salvini di maio
Ilario Lombardo e Amedeo la Mattina per la Stampa
È dopo l' atterraggio a Roma, volo proveniente da Alghero, che Matteo Salvini fa la sua dichiarazione d' amore: «Tra me e Luigi è una storia destinata a non finire mai». Un po' scherza, un po' no. Luigi - lo chiama sempre così - è ovviamente Di Maio, l' altra metà del cielo gialloverde. Salvini è in maniche corte, sembra un turista, non il leader politico di ritorno da una cavalcata elettorale in Sardegna. In fila, attende di uscire dall' aereo, quando con una battuta disegna un destino di amore eterno con il M5S.
claudio borghi
È disteso, il leghista, e non solo perché già pregusta la seconda vittoria regionale in meno di due settimane. Il voto, scontato, della Giunta del Senato confermerà l' esito del referendum sulla piattaforma Rousseau che ha decretato il no all' autorizzazione a procedere contro di lui.
Salvini tira un sospiro di sollievo. Dietro la sicurezza ostentata, in realtà il vicepremier ha sperato fino alla fine di non finire di fronte ai giudici del Tribunale dei ministri che si sarebbero dovuti esprimere sul reato di sequestro di persona per il caso della nave Diciotti. Mentre i passeggeri si avviano verso la scaletta, gli fanno vedere la dichiarazione del leghista Claudio Borghi. L' economista, oggi deputato, diventato famoso per le sue posizioni no euro, fa una previsione e, assieme, un auspicio: «La Lega sarà probabilmente il primo partito del Parlamento europeo. Punta a creare un fortissimo gruppo eurocritico, in cui potrebbero convergere anche gli amici del M5S». Se amore deve essere, allora quella europea potrebbe essere la prima prova di un' unione che travalica i confini nazionali.
matteo salvini luigi di maio
«Bello, mi piace - risponde Salvini -.Se vogliono venire, saranno bene accolti». Comunque andrà a finire, è probabile che il leghista sarà il capofila di un nuovo gruppo a Bruxelles plasmato sul credo sovranista. L' obiettivo è cambiare gli equilibri, diventare determinanti nel nuovo Europarlamento più spostato a destra, e nella composizione della Commissione Ue.
Solo dopo il voto, Salvini conoscerà i suoi alleati, anche perché a domanda diretta in questi mesi è riuscito a sostenere soluzioni contraddittorie. Ieri, per esempio, Silvio Berlusconi ha proposto una nuova maggioranza tra i popolari europei (Ppe), i conservatori dell' Ecr, dove ritroverebbe Giorgia Meloni, più Salvini e Marine Le Pen.
Alberto Bagnai Claudio Borghi
Un' intesa saldata in nome non più del sovranismo nazionale, bensì europeo. Per il leader della Lega sembra una proposta fuori tempo: «Chi ha governato finora in Europa - replica - pensi a quello che ha fatto, invece di dare consigli».
Eppure appena un mese fa, il 9 gennaio, a Varsavia era stato proprio Salvini, dopo l' incontro con il leader ultraconservatore polacco Jaroslaw Kaczynski, a sostenere la rottura del duopolio Ppe-Pse (i socialisti), per creare una nuova famiglia tra popolari e sovranisti. In quell' occasione aveva fatto una prima inaspettata apertura anche ai 5 Stelle. Unire le forze anche a Bruxelles? «Ci penseremo per il futuro - aveva risposto -. I 5 stelle sono molto cambiati. Ora siamo molto più in sintonia».
Salvini Di Maio
Il modello Italia potrebbe avere una sua proiezione europea, dunque. Le condizioni ci sono tutte. E anche le intenzioni. Ma bisogna leggere bene tra le immediate smentite giunte dal M5S. «Siamo al lavoro per costruire un progetto che vada oltre le compagini tradizionali, una nuova famiglia che rappresenti un vero cambiamento - risponde il vicepresidente grillino del Parlamento Ue Fabio Massimo Castaldo sull' ipotesi Borghi -. Il progetto dei sovranisti poggia su basi ben diverse: siamo pronti a dialogare con loro così come con tutti gli altri sui singoli temi».
SERGIO BATTELLI
In fondo era quello che il M5S diceva anche prima del voto del 4 marzo 2018. Poi, è nata l' alleanza gialloverde. Anche Sergio Battelli, presidente della commissione Affari Ue, smentisce: «Faremo campagne diametralmente opposte. Venerdì scorso Di Maio ha presentato i leader del nuovo gruppo europeo e la Lega, va da sé, non ne fa parte». Vero. Ma l' invito di Borghi, come sanno bene Battelli e Di Maio, è per il dopo voto.
Quando i 5 Stelle potrebbero ritrovarsi apolidi, senza una casa.
conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 5
Perché finora, Di Maio, in attesa di capire se si incroceranno le strade con i gilet gialli, ha trovato solo la disponibilità di piccoli partiti - polacchi, croati, finlandesi - non così sicuri di eleggere europarlamentari. Sono cinque, con il M5S, e ce ne vogliono sette per formare un gruppo autonomo. Ma ci sono anche altri motivi che spingono a esportare il patto italiano in Europa. Innanzitutto anche Salvini ha bisogno di forze in più per ingrossare il suo gruppo, per ricevere maggiori finanziamenti e dargli un peso specifico anche nell' ottica di una trattativa con il Ppe.
Ma soprattutto, il governo italiano potrebbe garantirsi una robusta sponda per le prossime manovre economiche. Un' assicurazione a vita per la storia infinita tra «Luigi e Matteo».
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