Irene Soave per il “Corriere della Sera”
stradivari da vinci ex seidel 3
Per pagare le lezioni di violino, l'allievo regalò al maestro uno schizzo incomprensibile: rappresentava la «contrazione delle lunghezze», cioè un fenomeno previsto dalla teoria della relatività ristretta. Sia l'allievo sia il maestro sono entrati, poi, nella storia. Il primo era Albert Einstein, che con il maestro, Toscha Seidel, tra i più grandi violinisti del secolo scorso, si esibì in un concerto (Bach) a beneficio degli scienziati tedeschi ebrei minacciati dal nazismo. Il violino che era in braccio a Seidel è stato battuto all'asta ieri sera: ci si aspettava che superasse i 20 milioni, diventando il violino più costoso della storia, si è fermato invece a «soli» 13 milioni.
toscha seidel 1
Lo Stradivari «Da Vinci - ex Seidel» è stato il lotto finale di un'asta della casa di Londra e New York Tarisio, specializzata in strumenti ad arco: costruito nel 1714, cioè nel periodo d'oro di Stradivari, e dal suono «eccezionalmente caldo ed emozionante», così il direttore della casa d'aste Jason Price. Il record, però, è rimasto a un altro Stradivari: il «Lady Blunt», del 1721, già proprietà della nipote di Lord Byron e figlia di Ada Lovelace, è stato venduto nel 2011 per 15,9 milioni di euro.
Ma cosa fa sì che un violino possa costare tanto?
Gli Stradivari hanno il timbro più equilibrato al mondo: questa caratteristica, difficile da cogliere per i non iniziati, è stata evidente invece a 70 liutai cremonesi convocati, all'inizio di quest' anno, dal Cnr insieme al Politecnico di Milano e all'Università di Padova.
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Gli Stradivari, poi - ce ne sono a oggi non più di 700 ancora integri - hanno un'età attorno ai tre secoli che fa sì che il legno di cui sono composti sia eccezionalmente secco, avendo perduto tutta l'umidità (infatti sono leggerissimi). La risonanza è quasi perfetta. Poi c'è il «periodo d'oro». Tra il 1710 e il 1720 il maestro Stradivari ebbe a disposizione i migliori legni, i migliori ingredienti per la lacca e soprattutto aveva trovato il suo modello. Ma è soprattutto la storia del «Da Vinci ex Seidel» venduto ieri all'incanto dopo più di due ore di rilanci e schermaglie tra due compratori a renderlo tanto prezioso.
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Le lezioni di violino di Einstein, appunto; il maestro, Toscha Seidel, di Odessa, aveva già comprato il «Da Vinci» nel 1924 per la somma allora già favolosa di 25 mila dollari, che si era guadagnata la prima pagina del New York Times . Lo usò, negli anni, per incidere le colonne sonore di alcuni dei film che hanno fatto la storia di Hollywood: è il violino che fa da sottofondo a Judy Garland, quando ne Il mago di Oz (1939) canta «Somewhere, over the rainbow...» ma è anche nella colonna sonora di Intermezzo , con Ingrid Bergman, e del classicone Melody for Three .
Per lo studioso Adam Baer, in un articolo sulla rivista American Scholar , il suono del violino di Seidel è «il suono stesso di Hollywood». «Il fatto che ormai associamo le scene d'amore o quelle commoventi al suono del violino è in gran parte dovuto a Toscha Seidel», scrive. E al suo magico Stradivari, che da ieri ha un nuovo proprietario. Difficilmente, dato il prezzo a cui è stato aggiudicato, si tratterà di un musicista emigrante come lo fu l'odessita Seidel.
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