R.Rh. per la Repubblica
DRAGHI TRIA
Dal marzo 2015, quando Mario Draghi ha armato il "bazooka" del quantitative easing, la Banca centrale europea ha riversato sul mercato 2.500 miliardi di euro. Dei circa 2mila spesi per l' acquisto di titoli di tutti i Paesi europei, oltre 350 sono serviti per comprare Bot e Btp, i bond del Tesoro italiano. Non è ancora finita: da ottobre la Bce ridurrà gli acquisti da 30 a 15 miliardi al mese (il piano era partito tre anni e mezzo fa con 60 miliardi al mese, poi era salito fino a 80 prima di cominciare, a metà 2017, la discesa graduale).
Da gennaio 2019, cioè tra quattro mesi, stop agli acquisti netti e fine del Qe. «Quando cesserà subiremo un contraccolpo come gli altri, con la differenza che da noi la crescita è meno forte», ha detto a Repubblica il ministro Giovanni Tria. La paura è che la chiusura (non definitiva, come vedremo) dell' ombrello Bce, aggiunta ai segnali di sfiducia dei mercati - lo spread, i rendimenti dei titoli di Stato e gli allarmi delle agenzie di rating - rischi di scatenare una nuova tempesta finanziaria sull' Italia.
draghi
Sul fatto che in questi tre anni e mezzo, gli anni dell' uscita dalla crisi economica, il piano di Draghi abbia aiutato - qualcuno dice salvato - l' Europa non ci sono dubbi. Del Qe hanno beneficiato tutti, tanto i Paesi virtuosi quanto quelli più fragili. La Bce ha acquistato titoli tedeschi per quasi 500 miliardi, spagnoli per 250, francesi per 400, italiani, come detto, per 352,8 miliardi.
La Banca centrale di Francoforte per tutto questo tempo è stata il grande protagonista alle aste dei titoli pubblici: un compratore solido, certo, affidabile. Le decine di miliardi riversati ogni mese hanno tenuto bassi i rendimenti delle obbligazioni e limitato la spesa per interessi dei singoli Stati. Ossigeno puro per chi, come l' Italia, ha la necessità di vendere ogni anno circa 400 miliardi di Bot, Ctz e Btp per sostituire le vecchie obbligazioni in scadenza. La progressiva diminuzione dell' intervento della Bce, fino allo stop di gennaio, fa venir meno un grande compratore e di conseguenza accresce la necessità che a farsi carico dei Btp in vendita siano i privati.
MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA
Già quest' anno e anche il prossimo - secondo i calcoli dell' Ufficio parlamentare di bilancio - i collocamenti di titoli italiani diminuiranno da oltre 400 a circa 380 miliardi. E ciò grazie all' allungamento della vita media del debito. «La chiusura del Qe - ha scritto l' Upb nel suo rapporto - prospetta un necessario assorbimento delle nuove emissioni da parte degli investitori privati.
MARIO DRAGHI
Al netto del Qe il rifinanziamento dei titoli a medio lungo termine presso i privati passerà dai 165 miliardi del 2017 ai 201 del 2019». La pressione sui mercati salirà inevitabilmente e non solo - come dice Tria - perché l' Italia ha una crescita debole, ma soprattutto perché a causa del suo enorme debito ha il bisogno imprescindibile di collocare nuove obbligazioni.
Immaginare che la tendenza al rialzo dei tassi già vista ad agosto si accentuerà nei prossimi mesi è tutt' altro che azzardato. Se poi si scatenerà una tempesta finanziaria dipenderà dal governo, che sta per mettere mano alla manovra. Ciò che tutti, dalle agenzie di rating agli investitori, aspettano con apprensione per capire se vale ancora la pena scommettere sull' Italia, e con quali rischi.
Attenzione però. Il piano di Qe si ferma ma l' ombrello della Bce non si chiude completamente. A giugno Draghi ha annunciato che i titoli pubblici - quelli già in pancia alla Bce - che arriveranno a scadenza saranno sostituiti con altre obbligazioni di pari importo.
draghi merkel
La Bce dunque continuerà a reinvestire «per tutto il tempo necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli» Perlomeno fino alla fine del mandato di Draghi, nell' autunno 2019, l' occhio della Bce resterà ben vigile sui mercati. Una polizza vita per l' Italia e per gli altri Paesi più cagionevoli dell' Ue.
MARIO DRAGHI DRAGHI CARLI IGNAZIO VISCO E MARIO DRAGHI mario draghi carlo azeglio ciampi
BERLUSCONI DRAGHI DRAGHI GIORNALISTI1