Valerio Magrelli per “la Repubblica”
LE OPERE SCOVATE TRA LE BANCARELLE DA GIUSEPPE GARRERA
Cosa ci fa un "passeggiatore e perdigiorno" in giro fra le bancarelle di Porta Portese la domenica, alle 4 di mattina, quando ancora le strade sono vuote e solo pochi camion scaricano casse, mobili e paccottiglia? Si sveglia presto, pur di veder arrivare intere biblioteche «in un rituale di divertimento e di impudicizia pieno di oggetti intimi, lettere, fogli, foto, le interiora di un vivente». Per lui il bazar rappresenta il luogo deputato di alcuni prodigi bibliofili.
LE OPERE SCOVATE TRA LE BANCARELLE DA GIUSEPPE GARRERA
Roma una fantasmagoria economica in cui la merce, liberandosi del valore di scambio, diventa per un attimo merce franca. Ma fra i trovarobe bisogna sapersi muovere, altrimenti la fortuna non serve. Lo sa bene Giuseppe Garrera, musicologo, storico dell' arte, collezionista, coordinatore scientifico del Master in Economia e Management dell' Arte e dei Beni Culturali della Business School del Sole 24 Ore.
È lui l' ideatore della bizzarra mostra Costellazione 1, aperta fino a marzo 2017 presso la Casa di Goethe in Roma (via del Corso 18) e curata con la direttrice della sede Maria Gazzetti. Bizzarra, perché all' ingresso, come sulla volta celeste, una grande mappa segnala i luoghi della città da cui giungono libri, disegni, lettere raccolti per l'occasione.
LE OPERE SCOVATE TRA LE BANCARELLE DA GIUSEPPE GARRERA
Ebbene, invece che da musei o collezioni private, i materiali provengono da mercatini e rivenditori dell' usato: Porta Portese, appunto, Conca d'Oro o Piazzale Ostiense, celebre per le bancarelle degli zingari.
L'esposizione è dedicata alla storia di tre personaggi tedeschi nella capitale: Reinhard Dhorn, Ernst Stadelmann e Ernst Bernhard (certo il più noto, come psicoterapeuta di Fellini, Bazlen, Olivetti, Manganelli). Ma a renderla pressoché unica è l' origine delle opere, scovate nelle cacce al tesoro di Garrera.
LE OPERE SCOVATE TRA LE BANCARELLE DA GIUSEPPE GARRERA
Parliamo di testi rari con grafiche di Renoir e Manet (due ritratti di Baudelaire), di un'edizione litografica di Bacon (pagata 1 euro e valutata 3mila), di una xilografia di Dürer del 1509 (costata 3 euro e stimata 5mila) e di un libro con dedica di Heidegger. Ogni testimonianza costituisce un lascito approdato alle ingombre rive di robivecchi o cenciaioli. Frutto di ritorni, partenze, perdite, questi oggetti "orfani" raccontano di case sgomberate da familiari frettolosi o angosciati. Biblioteche di studiosi, viaggiatori e appassionati d' arte, finiscono così dai trovarobe.
Ovviamente il progetto rappresenta un omaggio a Walter Benjamin, il pensatore novecentesco teorico della flânerie come arte del passeggiare senza meta in città. Seguendo questa filosofia, Garrera si è imbattuto in una prima edizione del Voyage di Céline con dedica, nonché nell' archivio di Giovanni Macchia, poi ceduto alla Biblioteca Nazionale di Roma (più di 3mila lettere, da Ungaretti a Pasolini, da Praz a Sereni).
LE OPERE SCOVATE TRA LE BANCARELLE DA GIUSEPPE GARRERA
Fra le missive, spicca quella in cui Montale chiede a Macchia una prefazione per Le occasioni (1939). In quel caso, purtroppo, Garrera arrivò tardi: tranne una manciata di pagine, il manoscritto allegato era appena finito in due sacchi mandati al macero. Resta comunque preziosa, la scoperta dell' archivio appartenente a una spia, infiltrata dalla polizia nei gruppi rivoluzionari del '68 per raccogliere informazioni sui gruppi più sospetti e pericolosi. Totale: 12mila fogli di documenti.
LE OPERE SCOVATE TRA LE BANCARELLE DA GIUSEPPE GARRERA
Ma per tornare a Costellazioni 1, c'è un altro importante elemento da notare. Infatti tutti i materiali della mostra provengono soltanto dall' ultimo anno di ricerche, a riprova della piccola rivoluzione recentemente avvenuta nel mercato dell' usato. Molti svuotacantine, spesso extracomunitari, arrivano oggi ad avere un proprio banco nel "suk" romano di Porta Portese. Tuttavia, come spiega Garrera, i rivenditori non possono permettersi magazzini: o vendono subito o buttano via. Qui si rivela il fiuto di questo cercatore di tartufi. Giungere all' alba, intercettare gli arrivi, fermarli prima che diventino pattume. Benjamin insegna. E l' avventura continua.