Filippo Femia per "La Stampa"
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Quando ha iniziato a scrivere il suo romanzo d'esordio, fuori dalla finestra sfrecciavano le ambulanze e le strade erano svuotate dal coprifuoco. In quei giorni Beatrice Salvioni, 26 anni, mai avrebbe immaginato che sarebbe diventata la protagonista di un caso editoriale.
"La Malnata", la storia di due amiche ribelli negli anni del fascismo, non è ancora stato pubblicato, ma all'estero hanno già acquisito i diritti: sarà venduto in 30 Paesi e tradotto in 23 lingue. Un caso unico nei quasi trent'anni di storia della Scuola Holden, dove Beatrice si è diplomata a giugno.
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«Sono ancora sconvolta», ammette con la voce calma di chi ancora non ha realizzato la portata della sua impresa. Tutto inizia durante gli "Opening doors", dove i migliori studenti della scuola creata da Baricco presentano i lavori di fine agli addetti ai lavori: il romanzo di Beatrice strega subito editori e agenti letterari.
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«Ho inviato il manoscritto alle case editrici - ricorda -. I docenti ci ripetevano di avere pazienza perché alcuni rispondono anche nove mesi dopo». Ma già nel giro di un paio di settimane arrivano le prime telefonate: si scatena un'autentica asta per pubblicare il libro di un'esordiente.
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«Tutta quell'attenzione mi ha travolta e anche un po' commossa - racconta -. A quel punto ero indecisa su chi scegliere». I docenti della Holden le consigliano di affidarsi a un agente letterario.
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La scelta ricade su Carmen Prestia, dell'agenzia Alferj e Prestia, che fa un capolavoro: cede i diritti a Einaudi Stile Libero - il direttore Paolo Repetti telefona personalmente a Beatrice per strapparle il "sì" - e riesce a venderlo all'estero: dalla Svezia al Brasile, passando per Lituania e Israele.
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Senza essere ancora in libreria, la 26enne ha già superato alcuni degli scrittori che l'hanno ispirata. «Fin dai primi colloqui ho capito che Einaudi Stile Libero credeva davvero nella mia storia», dice.
"La Malnata", titolo che spera venga confermato, è ambientato nell'Italia del '35 piagata dalla violenza fascista e racconta la storia di due ragazze: Francesca, di famiglia borghese, e Maddalena, per tutti "malnata", una che porta disgrazie. In un clima di abusi e paura le protagoniste impareranno l'importanza della disobbedienza.
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«Ho una grande passione per le figure femminili e volevo raccontare le voci silenziate delle donne in un periodo storico, il fascismo, sempre raccontato da un'ottica maschile», spiega.
La tematica femminile, ammette, si inserisce in un filone di successo negli ultimi anni: «Molti mi hanno detto che è stata una scelta "furba", ma qui il marketing non c'entra - replica -. Ho scritto questo libro per una necessità che sentivo dentro di me».
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Ora Beatrice si ritrova a fantasticare sulla copertina che avrà il suo romanzo - da noi uscirà nell'autunno 2022 - in Polonia, Grecia o Turchia: «Non nascondo che la pressione è tanta - confessa -. La prima stesura è di 130 pagine, ora approfondirò alcuni personaggi e qualche scena: credo che arriverò intorno alle 200».
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Ad ascoltare i suoi professori, che Beatrice Salvioni avesse i numeri per sfondare era evidente. Ma a sorprenderli non è stato soltanto il suo talento: «Ha sempre aiutato moltissimo i compagni, confrontandosi spesso con loro, dando e ricevendo consigli - racconta la docente e scrittrice Eleonora Sottili -. E poi mentre alcuni si buttavano giù nei mesi di lockdown, lei ha subito reagito: "Significa che ho molto più tempo per scrivere"».