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    FUMO DI CITTADINANZA – CINQUE FERMI TRA BASILICATA E PUGLIA PER UN GIRO DI SPACCIO DI STUPEFACENTI: LA SEDE "LOGISTICA" DEL GRUPPO DI PUSHER ERA UN NEGOZIO DI FRUTTA E VERDURA, DOVE ERANO AMMESSI I PAGAMENTI CON LA CARD DEL REDDITO DI CITTADINANZA. MA IN QUESTO CASO GLI SPACCIATORI CHIEDEVANO UN "SOVRAPPREZZO" PER RECUPERARE LE TASSE DI...


     
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    Droga: spaccio in Basilicata e Puglia, cinque fermi

    la presentazione del reddito di cittadinanza la presentazione del reddito di cittadinanza

    (ANSA) Cinque provvedimenti di fermo di indiziato di delitto sono in corso di esecuzione, a Palazzo San Gervasio (Potenza), da parte dei Carabinieri nell'ambito dell'operazione antidroga "It's business" coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lucano.

     

    carta del reddito di cittadinanza carta del reddito di cittadinanza

    Gli indagati sono accusati di associazione finalizzata al traffico illecito e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti in concorso. Nel corso delle indagini sono stati ricostruiti "gli assetti organizzativi, le attività criminali e - è spiegato in un comunicato diffuso stamani dai Carabinieri del Comando provinciale di Potenza - la capacità di rifornire di stupefacenti alcune 'piazze di spaccio' nel Vulture-Melfese, nell'Alto Bradano e in alcuni comuni limitrofi della Puglia".

     

    Spaccio dal fruttivendolo, carta del reddito di cittadinanza per pagare

     (ANSA) A Palazzo San Gervasio (Potenza) la sede "logistica e operativa" dell'associazione finalizzata al traffico di droga - sgominata oggi dai Carabinieri nell'ambito di un'operazione coordinata dalla Dda di Potenza - era in un negozio adibito alla vendita di frutta e verdura: all'interno le sostanze stupefacenti venivano cedute a persone che si confondevano con gli altri clienti e che in alcune occasioni, per pagare, hanno utilizzato anche la carta del reddito di cittadinanza.

     

    Il negozio è stato posto sotto sequestro, insieme a due abitazioni e a quattro autoveicoli, intestati agli indagati. Sono questi alcuni degli elementi dell'operazione che stamani ha portato a cinque fermi di indiziato di delitto e a due arresti in flagranza di reato.

     

    spaccio droga spaccio droga

    Le persone arrestate in flagranza di reato a Palazzo San Gervasio sono i coniugi Antonio Soldano, di 30 anni, e la moglie Nicoletta Loviso (36): nella loro abitazione sono stati trovati tre chilogrammi di cocaina, 6,5 chilogrammi di marijuana e una somma in contanti pari a 15.600 euro, provento secondo gli investigatori, dell'attività di spaccio.

     

    I fermi sono stati emessi nei confronti di Giuseppe De Nigris (65) - che gestisce il negozio di frutta e verdura, intestato alla moglie - dei suoi figli, Umberto (38) e Fabio (33), di un dipendente dell'esercizio commerciale, Pasquale Di Benedetto (22) e di Marika Castriotti (30), tutti di Palazzo San Gervasio.

    giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza

     

    Droga comprata con reddito di cittadinanza, sovrapprezzo per tasse

     (ANSA) Alcuni "clienti" acquistavano la droga a Palazzo San Gervasio - piccolo centro nel Potentino - in prevalenza cocaina e hascisc, anche utilizzando le card del Reddito di cittadinanza: ma in questi casi i "pusher", all'interno di un negozio di frutta e verdura, chiedevano un "sovrapprezzo" per poter "recuperare le tasse".

     

    È uno degli elementi emersi stamani, a Potenza, nel corso della conferenza stampa sull'operazione "It's business". La droga, a Palazzo San Gervasio, veniva confezionata in un deposito poco lontano dal negozio di frutta e verdura, intestato alla madre dei fratelli De Nigris, e poi venduta nell'esercizio commerciale.

     

    card del reddito di cittadinanza card del reddito di cittadinanza

    Quando gli acquirenti chiedevano di pagare con la card del Reddito di cittadinanza (nel cui scontrino veniva indicato, fittiziamente, l'acquisto di frutta e verdura), veniva applicato un "sovrapprezzo" di 20 euro - non chiesto per i pagamenti in contanti - così da "coprire" le varie tasse che il negozio doveva poi allo Stato.

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