Articolo di Jason Horowitz per “The New York Times” e pubblicato da “la Repubblica”
Thomas Williams
Mentre corre per raggiungere la moglie a Piazza San Pietro, Thomas Williams incrocia sacerdoti in tonaca nera e dice che dei decenni trascorsi in abito talare l'unica cosa che gli manca è «la sensazione di aiutare le persone direttamente». Dopo una pausa aggiunge: «Sono certo di aiutarle ancora in qualche modo».
Dal 2014 Williams svolge la sua missione a servizio di Breitbart News, il sito populista di destra che ha sostenuto Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca, ed è seguito dalla "alt right", un movimento estremista e spesso xenofobo che sposa il nazionalismo bianco.
Il sito spera ora di incoraggiare i partiti anti-immigrazione in ascesa in Europa, espandendosi in Germania e Francia. Ma da anni Breitbart è presente a Londra, Gerusalemme e Roma.
Thomas Williams
A guardia della fortezza di Roma Stephen K. Bannon, ex amministratore delegato di Breitbart, oggi principale consigliere di Trump alla Casa Bianca, ha messo Williams, teologo telegenico e poliglotta, vaticanista, che aveva difeso il capo dei Legionari di Cristo, l'ordine religioso conservatore cui apparteneva, dalle accuse di pedofilia, poi rivelatesi fondate. Williams aveva lasciato il sacerdozio quando emerse che era diventato padre. «Ho cercato di rifarmi una vita», spiega. Lo ha fatto documentando l'immigrazione clandestina e concentrandosi sulla reazione conservatrice della gerarchia cattolica a Papa Francesco.
STEVE BANNON
Williams ha conosciuto Bannon nel 2003 grazie a un amico comune produttore del film "La passione di Cristo" di Mel Gibson, cui Williams collaborava come consulente teologo. «Mi è sembrato un pazzoide», dice di Bannon. All'epoca Williams era il volto dei Legionari di Cristo. Frequentando gli elitari circoli ecclesiastici americani conobbe Mary Ann Glendon, nota avvocatessa, che lo presentò a sua figlia, Elizabeth Lev, storica dell'arte vaticana. Nel 2003 Lev diede alla luce il figlio di Williams, mantenendone segreta la paternità.
Nel frattempo Williams era diventato un noto vaticanista televisivo. Nel 2012 confermò le rivelazioni sulla sua vita segreta: fece ammenda e tornò in Michigan. Un anno dopo lasciò il sacerdozio e rientrò a Roma per sposare Lev e crescere suo figlio, affetto da sindrome di Down.
STEVE BANNON
Abbandonato l'abito la sua esperienza di vaticanista non aveva più sbocco. Fu allora che ricevette la chiamata di Bannon, in cerca di una presenza per il suo sito in un luogo fondamentale della cultura giudaico-cristiana. Oggi Bannon venne spesso a Roma. «A tavola con lui non ci si diverte», commenta Williams, sommellier diplomato, riferendosi allo scarso interesse del suo interlocutore per vino e cibo.
Bannon non gli ha mai dato l'idea di nutrire opinioni razziste o antisemite. «Solo contro l'Islam è evidente una certa ostilità», dice Williams, e aggiunge di nutrire a sua volta riserve quanto all' assimilazione dei musulmani. Su altre tematiche però il corrispondente da Roma ha preso le distanze dalla linea di Breitbart. Quando Bannon decise di appoggiare Trump, Williams lo ammonì: «Se l'intento è di distruggere, meglio sapere cosa si va a costruire». «Ma credo che preferisca distruggere».
BREITBART
Williams sostiene di non subire interferenze, ma la direzione lo spinge a pubblicare articoli solidali agli oppositori di Francesco, soprattutto il cardinale Raymond Burke, amico di Bannon, esautorato da Francesco. In generale, ammette Williams, Breitbart considera il Papa un problema. «Non lo amano».