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    ECCO PERCHÉ ELLIOTT VUOL VENDERE SUBITO IL MILAN - I CONTI SONO IN ROSSO, LA SQUADRA VA MALE, LE SPACCATURE FRA I MANAGER SONO EVIDENTI - NEL 2019 IL MILAN E’ LA 3° SOCIETÀ IN EUROPA PER GLI INVESTIMENTI SUL MERCATO MA CON RISULTATI SUL CAMPO CHE NON CORRISPONDONO ALLE ATTESE E LA (QUASI) CERTEZZA CHE PER NESSUNO DEI GIOCATORI COMPRATI SI POTRANNO FARE PLUSVALENZE – ARNAULT NON MOLLA LA PRESA: MA PRIMA DI METTERE SUL BANCO L'OFFERTA GIUSTA VUOLE...


     
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    Giulio Mola per “il Giorno”

     

    PAUL SINGER ELLIOTT MILAN PAUL SINGER ELLIOTT MILAN

    Questo Milan costa tanto, troppo alla proprietà americana. E siccome, soltanto per il 2019, è la terza società in Europa per quel che riguarda gli investimenti nel calciomercato (153 milioni di passivo, di più hanno messo sul piatto solo Aston Villa e Real Madrid, rispettivamente con 174 e 175 milioni) ma con risultati sul campo che non corrispondono alle attese, vuol dire che dopo aver speso male nel recente passato la Proprietà dovrà riaprire nuovamente la cassaforte per rinforzare la squadra. Con la (quasi) certezza che per nessuno dei giocatori comprati si potranno fare plusvalenze.

     

    Al contrario, saranno proprio i "gioielli" che erano già di proprietà del Milan prima dell' arrivo degli americani (Donnarumma, Romagnoli e Suso) a dover essere ceduti per far quadrare i conti.

     

    MASSARA MALDINI PIOLI GAZIDIS BOBAN MASSARA MALDINI PIOLI GAZIDIS BOBAN

    Forse qualcuno giù a gennaio. Ecco perché il Fondo Elliott, nonostante le smentite poco convincenti - che rispecchiano anche alcune esternazioni dell' ad Gazidis da cui non si evince chiaramente quale sia il progetto tecnico del club e il conseguente "mal di pancia" di Paolo Maldini, che corre il serio rischio di essere "silurato" dal grande capo per aver espresso preoccupazioni più che legittime - se potesse venderebbe la società anche fra una settimana. Tre-cinque anni doveva essere la durata del percorso (per restituire il giusto valore ai rossoneri) pensato da Paul Singer nel momento in cui ha ereditato la società dalla pessima gestione di Yonghong Lee, invece è bastato poco più di un anno per cambiare idea.

     

    singer singer

    I conti sono in rosso, la squadra va male, le spaccature fra i manager sono evidenti. Il Milan è un rubinetto che perde di continuo. Però, dopo averci "rimesso" circa 700 milioni, Elliott sa bene che non può scendere al di sotto di certe cifre, proprio perché il Fondo ha ben altri interessi, e per definizione è un venditore. Un miliardo e 200 milioni la valutazione data con il progetto stadio in testa, 950 milioni la cifra che potrebbe bastare se l' acquirente si presentasse oggi quando non c' è ancora traccia di cantieri. In realtà il reale valore del club è di parecchio inferiore: 526 milioni stimati da Forbes, solo con la concessione per il nuovo San Siro la cifra per la vendita del club di via Aldo Rossi si innalzerebbe di almeno 200 milioni di euro, arrivando a 726. Ma Elliott ovviamente fa i suoi conti. E soprattutto valuta i rischi.

    pioli meme 8 pioli meme 8

     

    Perché il Milan sta diventando un giocattolo estremamente costoso e problematico da gestire, senza neppure uno straccio di socio di minoranza. Ma anche il Milan che va male rappresenta pur sempre una città come Milano. E può far gola a tanti. Non è un caso che Suning abbia preso l' Inter, non è un caso che Bernard Arnault abbia dato mandato in estate alla banca d' affari Lazard di studiare i conti del club rossonero per capire quanto possa valere un simile investimento.

     

    singer fondatore fondo elliott singer fondatore fondo elliott

    Anche ieri, dopo che Il Giorno aveva ribadito che la trattativa fra le parti andava avanti a fari spenti, la Lvmh si è affrettata a smentire tramite i suoi uffici italiani l' esistenza di trattative fra le parti. Ne prendiamo atto (del resto anche Silvio Berlusconi e la Fininvest avevano più volte smentito la cessione del Milan nei mesi precedenti l' operazione così come lo stesso Yonghong Lee smentiva a più riprese di essere in difficoltà economiche garantendo di poter gestire il club, e tra l' altro tutti lo facevano con comunicati ufficiali, non su instagram o per mail o addirittura... su Mediaset), così come teniamo a ricordare quanto scritto ieri, e cioè che il gruppo Lvmh-Luois Vuitton (il più grande polo mondiale del lusso sfrenato) non si è mai interessato al calcio. C' è sempre una prima volta, però.

    bernard arnault bernard arnault

     

    Magari potrà sembrare strano, ma anche un magnate dell' alta moda e dello champagne (che a Milano viene spesso volentieri, confidandosi con più di una persona) può trovare interessi nel pallone se il suo riferimento è una delle capitali europee del business, ovvero la città di Sant' Ambrogio.

     

    Tant' è che proprio a Milano nel 2013 ha comprato (salvandole) la storica pasticceria confetteria Cova di via Monte Napoleone per poco più di 32 milioni di euro. Si dirà... ma il Milan ora non è un affare, anzi: ma al signor Arnault interessa l' abbinamento brand-sponsor, tant' è che sarebbe pronto ad investire (quindi 200-300 milioni) anche in caso di mancata qualificazione alla Champions League. Solo, che avendo anche un passato da manager pubblico, l' imprenditore francese vuol pagare il giusto.

    paul singer paul singer

     

    La banca cui è stata affidata la "due diligence" ha trovato qualcosa di strano nel bilancio rossonero, insomma i conti non tornano. Prima di mettere sul banco l' offerta giusta, Arnault vuol vederci chiaro. Ed anche per questo arriveranno smentite.

    donald trump bernard arnault donald trump bernard arnault Paul Singer Paul Singer paul singer paul singer

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