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    ORA CONTE HA PAURA DI FINIRE RIMPASTATO - LE VERIFICHE SI SA QUANDO COMINCIANO MA NON COME FINISCONO. ECCO PERCHÉ "GIUSEPPI" NON VUOL SENTIR PARLARE DI CAMBI AL GOVERNO MENTRE RENZI LI INVOCA A GRAN VOCE (VORREBBE PIAZZARE IL FIDO ROSATO ALLA DIFESA) – NEL TOTOMINISTRI ATTENZIONE A DELRIO CHE POTREBBE PRENDERE I TRASPORTI E LIBERARE IL POSTO DA CAPOGRUPPO ALLA CAMERA PER…


     
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    MARCO ANTONELLIS per Italia Oggi

     

    conte renzi conte renzi

    Giuseppe Conte ha aperto sul Patto di legislatura richiesto a gran voce dal Pd. L'ha dovuto fare dopo lo svarione che aveva fatto sul Mes e che aveva indispettito non poco Nicola Zingaretti e tutti i Dem.

     

    Il punto è che per il Nazareno, a quanto siamo in grado di rivelare, il Patto di legislatura significa mettere in pista un'agenda di governo con un cronoprogramma ben definito mentre per Italia Viva rappresenta un altro approdo: la possibilità di dare luogo al famoso rimpasto di governo chiesto da tempo da Matteo Renzi e portare al governo il fido Ettore Rosato (magari alla Difesa, al posto di Lorenzo Guerini).

    RENZI CONTE RENZI CONTE

     

    Con un Conte più debole, però, che sembra aver perso il tocco magico del primo lockdown, questo Patto di fine legislatura potrebbe segnare l'inizio della fine. Perché le «verifiche di governo si sa come cominciano ma non si sa mai come finiscono». Ed anche dalle parti di palazzo Chigi sanno benissimo che Renzi punta al rimpasto: «Ma Conte non ne vuole sapere», spiega una fonte di primo piano del governo. La partita è ghiotta, però, anche per altri motivi, a cominciare dalla montagna di nomine in arrivo: 364, fino ad ora rinviate per il Covid.

     

    conte renzi conte renzi

    Da Consap alla Zecca dello Stato, da Consip alla Sogesid fino ad alcune società legate a Cdp. Se poi ci mettete anche i soldi del Recovery Fund, ecco spiegato perchè su Conte la pressione per il rimpasto sia altissima. Ogni partito vuole fare la parte del leone ed approfittare della debolezza oggettiva, in questa fase, del premier.

     

    Persino i Dem, se Conte alla fine decidesse di dare via libera al rimpasto, accetterebbero di buon grado, tanto che hanno già in mente alcune mosse considerate «strategiche» come quella di Graziano Delrio al posto di Paola De Micheli al Mit, dando così luce verde ad Andrea Orlando capogruppo alla Camera. Mentre nei 5Stelle a rischiare, anche se ufficialmente vengono dichiarati «blindati», sono Nunzia Catalfo, Lucia Azzolina e Federico D'Incà.

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