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    E’ SEMPRE NADAL - AGLI 'US OPEN' VINCE UNA BATTAGLIA EPICA CONTRO THIEM E AGASSI LO INCORONA: E’ PIÙ GRANDE DI FEDERER, I NUMERI NON DICONO TUTTO. ROGER DA QUI IN AVANTI PERDERA’ PIU’ DI QUANTO VINCERA’ - ADRIANO PANATTA TEME CHE IL FUTURO DEL TENNIS SARÀ UNA GUERRA FRA MUSCOLARI SFASCIAPALLINE? “FRACASSARE PALLINE NON SARÀ MAI SUFFICIENTE PER DIVENTARE FEDERER O NADAL. SERVE MOLTO DI PIÙ”  - VIDEO


     
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    Stefano Semeraro per la Stampa

     

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    Andre Agassi, campione amatissimo, è uno degli otto uomini che sono stati capaci di vincere in carriera tutti e quattro i tornei dello Slam e in questi giorni è agli Us Open anche nella veste di ambasciatore del marchio Lavazza - l' unico, a sua volta, a comparire come sponsor nei quattro 'major'.

     

    Andre, cosa l' ha impressionata nell' ennesima impresa di Rafa Nadal, vincitore in cinque magnifici set contro Thiem nel quarti di finale?

    «Rafa ci ha dato un altro esempio del motivo per cui lo ammiriamo. Non importa l' occasione, il turno o l' avversario: dà sempre il massimo, con professionalità assoluta.

    Mi impressiona come sa mettere il 100 per cento dell' energia, sia morale sia fisica, in tutto quello che fa. Non l' ho mai visto comportarsi diversamente».

     

    Federer invece è inciampato contro Millman: è sul viale del tramonto?

    «Vuole una previsione? Semplice: da qui in avanti Roger perderà più di quanto vincerà.

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    Credo possa ancora giocare al massimo livello. Forse aveva bisogno di qualche match in più, sicuramente l' anno prossimo dovrà prendere molte decisioni importanti. Quando smetterà? Non so dirlo: mi ha sorpreso già più di una volta in passato».

     

    Come capisce un n.1 quando è il momento di fermarsi?

    «Nel mio caso è stato il mio corpo a dire stop. Ci deve essere un equilibrio tra la tua vita e gli sforzi che richiede essere numero 1. Ognuno ha il suo punto di rottura, mentale o fisico, a un certo punto non ce la fai più. Ma lasciamo che sia Federer a decidere il suo».

     

    Nadal o Djokovic possono battere i suoi record?

    «Nadal come numero di Slam vinti è più vicino, ma quando ho lavorato per nove mesi con Novak ero convinto che avrebbe vinto due Slam all' anno minimo per altri tre anni. Tutti e due hanno la possibilità di farcela. Per Nadal dipende molto da quanta energia gli rimane, ma può vincere l' anno prossimo al Roland Garros e anche qui. Solo il tempo ce lo dirà».

     

    federer federer

    È vero che secondo lei Nadal può essere considerato il più grande di sempre?

    «La mia idea era una risposta a quanti sostengono che Federer sia indiscutibilmente il numero 1: come puoi esserne così certo? Ci sono diversi motivi per cui potremmo dire la stessa cosa di Nadal. E anche Djokovic, alla lunga, potrebbe rivendicarlo. Rafa è sicuramente il più grande agonista nella storia dello sport, non solo del tennis, Federer fa sembrare tutto facile. Certo, 20 Slam sono 20 Slam. Ma i numeri non dicono tutto».

     

    Cosa manca ai giovani che stentano a emergere?

    «Gli mancano gli Slam... Ma non è facile, se quei tre davanti ti lasciano le briciole. Thiem ha un tennis molto potente, sta facendo grandi progressi sul cemento e sarà il prossimo n. 1 sulla terra. Kyrgios ha il talento per diventare più forte di tutti, ma si fa distrarre. Per essere il n.1 il talento non basta, ma lo capisci quando maturi».

     

    Serena Williams si è schierata a fianco del quarterback Kaepernick e della sua protesta contro le discriminazioni: giusto?

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    «Non posso giudicare quello che fa Serena. Ogni atleta di fama ha un palco importante dal quale sostenere le proprie idee, e in America puoi dire quello che vuoi. Io non sento il bisogno di arringare nessuno, ho sempre preferito tenere le mie idee politiche all' interno dell' urna».

     

    Il suo impegno extra-sport è tutto nella sua fondazione, nell' aiutare i ragazzi meno fortunati?

    ADRIANO PANATTA ADRIANO PANATTA

    «Io penso che sia meglio fare delle cose piuttosto che parlarne, e con l' aiuto di Lavazza stiamo migliorando la vita di tanti ragazzi. Voglio restituire una parte di quello che ho avuto dal tennis».

     

    Le piace il nuovo formato in sede unica della Coppa Davis o è la fine di un' era?

    «Il pericolo è di privare i paesi più piccoli di un' occasione per raccogliere denaro e propagandare il tennis a casa propria. È un passo delicato».

     

    È d' accordo sul tie-break al quinto set in tutti i tornei per limitare i match-maratona?

    «Sul 6 pari del quinto set bisognerebbe tirare la monetina. Non ha senso continuare una guerra sanguinosa solo per scoprire, come è successo quest' anno a Wimbledon, che chi ne esce vincitore non ha poi chance di vincere la finale. Anche per gli spettatori non è bello sapere prima chi vincerà la partita».

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    Adriano Panatta teme che il futuro del tennis sarà una guerra fra muscolari sfasciapalline. E lei?

    «Fracassare palline non sarà mai sufficiente per diventare Federer o Nadal. Serve molto di più, non si preoccupi neanche Adriano...».

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