tassa Bersani per votare a febbraio». Il Pdl ci vede anche un ruolo del Colle in quella che viene subita come «una manovra » ai suoi danni. Anche perché, con le regionali a febbraio, salterebbero le primarie per incoronare Alfano. I più decisi a «staccare la spina» al governo sono gli ex An.

    «Facciamo cadere il governo e si voti tutto», twitta il vicecapogruppo del Pdl Massimo Corsaro. Alfano suggerisce di «anticipare le politiche a febbraio o spostare le regionali ad aprile». Cicchitto propone un election day «a marzo». Questa volta anche Fini e Casini condividono la contrarietà del Pdl verso un voto separato regionali-politiche. All'ora di pranzo si vedono alla Camera insieme a Lorenzo Cesa e Italo Bocchino e dalla riunione emerge la preoccupazione per «una lunga campagna elettorale che provocherebbe la totale paralisi del Parlamento e del governo».

    PIERFERDINANDO CASINI E PIERLUIGI BERSANIPIERFERDINANDO CASINI E PIERLUIGI BERSANI

    Mentre il governo si tiene lontano dalla polemica, il Pd reagisce alle accuse di essere stato favorito. «Io faccio il mio mestiere spiega Pier Luigi Bersani - e c'è un presidente della Repubblica che fa ottimamente il suo. Non sto a speculare sul giorno delle elezioni, per me si va alla scadenza naturale e per le regioni si deve votare prima che si può». Quanto alle minacce del Pdl a Monti, «da noi scherzi non deve aspettarsene abbiamo detto che deve restare fino alla fine della legislatura e restiamo a quello».

    MINISTRO ANNA MARIA CANCELLIERIMINISTRO ANNA MARIA CANCELLIERI

    L'ultimatum del Pdl viene accolto con grande sorpresa e irritazione dal capo dello Stato. Da Napolitano porte chiuse, ancora una volta, allo scioglimento anticipato: «Si continua a parlare a vuoto di elezioni anticipate ma non sussistono né le motivazioni né le condizioni per una decisione di questo tipo, che è prerogativa esclusiva del capo dello Stato».

    Ancora meno graditi i sospetti evocati dal leader Pdl a proposito di un favore fatto al Pd. Retropensieri che non tengono conto di un passaggio-chiave: la sentenza del Tar che obbliga il Lazio alle elezioni a stretto giro, una decisione di cui il governo non può che prendere atto. La minaccia di ritorsione del centrodestra di staccare subito la spina al governo? Sarebbe un gesto «sconsiderato e grave», secondo il Colle. Con il rischio di non approvare la legge di stabilità: «Ognuno si assuma le proprie responsabilità».

     

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