1. MIGRANTI, PIÙ TEMPO ALLE CORTI D’APPELLO CAMBIATO IL DECRETO PER EVITARE LO STOP
Estratto dell’articolo di Conchita Sannino per “la Repubblica”
carlo nordio sergio mattarella 1
Una corsa contro il tempo. Con l’ennesima forzatura parlamentare messa a segno ieri dalla maggioranza, tra le proteste dell’opposizione, e la “rettifica” apportata in extremis per concedere alle Corti d’Appello italiane, ora investite del caso migranti, almeno «30 giorni».
È il termine minimo chiesto da tutti e 26 i presidenti italiani, e sostenuto anche dalla decisiva valutazione dei tecnici del Quirinale, che ieri viene aggiunto precipitosamente, in un emendamento, con ritorno improvviso in Commissione Affari Costituzionali, pena la bocciatura del testo. […]
giorgia meloni - migranti albania - vignetta altan
[…] il dettaglio consentirà (forse) alle Corti di organizzare il complesso trasferimento delle competenze sul trattenimento dei migranti, imposto dalle destre. Quel ritocco è la precondizione che serve al decreto Flussi per ottenere il via libera. Oggi il voto in Aula, su cui il governo ha già posto la fiducia.
L’input è: blindare l’unica arma in grado di scongiurare il flop da 900 milioni di euro e zero risultati della missione Albania. Mentre sui migranti interviene anche il ministro della Giustizia Nordio: «Vi è una grande confusione sotto il cielo d’Europa. Ed è lì che la questione va risolta. Perché mancano una normativa e un orientamento giurisprudenziale omogenei». […]
Che cosa c’è nel decreto blindato? Sotto forma di emendamento governativo, ecco l’elenco dei Paesi sicuri di origine dei richiedenti asilo. Tra questi: anche il Bangladesh, l’Egitto e il Marocco. Mentre spunta l’altra significativa “copertura”: i contratti pubblici per la cessione di mezzi e materiali a Paesi terzi, orientati alla sicurezza delle frontiere e dei flussi migratori, saranno secretati.
MAGISTRATI
A fare più rumore, tuttavia, è la correzione di rotta sul cosiddetto “emendamento Musk” (dall’esternazione clamorosa del tycoon americano contro i giudici italiani). Fuori tempo massimo, è il presidente della Commissione Affari costituzionali Pagano (FI) a richiamare l’emendamento, per apportare la rettifica dei 30 giorni, e farlo tornare in Aula.
«È l’ennesimo pasticcio della maggioranza su questo doppio decreto. Se non saranno ripristinate le minime condizioni democratiche non parteciperemo ai lavori, solleveremo il problema davanti al presidente della Camera», è la levata di scudi di Filiberto Zaratti, Simona Bonafe’, Alfonso Colucci, Fabrizio Benzoni, Riccardo Magi, i capigruppo di Avs, Pd, M5s, Azione e Più Europa. […]
2. “CORREZIONE DI BUON SENSO” IL QUIRINALE INCASSA LA MODIFICA IN EXTREMIS
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/politica/2024/11/26/news/quirinale_opposizione_decreto_flussi-423729571/
SERGIO MATTARELLA E GIORGIA MELONI
C’è anche il Colle dietro alla scelta del governo di riportare in commissione la norma che affida alle Corti d’appello i ricorsi dei richiedenti asilo. Di certo, il Quirinale apprezza la decisione dell’esecutivo di tornare sui propri passi, concedendo ai giudici più tempo per adeguarsi.
E considera di «buon senso» il ritocco approvato in commissione Affari costituzionali della Camera. Un intervento necessario anche per evitare quella che per alcune ore è sembrata la tentazione di una forzatura tecnica da parte del ministero della Giustizia.
centro migranti DI GJADER IN ALBANIA
I fatti, dal principio. Nei giorni scorsi, la reazione delle Corti d’appello al decreto del governo che stravolge il sistema dei ricorsi dei migranti è più che infastidita. I magistrati sostengono che il tempo per attrezzarsi al nuovo corso – un mese – è irrisorio, insufficiente, problematico. Lamentano il rischio che il sistema si paralizzi. E premono per ottenere modifiche.
Il ministero della Giustizia è sordo alle critiche, a lungo. A un certo punto, però, spunta quella che nelle intenzioni del Guardasigilli Carlo Nordio rappresenterebbe una soluzione di compromesso: sarà una circolare di via Arenula, questa è la proposta, a concedere una proroga di dieci o quindici giorni per l’entrata in vigore del provvedimento. Troppo poco. E soprattutto: assai irrituale.
IL DECRETO LEGGE SUI PAESI SICURI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
A questo punto, interviene in qualche modo il Colle. La questione non arriva fino a Sergio Mattarella, perché si risolve prima: gli uffici della presidenza della Repubblica segnalano ai tecnici del governo la criticità di una norma che non garantisce alle Corti d’appello tempo sufficiente per adeguarsi.
E l’esecutivo corre ai ripari, modificando la norma in Parlamento. A via Arenula viene spiegato, soprattutto, che non sarebbe stato possibile utilizzare una circolare amministrativa per definire l’entrata in vigore di un provvedimento di legge.
La maggioranza, imbarazzata, fa dunque dietrofront. E decide di tornare in commissione dopo alcune ore di stallo in aula: alla Camera, infatti, mancano a lungo i numeri per approvare il nuovo passaggio in Affari costituzionali.
i primi migranti arrivati nel centro di prima accoglienza di Shengjin
Il rischio è finire battuti dalle opposizioni. Poi, a metà pomeriggio e dopo aver richiamato tutti i deputati presenti nella capitale o nei dintorni, la situazione si sblocca. Sia chiaro, la mossa del Colle è puramente tecnica. Di più: non fa altro che venire incontro alle richieste delle Corte d’appello, giudicate ragionevoli e ineludibili. […]
MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI