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    AIUTO, ARRIVANO I GOTH! È UNA CONGREGA DI BESTIE DI SATANA? È UN FESTINO NAZI? UN FESTIVAL PUNK? UN RADUNO DARK? CERTO, E MOLTO DI PIÙ: È IL " WAVE GOTHIC" DI LIPSIA! - OGNI ANNO DECINE DI MIGLIAIA DI SVITATI SI RADUNANO IN GERMANIA, TRA MASCHERE, PIERCING, CATENE, CRESTE, TUTE DI PELLE, REVIVAL DEL TERZO REICH, PER CELEBRARE QUELL'INDEFINIBILE GENERE "GOTH" CHE INCLUDE ROCK, PUNK, METAL, ELECTRO


     
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    Foto da http://www.wave-gotik-treffen.de/

     

    Marco Pipitone per www.ilfattoquotidiano.it

     

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    Battiamo il ferro finché è caldo e continuiamo a parlare di musica goth! Cominciando con lo specificare il termine, poiché a seguito del post precedente, dopo aver associato i Modern English all’ambiente goth, a qualcuno si è ammosciata… la cresta!

     

    Anche i sassi conoscono i Joy Division ma provate a definire goth Ian Curtis e sentirete i fans della prima ora scagliarvi addosso ogni tipo di maledizione. Affermare ad esempio che a quella cerchia potrebbero appartenere i Sex Gang Children significherebbe ricevere tra capo e collo una serie infinita di terrificanti anatemi.

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    Un nome, quello dei Sex Gang, a molti sconosciuto ma per il genere, di assoluta rilevanza; fu proprio Andi Sexgang, leader della band, ad ispirare il termine tanto contestato. Conoscete Ian Astbury? Il leader dei Cult, nel 1982, dopo aver assistito ad una performance “del Nostro”, lo definì un Gothic Pixie. In seguito molte riviste musicali come New Musical Express e Sounds presero quell’espressione come un segno rivelatore; Pitchfork stabilì addirittura quali fossero i gruppi rientranti di diritto entro certe linee guida: Joy Division, Siouxsie and the Banshees, Bauhaus e Cure. Di fatto, i media, rielaborarono la definizione di Astbury, utilizzandola per indicare agli occhi del mondo la nascita di una nuova ed effettiva corrente musicale.

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    Ora, arrivare ai giorni nostri, la scena si è arricchita – oppure, se preferite, impoverita – con gruppi e gruppazzi. Va da sé che capitare proprio in questi giorni al Wave Gotik Treffen di Lipsia è un motivo per capire quanto siano infondati alcuni preconcetti; come detto, “agli scuri italiani”, il termine goth non piace, preferiscono in linea di massima non essere etichettati. Volendo proprio trovare una definizione, la parola “dark” è quella maggiormente metabolizzata. Occorre fare attenzione con i vocaboli, la fauna in questione adora mettere i puntini sulle i: sono puntigliosi e non ammettono imprecisioni di sorta, soprattutto quando si parla di musica.

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    Detto ciò, il termine dark, non trova riscontro fuori dal nostro Paese; parlandone con una persona di origini inglesi, potrebbe mettersi a ridere; in Germania la situazione è medesima. Insomma, per farla breve – piaccia oppure no – all’interno del crepuscolare mondo goth, ci finiscono band di area New Wave, Post Punk, Ebm, Classica, Electro, Neo folk, Synth pop, Post punk ma potete aggiungere ciò che manca, per rendervi definitivamente conto che forse, quel nome, è soltanto l’ennesima etichetta, legata ad una semplice questione di indicizzazione.

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    Tornando al Wave Gotik Treffen, si tiene a Lipsia da 24 anni. Per spiegarlo, occorre recuperare un post scritto due anni fa: […] A ognuno il proprio Treffen!” Valga questa semplice regola per capire che è impossibile collocare la manifestazione dentro schemi predefiniti. In effetti, di primo acchito, è facile lasciarsi trasportare dal pensiero che la quattro giorni sia votata esclusivamente allo sfoggio sfrenato dell’abito appropriato.

     

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    Una visione più attenta e distaccata fa capire che mai come in questo caso “l’abito può fare il monaco”! È sufficiente porre l’attenzione sul programma per realizzare che il look è soltanto un pretesto per appartenere a qualcosa di più complesso: concerti, performance teatrali/ cinematografiche, pic-nic vittoriani, balli in costume […].

     

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    Pochi, pochissimi gli italiani presenti. La manifestazione è prevalentemente frequentata da tedeschi, olandesi, svedesi e polacchi; anche se a tratti, nell’aria, si sente parlare spagnolo e francese.

     

    Il solito dj qualunque, dopo aver visto – tra gli altri – Kirlian Camera (pessimi in questa nuova versione scriteriatamente elettrica), Daf (dopo anni non si è ancora capito “se ci sono oppure ci fanno”) Beauty of Gemina (una grande band, i migliori visti quest’anno), Clan of Xymox (perfetti nell’evocare con stile se stessi) e infine Fields of the Nephilim (l’unica cosa realmente piacevole è l’effetto polvere che li avvolge durante il live)… pone fine alla questione legata alla musica goth, e, con il giusto puntiglio, saluta Lipsia, preparandosi a rientrare in Italia.

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