Simone Bianchin e Zita Dazzi per “la Repubblica”
MILANO 15 ENNE PICCHIATO AL PARCO
Prima gli insulti antisemiti, poi le botte. È successo domenica pomeriggio a Milano, al Parco Olimpia di via Soderini, vittime un gruppo di ragazzi con la kippah in testa, scout della comunità ebraica, che stavano giocando a calcetto. «Ebrei di m...», si sono sentiti urlare da un gruppetto di giovani italiani.
Erano le 15.30. I ragazzi con il copricapo stavano giocando una partita sul prato sintetico dell’Olimpia. Ogni tanto si fermavano per rinfrescarsi alla fontana, poi ricominciavano. A un certo punto è passato il gruppo di italiani che ne hanno preso di mira in particolare uno, provocandolo.
Si tratta di un 15enne di Roma di passaggio a Milano, dove era andato a trovare alcuni amici della comunità. Secondo quanto ricostruito dalla questura, il ragazzo è stato avvicinato da un gruppo di adolescenti che hanno iniziato a ingiuriato, verosimilmente per il fatto che portasse in capo la kippah.
Lui e i suoi amici avrebbero tentato di far finta di niente e di non rispondere alle provocazioni tanto che, secondo quanto raccontato dai ragazzi ai poliziotti della volante intervenuti sul posto, il 15enne si è allontanato subito dal parco. Ma sarebbe stato inseguito e raggiunto da uno del gruppo di quegli italiani che lo ha colpito con un pugno in faccia.
EBREO KIPPAH
«Al nostro arrivo — spiega la polizia — non c’era traccia degli aggressori e la vittima è stata medicata sul posto dai sanitari del 118 arrivati con l’ambulanza, per lievissime contusioni». Il ragazzo in serata è tornato a Roma com’era nei suoi programmi, rifiutando il trasporto al pronto soccorso.
Il ragazzo che lo ha colpito non è stato identificato dalla polizia, ma di lui raccontano qualcosa diversi testimoni. Altri ragazzi che frequentano quel parco e la zona, pur sostenendo di non sapere come si chiama, hanno detto, anche alla polizia, di averlo già visto in giro e lo descrivono come «un bulletto», uno con la mania di insultare chi gli capita a tiro, se trova il modo. «Se vede un immigrato gli dice “nero di m...”. Se incontra una con la pancia gli dà del ciccione. Offende chiunque e non sa neanche quello che dice».
Sono episodi di bullismo, che sconfinano facilmente nel razzismo. «Purtroppo aggressioni del genere si ripetono spesso — commenta il presidente della comunità ebraica, Raffaele Besso — Chi è ebreo e indossa qualche capo che individua la sua identità, rischia». Il fatto è accaduto non lontano dal luogo in cui il 12 novembre scorso il rabbino Nathan Graff venne accoltellato e ferito seriamente da uno sconosciuto mai individuato. Gli ebrei chiedono che la sorveglianza nel quartiere rimanga alta.
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