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    ECCO COME DALL’EUROPA ARRIVA UN SUPPOSTONE PER L’ITALIA E PER IL BULLETTO RENZI - GERMANIA, SVEZIA, DANIMARCA, NORVEGIA, FRANCIA E AUSTRIA PROROGANO DI DUE ANNI I CONTROLLI ALLE FRONTIERE E LASCIANO IN BRAGHE DI TELA I GOVERNI DI ROMA E ATENE


     
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    1 - CHIUDONO SEI FRONTIERE, SCHENGEN VACILLA

    Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

     

    tsipras renzi merkel tsipras renzi merkel

    La richiesta di sei Paesi di prorogare i controlli alle frontiere per due anni rende di fatto sospeso il trattato di Schengen. A confermarlo è la ministra dell' Interno austriaca, Johanna Mickl-Leitner, al termine del vertice informale, quando afferma: «L' accordo sta per saltare. Ciascuno è consapevole che l'esistenza dello spazio Schengen è in bilico, e che deve succedere qualcosa velocemente».

     

    PROFUGHI MERKEL RENZI 9 PROFUGHI MERKEL RENZI 9

    In realtà tocca al padrone di casa, il collega olandese Klaas Dijkhoff, comunicare la scelta di Germania, Svezia, Danimarca, Norvegia, Francia e Austria di tenere «chiusi» i confini e tanto basta per comprendere che i prossimi giorni saranno strategici per cercare un' intesa. La strada, però, appare tracciata. Lo sa bene anche il ministro Angelino Alfano quando chiarisce che «il trattato per ora è salvo, ma abbiamo poche settimane per evitare che si dissolva tra gli egoismi nazionali».

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    Le conseguenze per l'Italia sono evidenti, soprattutto tenendo conto che nei prossimi mesi gli arrivi certamente si intensificheranno. Per questo il titolare del Viminale afferma: «A tutti quelli che credono che per l' Italia la soluzione sia chiudere Schengen, al di là dei principi generali, dico: ma si rendono conto o no che non possiamo mettere il filo spinato nel mar Mediterraneo e nemmeno nell' Adriatico e che il danno economico sarebbe enorme? Il bivio dell' Europa è se andare avanti o stare indietro. Se si rimane indietro non c' è chance che il progetto di integrazione europea possa consolidarsi».

    christopher furlong centinaia di migranti al confine tra ungheria e austria christopher furlong centinaia di migranti al confine tra ungheria e austria

     

    Posizione anticipata dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che nella sua eNews aveva scritto: «Mettere in discussione l' idea di Schengen significa uccidere l' idea di Europa. Abbiamo lottato per decenni per abbattere i muri: pensare oggi di ricostruirli significa tradire noi stessi».

     

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    Lo scontro è pesante. La Germania, con il ministro Thomas de Maizière, ha intimato: «Eserciteremo pressione sulla Grecia affinché faccia i suoi compiti. Vogliamo soluzioni comuni europee, ma il tempo stringe». Immediata la richiesta di Atene di «smettere con questo ingiusto gioco di accuse», perché, come sottolinea il responsabile delle Politiche migratorie, Yoannis Mouzalas, «carenze e ritardi in molti casi non dipendono da noi». Fatica il commissario Ue Dimitris Avramopoulos, ma assicura che «nessuno ha proposto l'esclusione della Grecia. È ovvio che gli Stati di frontiera debbano lavorare di più e siamo qui per aiutarli».

     

    2 - PER L’ITALIA L’INCUBO SI CHIAMA BALCANI

    Francesco Grignetti per “la Stampa”

     

    protesta migranti protesta migranti

    Angelino Alfano esce dalla riunione dei ministri degli Interni e ha una faccia scura che parla più di mille parole. Con sei Paesi che sospendono il Trattato per due anni, e altri che sembrano pronti a seguirli, Schengen di fatto non esiste più. Altro che libera circolazione per l' Europa. Ormai la circolazione è libera per modo di dire. Eppure il ministro cerca le parole per sottolineare che il bicchiere è ancora mezzo pieno. «Alla fine di questa giornata di lavoro - dice - Schengen è salva. Per ora. Abbiamo poche settimane per evitare che si dissolva tra gli egoismi nazionali».

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    Ragionamenti analoghi si ascoltano ai piani alti di Palazzo Chigi. «Mettere in discussione l' idea di Schengen - scriveva ieri mattina Matteo Renzi - significa uccidere l' idea di Europa. Abbiamo lottato per decenni per abbattere i muri: pensare oggi di ricostruirli significa tradire noi stessi». «A rinchiuderci dietro i muri diciamo no, sennò si vive nella paura», dirà poi in un' intervista a «Quinta colonna».

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    Filo spinato in mare? Il punto, però, è che si sta materializzando l' incubo peggiore dell' Italia. Ci stanno contornando di muri e da canale di transito ci vediamo trasformati in vicolo cieco. «Le regole di Dublino - dice quindi anche il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, parlando con la Cnn - mettono a rischio la libera circolazione nella Ue. Bisogna condividere il peso dei migranti, perché se continuiamo solo a criticare la Grecia o i Paesi di primo arrivo, il solo risultato sarà che non avremo più Schengen. E non avere più Schengen sarebbe pericoloso per la Ue».

    il centro profughi di amburgo bergedorf il centro profughi di amburgo bergedorf


    L' Italia, per l' appunto, è uno dei Paesi di primo arrivo: nel 2015 sono stati oltre 150 mila, i richiedenti asilo che sono sbarcati da noi. Moltissimi hanno poi proseguito il loro viaggio verso la Francia o verso il Nord Europa. Ma che succede se le Alpi tornano a essere una barriera naturale? La primissima risposta, Alfano l' ha già tra le carte predisposte dal Viminale: occorreranno nuovi centri di accoglienza, tipo hotspot, al Brennero e a Tarvisio. Con la chiusura della frontiera austriaca, infatti, ci sono da aspettarsi le tendopoli ai valichi.
    «Su Schengen - insiste intanto Alfano - a mio avviso, per ragioni tecniche e politiche, fino a maggio siamo in tempo».

    rifugiati alla stazione di monaco 5d rifugiati alla stazione di monaco 5d


    Maggio è dunque la nostra deadline. Quando tornerà il bel tempo e potrebbero rivedersi masse di profughi alle porte dell' Europa. E se la sospensione per 2 anni chiesta dai Sei sembra una catastrofe, ancora peggio potrebbe essere se altri chiudessero la rotta balcanica.


    Il rischio, visto da Roma, è che i migranti potrebbero tornare a traversare il mare. Oppure che da Grecia e Croazia potrebbero riversarsi verso i porti di Ancona e Bari. E allora sì che sarebbero guai. Ci troveremmo a dover accogliere 200 o 300 o 400 mila persone.
    Stime al ministero dell' Interno non ne fanno.

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    «Discorsi assolutamente prematuri. Ci sono troppe incognite». Già, le incognite. Non ultimo c' entra il futuro della Libia. Ecco perché il ministro Alfano, al netto di un' iniziale sbandamento, si lancia in un' eroica autodifesa del Trattato. «A tutti quelli che credono che per l' Italia la soluzione sia chiudere Schengen, dico: ma si rendono conto o no che non possiamo mettere il filo spinato nel Mar Mediterraneo e nemmeno nell' Adriatico, e che il danno economico sarebbe enorme?».

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    Già, ma proprio questo sta accadendo e il Viminale si prepara al peggio. «Noi - ragiona ad alta voce il viceministro dell' Interno, Filippo Bubbico - dobbiamo rafforzare la difesa delle frontiere esterne attraverso l' agenzia Frontex e la costituzione di una polizia di frontiera europea». Bubbico sa bene che un conto è minacciare espulsioni di massa per chi non ha diritto all' asilo politico, altro è farlo.

    arrivo dei migranti in ungheria 4 arrivo dei migranti in ungheria 4


    «Occorre che ci sia un' ambasciata che collabori attivamente a ogni nostra richiesta di identificazione. Occorre poi che ci sia un Paese che accolga un suo cittadino immigrato illegalmente da noi. Altrimenti, che facciamo? Gli indesiderati li buttiamo a mare?».

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