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    LA MAFIA È QUESTIONE DI FAMIGLIA – È STATA ARRESTATA MARTINA GENTILE, 31ENNE FIGLIA DI LAURA BONAFEDE, LA MAESTRA AMANTE DI MATTEO MESSINA DENARO: IL BOSS LA CONSIDERAVA UNA FIGLIA E LEI, INTRISA DI DISVALORI MAFIOSI, HA AVUTO UN RUOLO FONDAMENTALE NELLO SCAMBIO DELLA CORRISPONDENZA DEL PADRINO – NON SOLO: AVEVA ACCESSO A NOTIZIE RISERVATE SULLA LATITANZA, CONDIVIDEVA CON LUI IL LINGUAGGIO CIFRATO ED È DEPOSITARIA DEI SEGRETI DEL BOSS – QUANDO NEL 2022 MESSINA DENARO VENNE RIPRESO DALLE TELECAMERE, MA…


     
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    MESSINA DENARO RIPRESO DA TELECAMERE POLIZIA GIÀ NEL 2022

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    (ANSA) - Agli atti dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Martina Gentile, una delle favoreggiatrici della latitanza di Matteo Messina Denaro, ci sono una serie di immagini scattate dalla polizia mesi prima della cattura del boss avvenuta il 16 gennaio scorso. Nei frame di un video del 17 dicembre del 2022, ora rianalizzati dai carabinieri, si vede l'auto del boss passare alle 10.59 davanti alla casa della Gentile e della madre Laura Bonafede- entrambe erano pedinate e intercettate dalla polizia impegnata nella ricerca del padrino, - e rallentare davanti al portone.

     

    Scene immortalate che però non insospettirono gli investigatori. L'analisi delle immagini fatta dai carabinieri e i pizzini in cui la madre della Gentile Laura Bonafede, sentimentalmente legata a Messina Denaro racconta la gioia provata nel vedere anche solo per un istante il boss passare in auto, confermano che alla guida dell'Alfa ripresa dalle videocamere c'era il padrino ricercato.

     

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    PROCURA, GENTILE È DEPOSITARIA DI SEGRETI DI MESSINA DENARO

    (ANSA) -  Postina, ma non solo. Il ruolo di Martina Gentile nella latitanza di Matteo Messina Denaro, potrebbe essere molto più complesso. Lo sospettano gli inquirenti che ne hanno chiesto e ottenuto l'arresto. "Martina Gentile - scrivono i magistrati - può vantare un tale patrimonio di conoscenze sui meccanismi di controspionaggio adottati dal latitante e sulla sua rete di coperture, tanto da porla strategicamente al centro, accanto alla madre, del suo sistema di assistenza e protezione del latitante e, in tal modo, in grado di condizionarlo, inquinarlo o comunque renderlo ancora oscuro nelle molte parti ancora non svelate". Per i pm la giovane donna era un anello indispensabile delle "reti di protezione sapientemente costruite dal latitante".

     

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    "Il livello di fiducia riposto da Messina Denaro nella giovane donna, depositaria infatti di notizie riservate sulla latitanza, l'altissima considerazione sulle sue qualità, l'orgoglio per le convinzioni mafiose che la donna aveva anche pubblicamente manifestato, sono tutti indici che consentono di ritenere certa la conoscenza da parte della Gentile di ulteriori luoghi, persone, dinamiche attinenti alla sfera più intima e complice della latitanza di Messina Denaro", concludono. Le indagini su Martina Gentile potrebbero far scoprire altri canali di scambio di 'pizzini', probabilmente attivi a Palermo, città frequentata dal latitante durante le cure alla clinica La Maddalena e in cui la ragazza si recava spesso.

     

    MATTEO MESSINA DENARO: ARRESTATA LA FIGLIA DELL’AMANTE DEL BOSS

    Estratto dell’articolo di Lara Sirignano per www.corriere.it

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    Matteo Messina Denaro l’amava come una figlia. E ricordava con rimpianto i periodi trascorsi con lei e sua madre «i due miei affetti che stimo e che hanno fatto parte di me» si legge in uno dei pizzini del padrino trovati dopo la sua cattura. E lei, Martina Gentile, 31 anni, figlia della maestra Laura Bonafede , per anni compagna di vita del capomafia allora latitante, arrestata ad aprile, ricambiava il sentimento tanto da mettersi a disposizione del mafioso più ricercato d’Italia. Per la Gentile la procura di Palermo ha chiesto l’arresto mesi fa, ma secondo il gip a carico della giovane donna non c’erano indizi sufficienti.

     

    Gli hanno fatto cambiare idea le nuove prove raccolte dai carabinieri del Ros che hanno scandagliato i cellulari della ragazza e della madre, analizzato l’enorme mole di documenti sequestrati al padrino di Castelvetrano e rivisto le immagini girate dalla polizia che riprendevano l’auto del boss passare, indugiando, davanti casa delle due donne già un mese prima della sua cattura, ma che evidentemente non avevano insospettito gli investigatori.

     

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    Elementi che hanno spinto il giudice a disporre l’arresto della ragazza per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravate pur con la concessione dei domiciliari perché la Gentile è madre di una bambina di tre anni.

     

    Le 50 pagine del provvedimento cautelare, chiesto dal procuratore di Palermo descrivono una donna profondamente legata al padrino di Castelvetrano che per anni l’ha cresciuta e l’ha amata, una donna profondamente intrisa dei disvalori mafiosi che il padrino, ma anche la sua famiglia d’origine, quella dei Bonafede storici alleati di Messina Denaro, le hanno trasmesso. Per mesi, secondo gli inquirenti, Martina Gentile avrebbe gestito lo scambio della corrispondenza del boss sfruttando il suo rapporto con un altro tramite del padrino, Lorena Lanceri, finita in manette col marito nei mesi scorsi.[…] Lanceri, che aveva rapporti strettissimi con Messina Denaro, dava alla ragazza le lettere che lui scriveva a sua madre Laura Bonafede, e Martina con solerzia le faceva avere alla destinataria.

     

    matteo messina denaro davanti la casa di laura bonafede matteo messina denaro davanti la casa di laura bonafede

    L’indagata, in codice chiamata da Messina Denaro Tan o Tany, condivideva con il padrino e con gli altri soggetti che interloquivano con lui una sorta di linguaggio cifrato ideato per nascondere l’identità delle altre persone coinvolte nella assistenza al latitante e ne curava inoltre le esigenze logistiche. Una dedizione che, agli occhi dei pm la rende «uno degli ingranaggi indispensabili del sistema di comunicazione ingegnato dal latitante […] ». Messina Denaro appuntava in alcuni giorni un puntino o la parola Tan: gli inquirenti hanno scoperto che si trattava di una abbreviazione di Tania, lo pseudonimo usato per indicare Martina Gentile. In un caso aveva scritto anche la frase «invio Tany».

     

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    […] Ma la ragazza non si sarebbe limitata a fare la postina. «Il livello di fiducia riposto dal Messina Denaro nella giovane donna, depositaria infatti di notizie riservate sulla latitanza, l’altissima considerazione sulle sue qualità, l’orgoglio per le “convinzioni mafiose” che la donna aveva anche pubblicamente manifestato, sono tutti indici che consentono di ritenere certa la conoscenza da parte della Gentile di ulteriori luoghi, persone, dinamiche attinenti alla sfera più intima e complice della latitanza di Messina Denaro», scrivono i magistrati che proprio seguendo le tracce della Gentile sperano di riuscire a ricomporre l’intero puzzle della latitanza dell’ultimo padrino stragista.

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