Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
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La presa di distanza da Ignazio La Russa è netta. E rivela quanto forte sia la preoccupazione di Giorgia Meloni per le vicende giudiziarie che stanno facendo ballare il governo. Tre nomi, tre casi diversi, ma uniti dallo stesso filo rosso: l’appartenenza al partito della premier. […] la giustizia può essere il suo tallone di Achille. […] la premier ha capito che far ripiombare il Paese indietro di trent’anni, alla guerra tra Berlusconi e le «toghe rosse», farebbe del male prima di tutto al suo governo. […]
giorgia meloni ignazio la russa sergio mattarella parata 2 giugno
Rivendica la tanto discussa nota «fonti Chigi» che accusava una parte delle toghe di essere scese in campo contro il governo, ma poiché è convinta che i magistrati non siano più compatti come un tempo, vuole arrivarci «con loro» e non contro.
D’ora in avanti, se pure dall’Anm dovessero arrivare «altre provocazioni», il governo non dovrà cadere in trappola. Questo il suggerimento che il sottosegretario Alfredo Mantovano ripete da giorni alla premier, invitandola a non rispondere colpo su colpo e ad «evitare contrapposizioni».
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Il presidente Sergio Mattarella ieri ha chiamato al Colle i vertici della Cassazione. Un incontro dal valore simbolico letto come un segnale in un momento in cui la magistratura si sente sotto attacco.
E oggi, a margine del Consiglio supremo di difesa, potrebbe esserci occasione di uno scambio di opinioni con Meloni, la cui scelta di abbassare i toni è stata apprezzata al Quirinale.
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Meloni ha detto pubblicamente quel che Mattarella pensa e cioè che Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato, abbia a dir poco sbagliato a schierarsi in difesa del figlio Leonardo Apache, attaccando la ragazza che lo ha denunciato per stupro.
Quando ieri La Russa ha sentito la premier per ringraziarla di aver fatto riferimento alla sua sofferenza di padre, si è giustificato: «Non volevo attaccare la ragazza, io ce l’avevo con il suo avvocato. Però è vero, a caldo ho sbagliato i toni».
[…] La Russa continua a pensare che la denuncia sia arrivata dopo 40 giorni non per caso, ma perché dopo quel lasso di tempo si cancellano le registrazioni delle telecamere. Gli avvocati della famiglia La Russa sono convinti di poter dimostrare, grazie a nuovi testimoni, che «Leonardo non ha stuprato nessuno». […]