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    LA GRANDE "GENEROSITÀ" DEGLI IMPRENDITORI - UN OPERAIO DI 44 ANNI VIENE ACCOLTELLATO A LAVORO DA UN COLLEGA SCHIZOFRENICO E, AL SUO RIENTRO IN FABBRICA, A PINEROLO, VIENE LICENZIATO PERCHÉ INVALIDO - IL 44ENNE, A CAUSA DELLE FERITE RIPORTATE, NON RIESCE A ESSERE PRODUTTIVO COME PRIMA E QUINDI È STATO CACCIATO - IL RACCONTO DELLA VITTIMA AL RIENTRO IN AZIENDA DOPO L'ACCOLTELLAMENTO: "MI HANNO DETTO CHE NON C'ERANO MANSIONI CHE FACESSERO AL CASO MIO..."


     
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    Estratto dell'articolo di Antonio Giaimo per “La Stampa”

     

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    Vittima di un'aggressione in fabbrica da parte di uno schizofrenico, quando torna al lavoro trova una lettera di licenziamento. La spiegazione della direzione è sconcertante: «Le lesioni che ha riportato hanno provocato l'impossibilità di eseguire le mansioni e non ci sono altri compiti che lui potrà svolgere».

     

    Era il 19 dicembre dello scorso anno, da poco passate le 7 di mattina, la vittima era di spalle e stava montando un pezzo nella Tama Aernova di Roletto, fabbrica appena fuori Pinerolo che produce sistemi filtranti, quando un suo collega - senza dire una parola - si è avventato su di lui colpendolo alla schiena con un coltello. Alla base dell'aggressione non c'era una lite, non un vecchio rancore, solo un fantasma di quelli che prendono forma nella mente dei malati psichiatrici.

     

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    [...] Le ferite alla schiena gli hanno provocato un'invalidità del 16% e il medico della fabbrica ha stabilito che avrebbe potuto certamente tornare al lavoro ma con alcune limitazioni: non sollevare carichi superiori ai 5 chili, fermarsi al secondo scalino in caso di uso della scala e poi alternare momenti di lavoro in piedi ad altri seduto.

     

    Per un attimo Sanjay Mensa, 44 anni, adottato da una famiglia di Pinerolo che l'aveva conosciuto nell'orfanotrofio di Madre Teresa di Calcutta, è rimasto in piedi incredulo, poi si è accasciato a terra e quando ha ripreso i sensi si è ritrovato in ospedale. I medici gli avevano salvato la vita, ma la convalescenza e la riabilitazione sono durate mesi. Le ferite alla schiena gli hanno provocato un'invalidità del 16% e il medico della fabbrica ha stabilito che avrebbe potuto certamente tornare al lavoro ma con alcune limitazioni: non sollevare carichi superiori ai 5 chilI [...]

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    «Ma quando ho varcato il cancello - spiega Sanjay - sono stato bloccato, mi hanno detto che nella fabbrica non c'erano mansioni che facessero al mio caso e che dovevo tornare a casa». E aggiunge: «Mi è crollato il mondo addosso, come è possibile che un'azienda che ha un fatturato di 33 milioni e dice di investire parte dei profitti anche sul sociale, licenzi un padre di famiglia con 4 figli a carico?».

     

    Mentre parla nella sua casa, alla periferia di Pinerolo, sono i disegni dei suoi bambini, appesi alle pareti, a fare da cornice a un momento di grande preoccupazione. «Ma per quale motivo la mia ditta ha dato lavoro a una persona che aveva seri problemi psichiatrici e per me, che oggi pago le conseguenze di un fatto violento avvenuto in fabbrica, c'è la lettera di licenziamento? Possibile che lì dentro non ci sia un lavoro diverso che io possa fare?».

     

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    Un'interpretazione chiara arriva dagli uffici di Pinerolo della Cgil, dove si è rivolto per essere assistito: «Tutto risponde a quel principio che guarda solo al profitto e non alla risorsa umana – spiega Simona Petriello dell'ufficio vertenze -. Oggi Sanjay non serve più alla produzione e allora lo vogliono mettere fuori. Il paradosso è che facevano lavorare una persona che, sebbene avesse problemi psichiatrici, era utile nel processo produttivo». [...]

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