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    ECATOMBE NEGLI OSPIZI MILANESI: IN 8 GIORNI ALTRI 160 MORTI -PERQUISIZIONI AL “DON GNOCCHI”, DIRIGENTI AMMINISTRATIVI E SANITARI E IL PRESIDENTE DELLA COOPERATIVA AMPAST SONO ACCUSATI DI NON AVER ADOTTATO MISURE DI SICUREZZA PER RIDURRE IL RISCHIO DI CONTAGIO - 22 STRUTTURE SOTTO INCHIESTA – L’ASSESSORE LOMBARDO AL LAVORO MELANIA RIZZOLI AFFERMA ANCHE CHE SONO STATI "SOLO 141 I PAZIENTI TRASFERITI IN APPENA 15 DELLE 708 RSA LOMBARDE…"


     
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    Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

     

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    Il coronavirus continua a fare strage di anziani e nelle Rsa milanesi: sono almeno 160 quelli morti solo negli ultimi otto giorni nelle Residenze sanitarie assistenziali sulle quali indaga la Procura della Repubblica di Milano. Il dato, che è parziale perché non comprende tutte le 22 strutture sotto inchiesta, è all' esame dei magistrati mentre perquisizioni e acquisizioni di atti al «Palazzolo-Don Gnocchi» segnano l' ultimo sviluppo delle inchieste.

     

    La Guardia di Finanza di Milano si è presentata al Don Gnocchi con un decreto dei pm Letizia Mocciaro e Michela Bordieri, che indagano per omicidio ed epidemia colposi e violazione delle norme antinfortunistiche, prelevando le cartelle cliniche dei deceduti e dei ricoverati e la documentazione sulle forniture di mascherine e degli altri dispostivi di protezione e sui rapporti con Regione Lombardia e Ats.

     

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    Dirigenti amministrativi e sanitari e il presidente della cooperativa Ampast (che ha inviato una contestazione disciplinare ai lavoratori che avevano denunciato ai pm la situazione) sono accusati di non aver adottato misure di sicurezza per ridurre il rischio di contagio per medici, infermieri e per i ricoverati del Don Gnocchi dove, dall' inizio di marzo a metà aprile, sono morti per coronavirus circa 200 persone.

     

    La Fondazione ha fornito «massima collaborazione» agli investigatori, dichiara il legale del Don Gnocchi, l' avvocato Stefano Toniolo, «certo» che l' esame della documentazione in Procura confermerà «la linearità e la trasparenza dei comportamenti degli indagati e della Fondazione e chiarirà anche le ricostruzioni frammentarie e incomplete che si sono susseguite in questi giorni».

     

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    I pm del dipartimento guidato dall' aggiunto Tiziana Siciliano indagano per stabilire se i contagi siano stati favoriti dalla delibera con cui l' 8 marzo la Regione trasferì nelle Rsa i malati Covid-19 meno gravi per liberare letti negli ospedali. Secondo l' assessore lombardo al Lavoro Melania Rizzoli, che è medico, questo non sarebbe possibile perché, calcolando che trascorrono «dalle due alle cinque settimane per il manifestarsi complessivo della malattia virale e del suo eventuale esito letale», è «facile dedurre che tutti gli anziani ospiti delle case di cura lombarde, che sono deceduti per coronavirus nel mese di marzo e nei primi 15 giorni di aprile, erano venuti in contatto ben prima dell' 8 marzo con il Covid-19». Rizzoli afferma anche che sono stati solo 141 i pazienti trasferiti in appena 15 delle 708 Rsa lombarde.

    ATTILIO FONTANA E MELANIA RIZZOLI ATTILIO FONTANA E MELANIA RIZZOLI

     

    Al Don Gnocchi erano stati approntati 36 posti in una struttura «separata e protetta» che ha impedito ogni contatto con gli altri ospiti, assicurano dalla Fondazione.

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