• Dagospia

    ROMA ALL’ULTIMO STADIO – ECCO PERCHÉ LUCA PARNASI RESTA IN CARCERE. SECONDO IL GIP IL COSTRUTTORE HA TENTATO DI APRIRSI UN VARCO DIFENSIVO SENZA OFFRIRE “ALCUN CONTRIBUTO ALL’INDAGINE”. QUINDI SE NON ''CONFESSA'', SE ''NON FA I NOMI'', NON ESCE. MA LA MISURA CAUTELARE NON FUNZIONEREBBE COSI'... – NON SONO CHIARI I LEGAMI CON LANZALONE E MANCA IL PROLOGO ALLA VICENDA CHE LI VEDE PROTAGONISTI…


     
    Guarda la fotogallery

    Ilaria Sacchettoni per il “Corriere della Sera – Roma”

     

    PARNASI PARNASI

    Troppo riluttante per essere considerato collaborativo. Troppo «lapidario» per offrire nuovi spunti investigativi. Luca Parnasi avrebbe tentato «con lucidità» di aprirsi un varco difensivo senza offrire «alcun contributo all' indagine» dei pm.

     

    L' imprenditore, accusato di associazione finalizzata alla corruzione (arrestato il 12 giugno scorso) si è limitato ad «ammettere fatti inequivoci e incontrovertibili» senza nulla offrire sotto il profilo della collaborazione. Morale, resta in carcere.

    luca parnasi mauro baldissoni luca parnasi mauro baldissoni

     

    Ad oggi, scrive la gip Maria Paola Tomaselli, Parnasi «non risulta aver preso le distanze dal collaudato sistema corruttivo evidenziato nell' ordinanza di misure cautelari». Non è tutto.

     

    Nel riepilogare le ragioni del no alla scarcerazione, la gip finisce per descrivere un gruppo imprenditoriale che aggira il rischio d' impresa attraverso «il ricorso a pratiche illecite tramite le quali si costruisce il buon esito delle diverse operazioni imprenditoriali intraprese». Il tema è quello della tangente impiegata come «polizza» contro eventuali ostacoli aziendali.

    parnasi giorgetti lanzalone parnasi giorgetti lanzalone

     

    Ma, per questa strada, si arriva alla totale illegalità: «Si assiste a una sovrapposizione dell' organizzazione criminale alla struttura societaria, stante la consapevolezza di Parnasi di agire fuori dagli schemi» è scritto nell' ordinanza.

     

    Le ammissioni dell' ex presidente della Eurnova nulla aggiungono rispetto a quanto ricostruito dall' aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Barbara Zuin e a quanto confermato da testimoni come Virginia Raggi, Mauro Baldissoni e Franco Giampaoletti, dice la gip.

     

    LANZALONE E RAGGI LANZALONE E RAGGI

    La mancata disponibilità di Parnasi a far luce su una seri di fronti è riepilogata punto per punto. L' imprenditore si dimostra riluttante a chiarire il legame con il suo «problem solver», l' ex presidente Acea Luca Lanzalone («mr. Wolf»), non riferendo «nulla di significativo in ordine alla genesi e allo sviluppo del rapporto» che pure, sottolinea la gip, appare assai rodato.

     

    E nulla di significativo riferisce su Michele Civita, ex assessore regionale «d' importanza strategica in quanto uomo di Zingaretti», al quale era stata sì promessa l' assunzione del figlio come contropartita dell' aiuto offerto al progetto stadio ma con il quale forse l' intesa era più ampia: «Il fatto che Parnasi - scrive la Tomaselli - fosse uso erogare finanziamenti a politici di tutti i partiti rende poco logico che egli non abbia beneficiato di un contributo economico un soggetto come il Civita al quale lo lega un rapporto così solido».

    luca parnasi luca parnasi

     

    Manca qui, secondo la gip, il naturale prologo alla vicenda che li vede protagonisti. Così come mancano i dettagli circa il rapporto con Alfredo Palozzi, su cui Parnasi non ha offerto «significativa spiegazione».

     

    E se le indagini dei carabinieri hanno confermato «un sistema amplissimo di relazioni e contatti, costantemente e talvolta freneticamente alimentato da Parnasi» per raggiungere i propri obiettivi, le 11 ore di colloquio in carcere con i pm non hanno aggiunto granché.

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport