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    TUTTE LE NOVITÀ DEL “DECRETO DIGNITÀ” DI LUIGINO DI MAIO - SLITTA LA FATTURA ELETTRONICA - STRETTA (MINI) SUI CONTRATTI A TERMINE, STOP AL REDDITOMETRO, SPESOMETRO E SPLIT PAYMENT, PENSATE PER ARGINARE L'EVASIONE DELL'IVA (CANCELLANDOLE LE ENTRATE PUBBLICHE POTREBBERO SCENDERE) - ARRIVA LA NORMA CONTRO LE DELOCALIZZAZIONI


     
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    Lorenzo Salvia per il “Corriere della Sera”

     

    LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE

    Dopo una lunga serie di annunci quotidiani, domani dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri il primo vero provvedimento di legge del nuovo governo. Si tratta del cosiddetto «decreto dignità», presentato dal vice premier Luigi Di Maio, che in realtà segue un piccolo decreto ad hoc, quello sulla sospensione dei temini per i processi al tribunale di Bari, da tempo inagibile.

     

    E sul quale il governo ha accelerato per la necessità di inserire nel testo il rinvio dell' obbligo di fatturazione elettronica per i carburanti, che altrimenti sarebbe scattato sabato prossimo. Proprio domani è in calendario uno sciopero dei benzinai che contestano la misura, ma la protesta dovrebbe essere cancellata oggi dopo un incontro al ministero.

    LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE

     

    L' obbligo di fatturazione elettronica sarà rinviato al primo gennaio del 2019. Riguarda 6 milioni di italiani che hanno la partita Iva. «Questa categoria - spiega Di Maio - si è trovata ad essere prescelta per sperimentare la misura, in anticipo su tutte le altre». Si comincia con una proroga, dunque. Che potrebbe essere accompagnata da altri rinvii ancora in fase di studio, ad esempio sulla gestione commissariale dell' Ilva che potrebbe essere allungata almeno di un mese. Ma nel decreto ci sono anche altre novità, importanti. A partire dalla stretta sui contratti a termine, di fatto liberalizzati dal governo Renzi.

     

    Gli interventi dovrebbero essere due: la riduzione da 5 a 4 delle proroghe e la reintroduzione delle causali, cioè del motivo per cui si usa il contratto a termine invece di quello stabile, cominciando dalla prima proroga. Non ci dovrebbero essere, invece, altri paletti che pure erano stati presi in considerazione negli ultimi giorni, come la riduzione da tre a due anni della durata massima dei contratti o l' aumento delle indennità da pagare al lavoratore in caso di licenziamento con il nuovo contratto a tutele crescenti.

     

    spesometro tilt spesometro tilt

    L' inversione di rotta rispetto al Jobs act resta. Ma è meno netta rispetto alle attese sia per il timore che un intervento troppo deciso potrebbe avere effetti sull' andamento del Pil, già in frenata. Sia per la resistenza dell' alleato di governo, la Lega, su una misura non proprio gradita dal suo elettorato storico, i piccoli imprenditori del Nord.

     

    Confermate le altre misure annunciate nei giorni scorsi. Lo stop non solo al redditometro, di fatto già abbandonato, che consente di stimare il reddito del contribuente in base alle sue spese. Ma anche allo spesometro e allo split payment, due misure pensate per arginare l' evasione dell' Iva, la cui cancellazione potrebbe far scendere le entrate pubbliche.

     

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    Nel decreto ci sarà anche la norma contro le delocalizzazioni, anche questa più realistica rispetto agli annunci dei giorni scorsi. Il meccanismo si dovrebbe applicare alle aziende italiane ed estere con almeno mille dipendenti che hanno ricevuto contributi pubblici. E che spostano fuori dall' Unione europea gli impianti con il risultato di ridurre il personale. Sarebbero obbligate a trovare un acquirente in grado di garantire i livelli occupazionali. Altrimenti dovrebbero restituire i contributi ricevuti e, la vera novità sarebbe questa, pagare una sanzione pari al 2% del loro fatturato.

     

    Confermato anche l' intervento sui giochi con lo stop alla pubblicità per i giochi d' azzardo. Alcune limitazioni erano state già introdotte due anni fa, lasciando però piena libertà sulle tv a pagamento. I dettagli devono essere ancora definiti ma stavolta il divieto dovrebbe essere generale.

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