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    IL NOSTRO CANTO LIBERO – FEGIZ: 20 ANNI FA SE NE ANDO’ LUCIO BATTISTI, IL PIU’ GRANDE RINNOVATORE NELLA STORIA DELLA CANZONE ITALIANA – COME NACQUE IL SODALIZIO CON MOGOL: IL CANTANTE GLI PORTO’ 3 CANZONI, IL POETA DISSE: “BRUTTINE. C'È MOLTO DA FARE”. E BATTISTI, INASPETTATAMENTE RISPOSE: "HAI RAGIONE” – IL LORO RAPPORTO FINITO TRA LE INCOMPRENSIONI E LE DISPUTE PER UN TOMBINO… - VIDEO


     
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    Mario Luzzatto Fegiz per Liberi Tutti – Corriere della Sera

     

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    Lucio Battisti fu capace di rinnovare la canzone italiana come nessuno seppe fare prima e dopo. Era il 1998 quando morì il 9 settembre all' ospedale San Paolo di Milano. I medici, probabilmente bravissimi, non riuscirono a salvarlo. Ma diciamo la verità: uno si aspetta che un artista ricco e famoso si curi in un centro d' eccellenza come il Gustave Roussy di Parigi, o l' Md Anderson di Houston. Invece no.

     

    Lui voleva sempre mantenere un basso profilo, maniacalmente geloso della sua privacy. Non sapremo mai se la scelta di curarsi come un qualunque mutuato fu sua o della moglie Grazia Letizia Veronesi. Il personaggio faceva spesso scelte imprevedibili e minimaliste: imparò la vela senza mai ricorrere a un istruttore, ma solo da autodidatta con l' aiuto dei manuali.

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    I percorsi musicali di Battisti erano in molti casi arzigogolati e complessi e rompevano molti degli schemi compositivi dell' epoca. Spesso creava melodie che erano al limite delle sue capacità vocali. Le proposte musicali di Lucio avrebbero scoraggiato qualsiasi paroliere. Ma non Mogol,che, non a torto, si considera un poeta per canzone: per lui fu una sfida, un invito a nozze. Su quei labirinti musicali si inventava situazioni, storie, immagini in cui gli occhi innocenti di lei sono come una cascata di «Acqua azzurra,acqua chiara». In tutte le canzoni si capisce che Battisti era un animale da studio di registrazione, concentrato sulla creazione soprattutto discografica con soluzioni tecniche allora non replicabili dal vivo.

     

    BATTISTI MOGOL BATTISTI MOGOL

    «Ogni notte ritornar, per cercarla in qualche bar, domandare ciao che fai, e poi uscire insieme a lei. Ma da quando ci sei tu, tutto questo non c' è più». Questo e altri testi sono nelle antologie. Le canzoni di Mogol e Battisti hanno insegnato l' italiano a mezzo mondo... L' incontro determinante con Mogol avvenne nel 1967 alla Ricordi di Milano. Battisti aveva una voce incompleta. Eppure, di provino in provino, Battisti si accorse che questa «non voce», rivestita di acconce strumentazioni, poteva fare miracoli.

    BATTISTI MOGOL BATTISTI MOGOL

    Lucio Battisti era nato a Poggio Bustone (Rieti) il 5 marzo 1943. Infanzia normale, diploma di perito industriale, passione per la musica. Fu grazie al gruppo dei «Campioni», la band che accompagnava Tony Dallara, che riuscì a lasciare Poggio Bustone. Nell' ambiente si fece notare quando nel 1966 i Ribelli incisero la sua Per una lira, Ricky Majocchi Uno in più e i Dik Dik Dolce di giorno. A Sanremo in un locale lo nota Maurizio Vandelli dell' Equipe 84. Una discografica, Christine Leroix, lo presenta a Mogol. Il ragazzo di Poggio Bustone fece sentire tre canzoni a Giulio Rapetti. Che disse: «Bruttine. C' è molto da fare».

     

    VANDELLI BATTISTI VANDELLI BATTISTI

    E Battisti, inaspettatamente rispose: «Hai ragione». Il maestro rimase folgorato da tanta umiltà e modestia. Cominciò un lungo lavoro in cui Battisti proponeva musiche accompagnandosi con la chitarra, e Mogol, talvolta in pochi minuti, partoriva un testo. Battisti, pur rispettoso della creatività testuale di Mogol, fin dall' inizio riserva a sé la tecnica di canto e di assemblaggio dei suoni.

     

    Negli anni la collaborazione si fa più stretta e i due diventano simbiotici a vari livelli. Costruiscono residenze confinanti al Dosso di Caroldo a tre chilometri da Molteno, al centro di un immenso bosco di 250 faggi. Uno dei villini, con vetrata sul prato stile residenza inglese, è il luogo dove nascono i capolavori.

     

    Alcuni dei quali appaiono davvero contaminati dal territorio circostante: in versi come «uscir nella brughiera di mattina» e «guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se è poi tanto difficile morire» è agevole riconoscere le albe delle colline brianzole o le sporche nebbie e i sinistri bagliori della Statale 36 Valassina. Ma il ragazzo che trionfa in tv, che incassa miliardi, che è in testa alle classifiche e che è arrivato al cuore degli italiani, è un istrice, timido e diffidente.

     

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    Avere rapporti con lui significava evitare qualsiasi approccio chiassoso, ma anche le lodi sperticate lo infastidivano. Quando vide che viaggiavo su una Fiat 1100 R color carta di zucchero mi disse: «Nun me pare una macchina da giornalista del Corriere». Non tollera la folla, l' assedio dei fan, le richieste di autografi, l' invadenza di giornalisti e fotografi. Secondo alcuni la causa scatenante della sua fuga dall' Italia fu il misterioso tentativo di rapimento del figlio Luca di 2 anni e mezzo, nel 1975, sul quale però mancano conferme o particolari. E sul finire dei Settanta si fa strada il Battisti inquieto, il Battisti che vuol cambiare, battere nuove strade.

     

    Nella realizzazione dei dischi, tende a nascondere le parole di Mogol (da Anima Latina in poi) affogate da una invadente strumentazione. Il tarlo dell' incomprensione fra Mogol e Barristi si insinua e avanza. Così nel 1979, scrivono l' ultima canzone insieme, Una giornata uggiosa. Il ritiro dalle scene di Battisti era già avvenuto. Nel '73 aveva conosciuto Grazia Letizia Veronese che aveva sposato il 26 settembre 1976, quando il loro figlio Luca aveva poco più di due anni. La mania di riservatezza della coppia divenne maniacale e tale restò fino alla fine.

     

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    Ma la rottura con Mogol fu qualcosa di più di una scaramuccia. Fu il rinnegare uno stile, ridimensionare l' importanza della parola ovvero rinnegare il maestro. La nuova era inizia nel 1982 con E già con testi firmati dalla moglie. Dopo questa fase di assoluto smarrimento, Battisti approdò a un linguaggio testuale criptico. Complice dell' operazione, all' insegna del nonsense verbale, un autore romano, Pasquale Panella. Nonostante guadagnasse oltre 4 miliardi di lire all' anno Battisti condusse vita spartana, ritirata, molto attenta al soldo.

    LUCIO BATTISTI E GRAZIA LETIZIA VERONESE 2 LUCIO BATTISTI E GRAZIA LETIZIA VERONESE 2

     

    Una velenosa disputa su un pezzo di terreno e un tombino di scarico pluviale cancellò definitivamente i rapporti col suo vicino e un tempo amico Mogol. La fuga dal mondo era stata teorizzata da Battisti stesso: «È necessario non confondere l' uomo, pieno di debolezze, con l' artista che deve essere perfetto, infallibile». Orso indecifrabile, ha dato le ali alla poesia per canzone di Mogol, colorando il nostro grigio quotidiano di fantastiche melodie che hanno unito almeno tre generazioni.

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